Si è dibattuto di responsabilità ambientale e sociale, nell’incontro organizzato ieri mattina dal Campania ECO Festival a Villa de Ruggiero di Nocera Superiore e a cui ha partecipato anche Luciano Lauteri in rappresentanza dell’Associazione Slow Tourism. Dopo i saluti e le presentazioni di rito, ad aprire la parte relativa agli interventi è stato Vincenzo Capasso referente nazionale di Let’s do It, Italy che ha illustrato alla platea ‘Let’s do it Mediterranean’, un progetto volto a fermare l’afflusso di rifiuti nel mar Mediterraneo. “Il progetto iniziale è nato in Estonia – ha spiegato Capasso – dove in alcune zone mappate all’interno di parchi nazionali erano presenti rifiuti. In una giornata è stato risolto il problema tant’è vero che oggi non sono più in programma operazioni di pulizia. In Italia troviamo una situazione completamente diversa. La problematica piu importante che ci siamo trovati ad affrontare nel momento in cui abbiamo deciso di replicare l’esperienza estone è stato il mettere insieme le associazioni per fare Rete. Ad oggi il network comprende 200 associazioni, che ogni anno si muovono per eventi di pulizia e di sensibilizzazione”.
E’ stata poi la volta dell’ingegnere ambientale Roberta Maffettone, che ha portato alla ribalta alcuni dati riguardo la sostenibilità ambientale che fanno realmente riflettere. “Si sente sempre più parlare di impronta idrica che rappresenta quell’ indicatore che definisce il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre i beni e i servizi consumati da un ‘individuo, comunità o impresa. N0n tutti sanno che sono necessari 140 litri d’acqua per una produrre una tazza di caffe da 125ml, mentre per un paio di jeans sono necessari addirittura 8000 litri d’acqua. Dalle ultime ricerche effettuate il 63% dei consumatori ha già sentito parlare di sostenibilità ma solo il 19% ritiene di conoscerne il significato, mentre 3/4 dei consumatori accetterebbero di pagare di piu per un prodotto maggiormente garantito in termini di sostenibilità ambientale”. La Maffettone si è poi soffermata sui concetti di impronta ecologica, e cioè il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle, ed impronta di carbone l’indicatore che rappresenta l’emissione di gas clima-alteranti “Cina, Stati Uniti ed India, paesi che non hanno aderito al Protocollo di Kyoto continuano ad essere in cima alla classifica dei paesi che producono più CO2”.
L’avvocato Rosita Pannullo responsabile locale dell’Unione Nazionale Consumatori si è soffermata sui diritti dei consumatori in un periodo in cui siamo “vittime consapevoli di pubblicità, moda e più in generale di situazioni che denunciano la nostra superficialità e soprattutto dimostrano che non utilizziamo la nostra possibilità di indirizzare il mercato. Il consumatore oggi è più attivo, vuole consumare in maniera responsabile, molto piu rispetto al passato. Mi piace definirlo come un “consumattore” considerato che con le proprie scelte può sostenere un consumo sostenibile e premiare allo stesso tempo le imprese virtuose. A chiudere questa prima parte caratterizzata dagli interventi tecnici è stato chiama il comandante della polizia locale di Nocera Superiore Giovanni Vitolo, che nella propria presentazione ha presentato il lavoro svolte dalla polizia municipale in termini di contrasto degli illeciti ambientali.

Al centro Luciano Lauteri di Slow Tourism insieme a Nicoletta Fasanino, Resp. CEF Lab. e Mariano Di Palma di Libera Campania
Luciano Lauteri, presidente di Slow Tourism, riprendendo i temi del convegno ha sottolineato come sia palese il fatto che ” che l’impatto sulle attività economiche del degrado ambientale rappresenta un grande problema economico, che allontana inevitabilmente i flussi turistici in quei territori. Non possiamo prescindere dalla pulizia del territorio e non possiamo prescindere dal rispetto dei parametri ambientali. Il mondo sta cambiando in positivo, oggi c’è una maggiore responsabilità nel consumo e nell’offerta critica, due mondi che si stanno avvicinando. L’impresa turistica è sempre più sensibile alle tematiche ambientali, spinta anche da interessi economici.
C’è comunque ancora molto da lavorare, considerato che alla forte domanda non corrisponde ancora una corrispondente offerta, ma siamo di fronte ad una tendenza inarrestabile in cui il turismo sostenibile che prima era di nicchia, di elite, ora è diventato un movimento, in cui il turista diventa viaggiatore. Un viaggiatore sempre più informato. Per queste ragioni il viaggiatore non può essere preso in giro, l’ offerta reale deve corrispondere ai parametri che si offrono, un’offerta che consenta al viaggiatore di vivere autenticamente il territorio e di conoscerne la storia e la cultura. Come Slow Tourism, nel nostro piccolo, stiamo provando a consolidare questa cultura, abbiamo costituito un giornale e stiamo allargando la nostra rete anche all’estero, con l’imminente apertura di Slow Tourism Francia. Attraverso il network che promuove la medesima filosofia, crediamo sia più facile fare promozione dei territori ed accrescere le opportunità di sviluppo per le imprese.
Ha chiuso la tavola rotonda Mariano Di Palma, dell’Associazione Libera Campania “E’ dal 1988 che la Campania è diventata terra dello sversamento di rifiuti, e oggi dopo più di 25 anni sembra esplodere il problema. Ritardo del corso processuale ma anche delle risposte in generale. La cosiddetta Terra dei Fuochi è un fenomeno ben più ampio, sia dal punto di vista territoriale che da quello della sostanza.Noi preferiamo parlare di bioecidio ed ecocidio, anche dal punto di vista della devastazione ambientale in generale”.
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