Viaggiare è un diritto di tutti, solo che c’è chi, per un motivo o per l’altro, incontra maggiori difficoltà nel farlo.
È da questo concetto che nasce l’avventura di tre ragazzi, che decidono di percorrere l’Europa in lungo e in largo, partendo dalla Germania, fino alla costa atlantica francese. Nulla di così speciale se non il fatto che ognuno di loro simuli una disabilità, il primo si finge muto, il secondo si immedesima in un non vedente e il terzo in un non udente, invertendo i ruoli ogni settimana.
Il film, dal nome “Three monkeys, one journey”, presentato per la prima volta in Olanda, all’Eindhovens Film Festival, vuole sensibilizzare sulle varie difficoltà che deve affrontare chi non ha udito, vista o l’uso della parola, in un contesto che ad altri risulterebbe più semplice, come quello del viaggio. Ma è anche simbolo di solidarietà e di aiuto reciproco. Bart, David e Jakob, infatti, si spalleggiano compensandosi in varie situazioni, dall’attraversare la strada al navigare in un fiume. Da un folle esperimento, quest’esperienza assume un significato diverso: non riescono più a fare a meno gli uni degli altri. Inoltre, essendo privati di alcuni dei sensi con cui per tutta la vita sono stati abituati a rapportarsi, si ritrovano a scoprire nuove forme di comunicazione e di percezione del mondo.
Uno dei protagonisti, che ha delle bende agli occhi che gli impediscono di vedere ciò che lo circonda, scopre un altro modo di concepire l’ambiente esterno: “Ti trovi permanentemente nel tuo piccolo mondo immaginario che si sposta fra pensieri e sogni, è come se assimilassi la bellezza delle cose in modo più cosciente.”
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