I giorni della Pasqua sono molto sentiti dalla popolazione di Civita, piccolo Borgo di origine albanese nella provincia di Cosenza.
Porta Sud-Est del Parco Nazionale del Pollino, ha conservato nel tempo tradizioni e riti di grande spettacolarità e di intenso contenuto emotivo, i quali attirano ogni anno una moltitudine di fedeli e di curiosi, anche di altre città e stranieri. La manifestazione le “LE VALLJE DI CIVITA” sono giunte alla 546° edizione e vi aspettano il 29 Marzo 2016.
La “Settimana Santa“, “Java e Madhe” così chiamata dagli Arbëreshë per la maestosità delle ufficiature suggestive e solenni, ricche di simbologia, che contraddistinguono il rito ed evidenziano la profonda spiritualità orientale, contiene elementi tradizionali le cui radici affondano in epoche lontane.
Un’atmosfera gioiosa ed armoniosa segna la giornata del martedì 29 Marzo, dove il senso di appartenenza all’etnia diventa sempre più vivo, qui è come se si respirasse un’aria diversa, come se il vento portasse profumi di feste lontane, non solo nello spazio, ma anche nel tempo le tradizioni tornano ad essere realtà viva e musicale.
I costumi dai colori antichi e dalle stoffe preziose, che prima di noi hanno indossato giovani spose e belle donne, sembrano animarsi di vita nuova addosso alle fanciulle di oggi.
Questa magica atmosfera caratterizza la vallja, antica ridda, dolce, tragica e struggente che ricorda l’eroe Skanderbeg che guidò il suo popolo in terra di Calabria. Secondo la tradizione, questa festa è la commemorazione di un avvenimento storico molto importante per la storia degli arbëreshë, la vittoria riportata da Giorgio Castriota Skanderbeg, il quale, alla guida di un piccolo esercito, sconfisse le armate turche salvando la cittadella di Kruja il 24 aprile 1467. Una ballata tramandata di generazione in generazione, di canto in canto, che oggi è diventato un accattivante e avvolgente suggestione fonetica cantata e ballata al ritmo di strumenti quali fisarmonica e organetto. Sono danze e canti corali che gli albanesi d’Italia intonano per rievocare le gesta epiche dell’eroe albanese Skanderbeg.
La vallja, costituita da una catena di Arbëreshë che si tengono per mano, cantano e danzano inneggiando alla libertà, si muove imprigionando i forestieri tra le sue spire, essi rappresentano i Turchi che vengono liberati dopo aver pagato il simbolico riscatto, che nella circostanza consiste nell’offerta di liquori e dolci in un bar vicino.
La popolazione arbëreshe rimane così collegata idealmente al suo passato epico e con questa particolare manifestazione, tende a saldare i principi etnici per mantenere compatta la comunità.
Tag:Calabria, Pasqua, tradizione