Albi è una cittadina calda e accogliente come il colore dei suoi mattoni. Riesce a mantenere una dimensione umana nonostante la sua importanza a livello turistico, infatti si tratta dell’unica altra città francese, oltre a Parigi, ad essere iscritta in due liste distinte UNESCO, il Patrimonio mondiale e la Memoria del mondo.
Il suo centro storico, piccolo e raccolto, è inversamente proporzionale al suo simbolo, la Cattedrale di Santa Cecilia, la più grande cattedrale al mondo fatta di mattoni, con i suoi 113 m di lunghezza, i suoi 35 m di larghezza e con un campanile alto ben 78 metri. La sua costruzione, a partire dal 1282, doveva infatti dimostrare con la sua imponenza l’affermazione del potere della Chiesa Cattolica sugli eretici. La scelta di utilizzare i mattoni fu strategica, in controtendenza all’opinione comune che associava la Chiesa allo sfarzo. Nonostante si tratti di un materiale povero, tuttavia, la sua imponenza e la meticolosità dei dettagli al suo interno sono sintomo di una ricchezza artistica non indifferente. Dall’entrata, si può ammirare il meraviglioso affresco sul soffitto, che narra il Giudizio Universale, e che rappresenta una parte dei 18.500 metri quadri totali di superfici dipinte. Ma anche un altro elemento colpisce lo sguardo dell’osservatore: l’immenso organo a canne che domina l’altare dall’alto. Degno di nota è anche il tesoro, in cui sono conservati oggetti liturgici e reliquiari.
Non lontano dal tesoro, si trova il cuore dell’edificio: il Grande coro (il Jubé), riservato ai canonici. Al suo interno, si trovano scanni col baldacchino ed altri privi, a segnalare l’ordine gerarchico degli occupanti. A sormontarli, le statue degli angeli e dei pannelli di vari colori dal significato preciso: il rosso dell’amore divino, il blu del cielo e il bianco della purezza, presente nella pietra lavorata in sottilissimi merletti. A sovrastare il tutto, la statua di Santa Cecilia, protettrice dei musicisti.
All’interno della stessa piazza, si trova il Palazzo della Berbie, un’antica fortezza militare dal panorama sorprendente, dalle sue finestre si può infatti osservare l’armoniosa geometricità del suo giardino.
Al suo interno vengono conservate le opere dell’artista post-impressionista Henri de Toulouse-Lautrec, dalle bozze giovanili, alle litografie e ai manifesti che illustrava la vita bohémien francese, con i quali è spesso identificato. Nei suoi dipinti sono spesso presenti la figura della madre ed altri personaggi a lui cari, assieme ad elementi di caccia, di cui era appassionato. Nonostante per lui dipingere rappresentasse uno sforzo notevole a causa dei suoi problemi fisici (per completare un quadro di grandi dimensioni aveva bisogno di riprenderlo fino a 75 volte), era lui stesso ad ammettere “Non avrei mai dipinto se le mie gambe fossero state un po’ più lunghe”.
A pochi metri dalla piazza principale, si trova il Pont-Vieux, dal quale si può godere di una vista mozzafiato, con le costruzioni antiche a ridosso del fiume Tarn. Attraversandolo, ci si ritrova dall’altra parte della riva, nella parte in cui un tempo si trovava il pastificio e i mulini che servivano ad alimentarlo, grazie all’energia meccanica dell’acqua.
Altra tappa del percorso alla scoperta del centro storico sono la Collegiata di Saint-Salvi e il suo chiostro, in cui il romanico e il gotico si fondono. In quest’ultimo, si coltivano tuttora erbe aromatiche e medicinali, messe a disposizione di chiunque ne abbia necessità.
Per quanto riguarda la gastronomia, Albi offre un ottimo rapporto qualità-prezzo. A pochi passi dalla cattedrale, si trova il mercato coperto, in cui ci si può fermare per conoscere l’arte culinaria locale. Il mercato coperto è circondato da numerosi bistrot in cui fare una pausa pranzo gourmet a prezzi molto contenuti; il sabato mattina viene affiancato anche da un mercato all’esterno. La freschezza delle materie prime è garantita: non esiste un menu fisso, ma solo quello giornaliero, che cambia a seconda della stagionalità dei prodotti e della creatività dello chef.
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