Una commedia alla Rohmer per un regista di Madrid paragonato a Woody Allen, “La Isla Bonita” è una piccola, deliziosa opera presentata al Festival del Cinema Spagnolo, giunto alla sua nona edizione. Ne sono protagonisti un manipolo di bravi e non notissimi attori, che prestano quasi tutti il vero nome di battesimo ai rispettivi personaggi: “Fer” per gli amici, è l’alter ego del cineasta iberico Fernando Colomo, mentre l’amico Miguel Angel, la scultrice Nuria e sua figlia Olivia compongono il quadro familiare e amicale in cui si sviluppa la vicenda.
Ma lo sfondo prescelto ha, per una volta, pari dignità rispetto agli attori, assurgendo a protagonista senza voce: l’isola di Minorca, gioiello forse meno lucente dell’arcipelago delle Baleari, ma proprio per questo più a misura d’uomo. Rispetto a Ibiza, Formentera e Maiorca, è infatti quasi un’oasi di pace: i suoi abitanti, rifuggendo dai troppo facili guadagni del turismo di massa, hanno cercato, per quanto possibile, di preservare la bellezza incontaminata di magnifiche calette, spiagge idilliache, villaggi romantici e antiche rovine le cui origini si perdono nella notte dei tempi.
A Minorca non regna incontrastato il chiasso delle orde di turisti in cerca del divertimento a tutti i costi, non c’è la bulimia edonistica di Ibiza e Formentera, ed è anche meno cementificata delle altre isole – anche se purtroppo gli “ecomostri” ci sono anche lì, così come sono presenti cedimenti al (dubbio) gusto dei moderni invasori in bermuda e ciabatte: notoriamente meta di vacanzieri inglesi, anche Minorca pullula di pub e televisori sintonizzati sulla Premier League…
Tuttavia, l’isola può offrire molto agli amanti della natura: il 40% della sua superficie è coperto dai boschi, con distese di pini domestici e pini di Aleppo. Notevole è anche la varietà delle specie arboree presenti: nei fossati in pietra ormai prosciugati, barrancs in catalano, crescono fino a 200 tipi di piante di cui 25 endemiche. Anche alcune specie animali sono strettamente legate all’ecosistema locale: i cavalls, ad esempio, appartengono a una razza equina originaria dell’isola.
L’area è stata inoltre dichiarata dall’UNESCO Riserva della Biosfera per la sua singolare varietà florofaunistica, in particolare per la presenza di vari tipi di piante e animali come le vacche rosse, il nibbio, l’aquila e il falco, le tartarughe marine e l’avvoltoio. Anche per questo la minore delle Baleari è una delle mete degli organizzatori di viaggio di AITR, come Walden Viaggi a piedi, che propone un affascinante trekking dal titolo “Minorca Camì de Cavalls”, con partenze a maggio e a settembre.
L’isola, comunque, può essere esplorata, per chi vuol muoversi in autonomia ma anche in relax, con un sistema di trasporto pubblico capillare ed efficiente, per una realtà insulare così piccola, che collega i centri di Maó, Fornells e Ciutadella; si può gustare la gastronomia locale evitando i luoghi del divertimentificio e scegliendo piatti autoctoni, come le celebri cozze di Minorca o il tonno crudo. Il tutto all’insegna del motto preferito dagli isolani, a indicare l’ineluttabile trascorrere del tempo e il vano affannarsi di chi insegue le mode a tutti i costi: “Poc a poc”.
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