Se la richiesta è quella di trovare un posto in cui la scaramanzia la faccia da padrone, la risposta sicuramente sarà Napoli. Nel capoluogo campano infatti le credenze sono molteplici, è un luogo magico in cui sacro e profano si mischiano continuamente, fino a non capire più dove termina uno e inizia l’altro.
Sono molte le dicerie popolari, che col tempo si sono consolidate e diffuse, fino a divenire tappe obbligatorie per chiunque visiti la città. E così, ad esempio, sono molti ad accorrere alla ricorrenza del Miracolo di San Gennaro, santo a cui sono affezionati tutti i partenopei, in quanto il mancato scioglimento del suo sangue si dice sia presagio di enormi disgrazie. Oppure, a chiunque visiti Castel dell’Ovo, viene raccontata la storia che vuole che Virgilio abbia posto un uovo sotto l’edificio prima della sua costruzione, e che questo sia l’oggetto che regge tutta la città.
E a tutto ciò si aggiunge il culto dell’oltretomba, tema al quale i napoletani sono particolarmente affezionati. Così, passeggiando nel Decumano Maggiore, si trova la Chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio, detta “delle anime pezzentelle” (povere), il cui teschio in bronzo all’esterno viene accarezzato ogni giorno da migliaia di turisti come porta fortuna. Anche al suo interno, l’edificio è ricco di simboli mortuari. Questo tema raggiunge il suo apice nel “Cimitero delle Fontanelle”, nella Napoli del sottosuolo (con ingresso gratuito, mentre la visita guidata è a pagamento). Questo luogo, come pochi esistono al mondo, è un ossario visitabile con delle peculiarità uniche: infatti, in passato, la popolazione “faceva uso” di questi teschi per le più svariate motivazioni, da chi li adottava per chiedere una grazia a chi invece chiedeva i numeri del lotto. Queste pratiche non sono più in uso, ma questo luogo ha ancora un significato particolare per tutti i napoletani.
Altro “must” è quello del corno, simbolo cardine della cultura e delle credenze partenopee. Attenzione però, per funzionare deve essere rigorosamente regalato da un’altra persona, la quale deve pungere con la punta del corno il centro della mano sinistra del ricevente, per attivarne le proprietà di protezione. Il corno deve essere di terracotta, per assorbire tutte le energie negative e rompersi una volta saturo.
Altra versione, più efficace, è quella del corno in corallo, rosso oppure macchiato (quest’ultima pare essere la versione più valida in assoluto), che se indossato come ciondolo protegge specialmente per quanto riguarda la sfera della salute.
Al di là di queste usanze più comuni, ce ne sono svariate che i turisti non conoscono, ma che i napoletani sentono parte della propria identità culturale.
Fra queste, quella del “Pesce di San Raffaele”, della Chiesa di San Raffaele a Materdei. Secondo tradizione, la statua deve essere baciata dalle giovani donne in cerca di marito oppure dalle donne sterili, per favorirne la fertilità, specialmente nella data del 24 ottobre. Il pesce, simbolo cristiano, ha l’accezione di abbondanza e di fecondità in quanto in passato, il popolo di pescatori, identificava con questo simbolo l’abbondanza.
Allo stesso modo, sempre a Napoli, esiste la cosiddetta “Sedia della fertilità”, che si trova nei Quartieri Spagnoli, in un piccolo museo dedicato a S. Maria Francesca (ingresso gratuito, vincolato da orari). Il rituale si svolge nel seguente modo: il 6 di ogni mese, una suora accoglie le donne che hanno difficoltà ad avere un figlio e le fa sedere su questa sedia, per chiedere la grazia, strofinandone il ventre con una reliquia della Santa. La casa è piena di oggetti mandati come ringraziamento da parte di coloro che sono riuscite ad avere un figlio in seguito al rituale.
Molti ex-voto si trovano anche nella Chiesa del Gesù Nuovo, vicino a S. Chiara. Questa chiesa, al centro di misteriose scoperte, custodisce al suo interno il corpo di San Giuseppe Moscati, che in vita fu medico e aiutò moltissimo la popolazione assistendone i malati. Anche qui, in un settore dell’edificio è possibile osservare i numerosi ex voto che tappezzano il muro, delle placche in metallo prezioso, raffiguranti la parte del corpo guarita dal Santo.

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Per ultima, ma non per importanza, la figura del Monaciell’, un personaggio tarchiato con il saio, che pare risieda fra le rovine di alcune abbazie di Napoli e pare sia stato avvistato in varie zone. Questa figura può avere influssi negativi o positivi, se dimostra simpatia, può far trovare soldi in casa o i numeri fortunati da giocare al Lotto. In caso contrario, fa sparire gli oggetti. Chiunque abbia avuto a che fare con questo personaggio, non lo deve raccontare a nessuno, e se ne ha avuto dei benefici in denaro, deve tenerlo per sè, pena la sparizione dei doni ricevuti.
Sono queste alcune delle tante credenze della cultura partenopea, fra note e meno note ed è magico scoprirle perdendosi fra i vicoli di Napoli, dove ogni luogo nasconde un significato misterioso.
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〈Immagini: http://lisoladeifavolosi.forumfree.it〉
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