
Food, farming and hunger – www.oxfamamerica.org
Di cibo italiano si parla già molto ma meno del suo rapporto con la sostenibilità. Per fortuna che ci ha pensato Oxfam Italia che, in collaborazione con Next-Nuova Economia per Tutti e John Cabot University di Roma – ha stilato il report “Il valore della filiera del cibo – L’analisi Scopri il Marchio applicata alle aziende dell’agroalimentare italiano“.
La prima parte dello studio si è concentrata sulle politiche di due grandi aziende: Barilla e Ferrero. Sette i temi chiave analizzati: il rispetto dei diritti dei produttori e dei lavoratori agricoli; l’attenzione alla tematica di genere; la gestione della terra e dell’acqua utilizzate nel processo produttivo; le politiche di contrasto al cambiamento climatico e il grado di trasparenza dell’operato dell’azienda.

Mangiare sostenibile – www.youthunitedpress.com
Quanto è stato scoperto – basandosi su dati resi pubblici dalle aziende – stupisce poco: entrambe le aziende hanno grossi margini di miglioramento, nonostante lavorino già in direzione della sostenibilità. Se Barilla è molto attenta all’utilizzo delle risorse naturali e a contrastare i cambiamenti climatici, Ferrero è attiva nel rispetto dei diritti dei lavoratori. Il punto debole? Le politiche di genere, vale a dire l’integrazione delle lavoratrici provenienti dai paesi in via di sviluppo.
«Con questo rapporto, pubblicato nell’anno in cui l’Italia ospita Expo sul tema Feeding the Planet, Energy for Life, Oxfam – spiega Roberto Barbieri, direttore generale dell’ong – si propone di stimolare le aziende italiane dell’alimentare a interrogarsi sulla sostenibilità delle proprie filiere. Il ruolo di grandi aziende come Barilla e Ferrero è significativo, perché esemplare per tutte le altre. Se l’obiettivo è quello di migliorare le condizioni di vita di centinaia di migliaia di contadini, garantire i loro diritti e rispettare il pianeta, un miglioramento delle loro politiche e dei loro comportamenti può contribuire a sconfiggere fame e povertà. Per costruire un sistema alimentare globale davvero capace di assicurare a tutti, nel mondo, accesso al cibo, oggi e in futuro è dunque fondamentale passare attraverso la ridefinizione delle scelte aziendali di chi produce cibo».
Ma la sfida non riguarda solo le grandi aziende: la seconda parte dello studio è infatti dedicata alle medie imprese, cui è stato erogato un test di autovalutazione.
Il 27 settembre Oxfam Italia e Next si confronteranno direttamente sulla sostenibilità del cibo made in Italy, all’ Expo di Milano, con aziende, ricercatori e consumatori.
Tag:Barilla, cibo, Ferrero, John Cabot University, Next Italia, Oxfam