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“Calatabiano… Fede, Storia e Tradizioni” è il titolo di un libro presentato di recente presso il Castello Cruyllas del paese, che contiene i contributi di importanti studiosi sulla storia di Calatabiano (Catania), su quella del suo Castello e sul culto locale di San Filippo Siriaco. Il libro esce nella ricorrenza del 250esimo anniversario di uno degli eventi che maggiormente identificano l’identità territoriale del territorio jonico-etneo, cioè la “Calata” del simulacro di San Filippo Siriaco, dal Castello in alto al borgo in basso.
Già dalla mattina della terza domenica di maggio i festeggiamenti entrano nel vivo, quando numerosi fedeli e visitatori si danno appuntamento nella Chiesa del Santissimo Crocifisso per assistere alla Messa e per vestire il Santo con i fiori. Poi nel primo pomeriggio il fercolo, portato a spalla dai fedeli, scende in una vertiginosa e spettacolare “corsa” dal castello di Calatabiano. Precede, inoltre, la tradizionale Calata il “Corteo Storico” della corte dei Cruyllas, in costume d’epoca.
Il sabato alle ore 18.30, ogni anno dal lontano 1766, si ripete l’antico rito della “Calata di San Filippo”, protettore del paese. San Filippo nacque in Siria nel 40 d.C., in piena dominazione romana. Sin dall’infanzia fu educato ai principi del Cristianesimo che già si stava propagando in quelle terre testimoni della vita di Gesù. La sua fama di guaritore e di esorcista accrebbe la sua popolarità. Una leggenda celebre è quella di Calatabiano: si narra che un giorno S. Filippo fu sfidato da Satana a provare la potenza di Dio. Il demonio legò il santo con delle pesanti catene, ma Filippo si liberò facilmente; in seguito Filippo legò Satana con un filo della sua barba e lo inseguì fino all’inferno, da dove uscì ricoperto di fuliggine, per questo motivo il Santo viene raffigurato tutto nero.
La domenica successiva si svolge la “Salita di San Fulippu”, cioè la risalita del Santo al monte Castello. Il simulacro, pesante 13 quintali e contenente il busto reliquiario del Protettore, viene portato a spalla e di corsa (in soli 6 minuti) per il ripido sentiero, fra sassi e gradoni di pietra, che dalla chiesa del Castello conduce in paese, fino all’ingresso nella Chiesa Madre.
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