Il Ritorno al Casale
Di fronte allo scoppiettio del camino appena acceso, il Casale si preparava all’arrivo dell’inverno. Josef fissava la fiammella che ardeva e quasi sospirando disse: “ Mi mancano..”.
Jasmine capì e lo abbracciò forte e fu in quell’istante che un messaggio li svegliò dai loro pensieri.
“Ciao vi scriviamo per farvi conoscere seppur in foto nostro figlio. La prossima estate ritorneremo per presentarvelo.”
E sì la seconda estate del casale era iniziata proprio con il ritorno. Gli amici dell’anno prima non avevano mai smesso di portare con loro, il ricordo di quella famiglia allargata. Così ritornarono con gli occhi pieni di racconti per condividere ancora con loro, i trascorsi di un anno. Tornavano in quella casa che avevano lasciato con tanta nostalgia, ma che li aveva fatti diventare parte del Casale. Così tra un bicchiere di buon vino e piatti nati da semi antichi si imponeva la presenza del ricordo. Ognuno che era passato di lì aveva lasciato una traccia di se e ognuno che era ritornato lo conosceva attraverso di essa.
“Sai un amico di prima mattina lo trovai nel canneto a tagliare qualche pianta. Incuriosito gli chiesi cosa stesse facendo, mi rispose che era una sorpresa. Nei cinque giorni che trascorse al casale lo vidi sempre attento a intrecciare i fili di quelle canne con tanto impegno che non potevo non ammirarlo. L’ultimo giorno mi chiamò:” Josef ti lascio un pezzo delle mie origini, voglio che anche quelli che verranno qui dopo di me, assaporino un pizzico dei miei ricordi più belli di quando ero bambino” e fui così deciso di ampliare il suo essiccatoio solare. Così un po’ di lui è a cena qui con noi stasera”
Il casale così cresceva con chi era pronto a mostrare il proprio cuore . Un gusto, una parola, un incontro, facevano sussultare l’animo così forte che la gioia si sprigionava in ogni stanza. Una gioia condivisa che dava l’opportunità a tutti di svelare il meglio di sé. Non importava se non si avevano i mezzi per vedere le meraviglie circostanti, né se si aveva esigenze particolari di ogni tipo perché quel che contava era riconoscere quella felicità che parlava da sé. Così ogni piatto veniva cucinato con amore, ogni colazione era assaporata fino all’ultimo biscotto, imprimendo un’emozione che fece promettere ai nostri cari amici di tornare. Proprio questo voleva essere il casale. Una casa, una famiglia, un cuore a cui aggrapparsi e ritornare.
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