
La Cascata delle Marmore
Siete venuti dalle mie parti, a visitare la Cascata delle Marmore. Avete scoperto che c’è un biglietto da pagare per entrare nel parco. Avete scoperto che c’è un parco, non solo – come qualcuno accanto a voi insinua – “un po’ d’acqua che cade”.
Siete fortunati: avete ai piedi scarpe comode, chiuse, adatte a un parco escursionistico, perché questo è il parco della Cascata delle Marmore, un insieme di 6 sentieri, di cui 4 panoramici sulle acque in caduta, immersi nella macchia mediterranea, in bilico su una rupe di circa 160 metri di altezza.
Vi chiedete cosa significhi quel “165m” che gli operatori del parco portano scritto sulla maglia, rossa o blu. È l’altezza della Cascata, il dislivello tra il fiume Velino che si getta e il fiume Nera che lo accoglie.

Il parco della Cascata delle Marmore
Siete, per puro caso, al Belvedere Superiore e scoprite che di acqua adesso non ce n’è: dovete pazientare un paio d’ore per ammirare il fiume in piena.
Il vostro sguardo perduto, sconsolato e deluso, convince l’operatore di biglietteria a confidarvi quel che non è poi un gran segreto: la Cascata non è naturale, è regolata da una diga mobile (la prima al mondo! Pensata e qui realizzata per conciliare esigenze energetiche e paesaggistiche) e c’è a valle una centrale idroelettrica che sfrutta la potenza dell’acqua e il dislivello per produrre energia.
Bene, decidete di pazientare un paio d’ore e nel frattempo allietate corpo e sguardo nel sottobosco pianeggiante del sentiero 5.
Immersi come siete nell’armonia fra uomo e natura, perdete il conto del tempo che passa e siete risvegliati dal suono potente e prolungato della sirena che preannuncia l’apertura imminente delle acque.
Vi incamminate all’ingresso del parco.

Il Parco della Cascata delle Marmore
Il vostro cuore accelera e “vi parla nel battito delle vostre scarpe”, proprio come avete letto in http://mytherapy.it/archeofantasia/, perché voi siete di quelli che quando visitano un posto ne leggono prima delle storie.
L’emozione sale, vi intrattenete ai negozi di souvenir per far contenti i bambini che forse avete con voi, prendete acqua da bere, il cuore ha fretta, superate il ponte e sotto vi scoprite un fiume che accelera anche lui.
Arrivate all’ingresso del parco e state per cominciare la discesa degli 81 scalini e sapete con certezza che la Cascata sta raggiungendo la sua piena portata, primo perché il famoso “fragore delle acque” vi scuote l’anima e secondo perché un arcobaleno così intenso da poterlo toccare vi fende lo sguardo.
Eccovi qua.
Alla fine dei gradini, vi avvicinate a una torretta chiamata Specola e nel frattempo guardate a destra – non potete farne a meno -: l’acqua cade imponente eppure sobria, fragore eppure silenzio, vicina e immensa, spuma bianca nel verde, suono, melodia, poesia.
Vi dimenticate di tutto. Degli umori, dei dolori, della fatica, della desolazione, della solitudine. E anche di quella parvenza di felicità ed equilibrio, delle gioie pure e di quelle sottili. Del lavoro, della vacanza. Del tempo, delle stagioni. Di tutto.
Restate solo voi, il cuore e il fragore delle acque che vi fanno scoprire il nucleo vero del vostro sé, che vi parla: lasciatelo parlare, non giudicate, accogliete i vostri sogni e i desideri della vostra vera essenza. Qui ci lascerete emozioni e pensieri e battiti del cuore. È per questo che qui pare esserci tanto amore. È il cuore di ognuno che qui batte ancora, batte sempre. È l’acqua che parla, l’acqua che è il primo elemento di un uomo, l’elemento primordiale e vitale, l’acqua che disseta il corpo e pulisce la mente. Questo è un luogo di acque e di scoperta di sé.
Non appena riuscirete a staccare gli occhi da questo spettacolo, vi incamminerete giu per il sentiero 1, ma questo è tutto un altro viaggio. Un misto di malinconia vi accompagnerà. Un’emozione imprecisata a cui non riuscirete a dare un nome.
Sorridete!
Quell’emozione siete voi!
(continua)
Tag:acqua, cascata delle marmore, Umbria