Adoro ascoltare mia figlia quando mi parla degli amici, dei loro interessi, delle responsabilità ecologiche per cambiare e soprattutto sensibilizzare il prossimo per vivere in un mondo migliore.
Ieri ho accettato il suo invito quando mi ha chiesto: vuoi conoscere Dario Nardi, biologo marino, fotografo, produttore video? Ha percorso l’Europa, dalle montagne Marocchine alle coste Messicane, 16.000km sulle strade Australiane, dai vulcani del Nicaragua alle umide foreste pluviali del Costarica, dalle nere isole Canarie alle candide quanto minuscole isolette dei Kuna Yala a Panama .
Dario, ferrarese, è un giovane trentenne. Vive migrando. L’immobilità non fa per lui. Costantemente in movimento, per ritrovarsi o per perdersi, per opportunità o per disperazione, per arricchirsi di bellezze naturali e per evolversi .
Un nuovo viaggio a fine luglio avrà inizio e questa volta mette a disposizione gambe e cuore per veicolare il suo messaggio di coscienza ecologica: una dimostrazione di come ogni persona con piccoli gesti potrebbe cambiare le cose anche solo facendo scelte differenti e ragionate. Le alternative sostenibili esistono già in tutti i più comuni ambiti del vivere quotidiano.
Dario è coinvolgente: “sai che 300milioni di tonnellate di plastica vengono prodotte ogni anno nel mondo? Che 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare ogni anno? Che 600 specie di animali ingeriscono per errore materiale plastico che risalendo la catena alimentare giunge fino a noi?
Senza neanche rendercene conto ci ritroviamo sommersi di plastica,un materiale così familiare e reperibile da accompagnarci in ogni aspetto della nostra vita. Piatti, bicchieri, forchette, cucchiai, cucchiaini, tazze,tazzine, coltelli, sacchetti, buste della spesa, bottiglie, guanti, cannucce, spazzolini, rasoi, cotton fioc, vaschette, tappi, palette per il caffè, mascherine, salviette, tovaglie e addirittura ciabatte, mutande, calze, copriscarpe, tutto il packaging alimentare e molto, molto altro ancora. Tutto rigorosamente MONOUSO. La maggior parte di questi oggetti, soprattutto i sacchetti di plastica, hanno una media di utilizzo in termini di tempo che non supera il quarto d’ora.
Ricapitolando: utilizziamo una materia prima che ha impiegato milioni di anni a formarsi per produrre oggetti monouso che esauriranno la loro funzione in pochi minuti per poi tornare all’ambiente ed inquinarlo per altri milioni di anni. Tutto sensato.”
Ha organizzato un viaggio di migliaia di chilometri in bici ( bici inconsueta e perfetta allo scopo grazie al telaio in Bambù messo a punto tramite la collaborazione con “Bam cicli” che si è resa disponibile a credere e ad appoggiare il progetto. Il materiale tecnico quindi, dal mezzo di trasporto all’equipaggiamento stesso, sarà costituito il più possibile da materiali alternativi, riciclati o ecocompatibili) usando il percorso stesso come grido di aiuto per dare voce ad un messaggio importante: fotografare e riprendere sono gli strumenti per documentare i luoghi e le persone che possano delineare al meglio la realtà che si scontra contro questa tragica emergenza ecologica.
Quasi tutto il percorso si articolerà lungo la costa Pacifica, l’oceano più colpito da questa catastrofe ecologica. L’intento è quello di effettuare foto, riprese ed interviste atte a documentare l’effettivo stato in cui verte questa area costiera a livello ambientale e in secondo luogo indagare sull’impatto che questo fenomeno genera sulle popolazioni locali.
Durante il viaggio/progetto di 6 mesi, ad impatto zero, che copre più di 5000 km, ecocompatibile ed etico in bici, da Quito in Equador a Santiago del Cile, Dario dimostrerà che esistono alternative per ogni oggetto utilizzato in viaggio,come nella vita quotidiana, alternative alla plastica,che tanto logora il nostro Pianeta. Ci tiene a precisare che si ritiene “un normalissimo cittadino del mondo che prova a lanciare il suo messaggio, perché tutti noi possiamo fare la nostra parte, per restituire al pianeta una minima porzione di ciò che ci ha donato da quando siamo nati, e dovrebbe diventare un obbligo morale per tutti, senza imposizioni. Dallo stagno dietro casa all’Oceano Pacifico, dalla collina assolata a pochi chilometri da noi alla cordigliera delle Ande, dal parchetto alle immense distese del deserto di sale Boliviano: tutto dovrebbe beneficiare dello stesso grado di rispetto e protezione necessario affinchè continuino a rimanere bellezze di tale entità”.
Aderendo ad iniziative già avviate da associazioni come AVAAZ.com e GREEN PEACE sarà possibile dare riverbero e sostenere le petizioni con le quali si chiede un cambio radicale sulla commercializzazione di plastica nell’ambito del monouso e della cosmetica, settori che fanno largo uso di questo inquinante mettendo a repentaglio la sopravvivenza di moltissimi ecosistemi del pianeta in nome di una comodità che non possiamo più permetterci.
Rispettare e assicurare un futuro a tutto ciò che ci circonda è ormai solo questione di scelta. La vostra qual è?
Dunque….Se volete salutare Dario, dire la vostra, proporre le vostre collaborazioni scrivete a info@oceantraceless.com e per seguire il viaggio: http://www.oceantraceless.com/