Il canyoning, anche detto torrentismo, consiste nel discendere a piedi corsi d’acqua che scorrono all’interno di strette e profonde gole scavate naturalmente nella roccia con forte pendenza; si tratta di bacini che presentano una portata d’acqua ridotta, generalmente non superiore ai 200 litri al secondo. All’interno di una forra, sono presenti ostacoli rappresentati dalle cascate, da superare con tuffi, scivolate o passaggi di arrampicata in discesa.
La storia del canyoning è abbastanza recente: a cavallo tra il XIX e il XX secolo, lo speleologo francese Alfred Martel, famoso esploratore di abissi e fiumi sotterranei, dette l’avvio a questa pratica in senso esplorativo e poi sportivo.
Anche se viene praticato in un ambiente angusto e apparentemente inospitale, il canyoning non ha motivo di essere definito sport estremo: è un’attività per tutti. Anche se non è richiesta una preparazione atletica specifica, l’allenamento giocherà un ruolo fondamentale, soprattutto se il livello della pratica si farà più impegnativo e con distanze più grandi da coprire: sarà quindi quantomai indispensabile una buona capacità di resistenza a sforzi prolungati e una buona padronanza delle tecniche natatorie e di arrampicata.
I percorsi hanno una durata dalle 2 alle 8 ore, a seconda del grado di impegno e di difficoltà; sono però anche presenti itinerari più lunghi.
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