Mi chiamo Sara Caprini, sono un architetto del paesaggio e nel 2007 decisi insieme a una mia amica di corso, Isa, di fare la tesi di laurea sulle aree protette della Guinea Bissau, appoggiati dall’associazione italiana PS76, che si occupa tuttora di promuovere il turismo responsabile in Guinea.
L’associazione si occupa da tanto di progetti di sviluppo in Guinea Bissau e ultimamente con il focus sul turismo sostenibile. Il mio intento è quello quindi di intrigarvi raccontandovi le mie esperienze durante la mia permanenza là, durata 6 mesi in 2 anni.
Dal mio diario del 2008:
Ci sistemiamo nella casa d’ambiente di Cacheu: elettricità e bidone con l’acqua, posto molto carino e tranquillo. Vado in bagno (e quando comincio così, vuol dire che ho avuto un incontro con qualche bestio), e mi casca l’occhio su una macchia nera di diametro 5 cm, sotto il lavabo del lavandino…mi avvicino, scruto meglio, magari mi sbaglio…no, un ragno. Ma un ragno di quelli brutti e schifosi, grosso da poter chiedere l’adozione, mettergli il guinzaglio e portarlo in giro a passeggio. Ovviamente mi scappa il “ODDIOCHESCHIFO!” e Isa prontamente mi risponde “Sara che è???sai che se dici che schifo è un ragno ed io ho il terrore dei ragni e li devo assolutamente ammazzare!” e a questo giro la mia risposta è “eh sì,è proprio un ragno, ma di quelli belli grossi eh? proprio schifosetto, con peli, zampe, occhi, bocca…..” esco dal bagno e in camera Isa si sta vestendo: pantaloni lunghi, scarpe, maglia e sacchetto.. la domanda sorge spontanea “che vuoi fare?”, risposta “Sara, io con quella cosa in bagno non ci dormo, quindi adesso la uccidiamo!” “Stai scherzando?? e come?? mica la puoi schiacciare sotto il piede!! non ci sta! non possiamo semplicemente chiudere la porta?” “Tu sei fuori! Assolutamente no!!!”
E fu così che cominciarono i 40 minuti più lunghi della mia vita….ovvero, come due ragazze italiane cercarono di liberarsi del ragno guineano. Trovata una trave (state leggendo correttamente: trave di circa un metro, in legno di non so cosa), mentre io illumino il bestio con la torcia (giusto per non avere zone d’ombra in cui potesse scappare) Isa prende la mira, gli arriva a 5 cm di distanza….e dice “Sara non ce la faccio, ti prego uccidilo tu, non ci riesco, non riesco…”.
Ma non ce la faccio nemmeno io e dico ad Isa di andare a cercare la guardia, perché lo finisca lei, intanto io lo tengo sotto controllo con la torcia. Quando la guardia arriva (non vi dico le risate che si faceva), tranquillamente si avvicina e lo prende con le mani, liberandoci dell’animale fastidioso.
Per avere maggiori informazioni sulla Guinea Bissau potete scrivere a turismo@gbissau.org.
Photo Credits: Isabella E. Stampa
Tag:Africa, ecoturismo, Guinea Bissau, paesaggio, PS76, ragni, turismo, turismo responsabile