Esistono luoghi in posizioni geografiche impensabili, in cui l’intervento umano dà la sua migliore espressione nel suo fondersi con la natura. É stato questo lo spirito che mi ha portata a organizzare un piccolo tour fra borghi unici nel loro genere, partendo dal Sud della Puglia. Questo è un percorso da compiere preferibilmente nelle stagioni intermedie, per evitare la calura e la folla estiva. È possibile optare anche per l’inverno, ma si consiglia di affrontarlo in una giornata soleggiata, perché si svolge a piedi. Dal finestrino, la litoranea adriatica preannuncia dei piacevoli paesaggi, mentre la chioma di interminabili file di ulivi è lì a far compagnia al viaggio. Di passaggio, si intravede l’alternanza fra il verde e l’azzurro della Riserva Protetta di Torre Guaceto, un nome che ha preso posto nel mio elenco delle località da visitare il prima possibile.Pochi chilometri più a Nord, si arriva a Ostuni, “la città bianca” e il motivo di questa denominazione è facilmente deducibile: un insieme di casette color calce spicca sulla sommità di un’altura, il cui colore dominante è quello delle colture. Percorrendo la stradina che a spirale avvolge tutta la città fino al punto più alto, si rimane estasiati da questo panorama che nulla ha da invidiare alla Grecia da cartolina.
Le attività turistiche si fondono con la tranquilla vita quotidiana dei suoi abitanti; è comune infatti vedere i panni stesi delle persone, all’apparenza inconsapevoli di vivere in un luogo così speciale. Si sale fino alla Cattedrale (ingresso a pagamento – € 1,00), per poi arrivare ancora più su, fino ad ammirare l’affaccio sul mare dal punto più alto. Sono molto caratteristici i localini con i cuscini colorati sui gradini, in netto contrasto con il candido contesto e le botteghe che offrono i prodotti locali a seconda della disponibilità stagionale.
Ma il momento più coinvolgente a livello di sensazioni è stato quello legato a una porta azzurra, nel bianco incontrastato (vedi immagine principale), che stimolava l’immaginazione su cosa si sarebbe trovato nel caso in cui si fosse potuta attraversare.
A malincuore, ho salutato Ostuni per spingermi più verso l’entroterra, confortata dalla quantità di cose belle che mi avrebbero aspettato.
Il percorso prevedeva innanzitutto una tappa a Cisternino per pranzo: quale modo migliore per onorare questo luogo, se non con la tradizione culinaria che lo contraddistingue?
Qui l’impatto è notevole, si passa da un bianco puro ad una tonalità più calda: il color miele della pietra.
Una strada separa l’affaccio sulla fertile Valle d’Itria, dalla parte più antica del borgo, ossia una piazzetta coccolata dai negozietti e dalle trattorie che la circondano.La gentilezza è di casa e, benché siano molti i turisti, anche stranieri, che si lasciano guidare dal palato per raggiungere questo posto, l’idea della dimensione popolare di questi locali è rimasta intatta nel tempo.
La tipicità è senz’altro contraddistinta dalle carni, dalla “bombetta”, al “fornello”, all’insolita carne d’asino.
La differenza consiste nel fatto che viene data la possibilità di scegliere il prodotto da crudo, si pesa e si cucina a vista. Non è comunque l’unica specialità, si può assaporare un’ottima pasta fatta in casa e degli ottimi funghi locali.
Per l’ultimo tratto si cambia provincia, è tappa obbligatoria una volta nella vita affacciarsi a Polignano a mare, a parer mio, la cittadina emblema del romanticismo.
Qui il fascino della località marittima è espresso nella sua dimensione più dolce: un pendio che scende dolcemente fino a scivolare su un affaccio scenografico sul mare.
Vederlo nella sua parte alta è sensazionale: la statua di Domenico Modugno, con le braccia aperte, che sembra voler “volare” si staglia in questo cielo “dipinto di blu”.
Ma è scendendo che si prova una sensazione deliziosa: la discesa a mare è composta da ciottoli che ad ogni onda sembrano comporre una melodia.
L’intreccio di strade nella parte più antica, sebbene ormai sia divenuto perlopiù turistico, rivela dei dettagli inaspettati; un poeta di strada dall’animo sensibile ha voluto dedicare dei versi sparsi per la città, delle vere dichiarazioni d’amore per questo luogo speciale.
Il modo migliore per salutare Polignano è senz’altro dall’Abbazia di San Vito, uno scorcio incredibile, che abbina l’architettura e la storia al legame unico che questo luogo ha con il mare: un legame “meraviglioso”. Consigli spiccioli: Per quanto riguarda i luoghi dove mangiare, il consiglio è quello di fermarsi nell’entroterra, come suggerito dal tour, per riuscire ad evitare menù turistici e mantenere i costi bassi. Per gli spostamenti, si può viaggiare in treno (con FSE o Trenitalia), come in auto. Se si sceglie quest’ultima opzione, si consideri che il parcheggio si trova fuori dai centri abitati, per cui potrebbe rivelarsi la scelta più comoda solo per flessibilità di orario, più che per agilità nel raggiungere i punti d’interesse. Nella maggior parte dei casi, la sosta è gratuita nei mesi non estivi.
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