E’ arrivato l’autunno, periodo ideale per visitare una delle regioni più affascinanti della Francia, l’ Alsazia, nella ricorrenza poi quest’anno del 60° anniversario dalla creazione della “Strada dei Vini d’Alsazia”. Questa particolare strada infatti venne creata nel 1953 e si snoda oggi come un serpente lungo più di 170 km, attraversando 70 villaggi vinicoli e coinvolgendo oltre 1000 produttori.
E così parto da Ferrara e dopo 700 km arrivo a Colmar ammirando lungo il viaggio villaggi punteggiati di casine, piccole chiese e grandi cattedrali. La città è un vero gioiello urbanistico di 70.000 abitanti. E’ ricca di numerosi corsi d’acqua debitamente canalizzati nel corso della storia proprio per favorire l’intenso scambio di commerci che qui confluivano . Il clima è mite e posso così gustare uno straordinario inizio d’autunno con i suoi splendidi colori ambrati.
Ed è bello camminare per le vie piene di fiori (tra cui primeggiano i gerani) presenti in ogni casa e ad ogni angolo di strada. L’occhio percepisce un gusto ed un’arte straordinari nel disporli, si avverte un radicato amore per la natura unito ad una raffinata cultura della politesse. Incontri così le particolari case a graticcio colorate, a pans de bois, abitazioni in pietra (un tempo privilegio di borghesi e nobili) e case più modeste con spazi interni più angusti e le pareti esterne ricoperte di legno a strati disposto a croce e riempito di paglia e malta o mattoni ed intonaco.
E poi i vigneti, stupende distese dorate che sembrano ‘avvolgere’ e proteggere il villaggio, ogni singola casa.
Il vigneto alsaziano, riparato dai venti freddi ed umidi, è abbarbicato su pendii ad un’altezza che varia dai 150 ai 400 metri, costeggia il Reno nel tratto sud est del fiume con una ampiezza che varia da 1 a 5 km ed una lunghezza di quasi 100 km. Può beneficiare di uno dei climi più secchi di Francia e di un tempo particolarmente soleggiato fino ad autunno inoltrato. Il suolo presenta una composizione molto varia, dai calcari e marmi fino alle rocce granitiche, dai grès alle sabbie e ai limi. La demarcazione dei diversi vini coincide all’incirca con quella dei Dipartimenti. Primeggiano tra tutti in qualità i vini dell’Alto Reno ovvero quelli del sud e più precisamente i vigneti attorno a Colmar.
La storia dice che qui la vite è arrivata in epoche più tarde rispetto ad altre zone dell’Europa ma già dal Medioevo i vini di questa regione godevano di una grande notorietà sotto la denominazione di Vins d’Aussay.
L’Alsazia è una delle rare regioni di Francia ove i vini sono indicati anche con il nome del vitigno dal quale derivano. Sei vitigni infatti producono i vini bianchi d’Alsazia Gewürztraminer (vino aromatico – Würte in tedesco significa spezie ) Tokaj-Pinot Gris (vino opulento e ben strutturato), Riesling (il re dei vini d’Alsazia con un bouquet di grande delicatezza), Muscat d’Alsace (un moscato con gusto molto rinfrescante da vitigni muscat petite grains e ottonele), Silvaner (vino leggero secco e fruttato), Pinot Blanc (morbido ed equilibrato). Un solo vitigno produce vini rossi e rosati, il Pinot Noir.
La vendemmia ha inizio già dalla fine di settembre ed è sicuramente un’avventura unica per gli amanti del turismo slow. Vendemmiatori provenienti da ogni paese e regione operano con passione e cura particolare nella raccolta dei singoli grappoli. Viticoltori ospitali ed esperti danno loro il benvenuto nella propria azienda (domaine) ed iniziano insieme il magico ‘rito’ della vendemmia che si concluderà, al termine del ciclo, con la produzione del Re dei Vini, lo champagne! Eccomi dunque a passeggiare nei vigneti, assistere al taglio dell’uva, scoprire il torchio, assaggiare il mosto appena ottenuto per finire poi con un brunch insieme ai vendemmiatori.
Nel mese di ottobre ben sette Maisons de champagne si attrezzano per accogliere i turisti e trascorrere insieme con loro qualche ora od una giornata intera accomunati dall’amore condiviso per il principe dei vini.
Un viaggio dunque assolutamente originale, unico, a contatto di uve così diverse e di autentici ‘artisti’ nella produzione del preziosissimo compagno delle feste degli uomini di ogni età e di ogni secolo. Come non ricordare, in conclusione, lo splendido inno al vino dei Carmina Burana, canti goliardici degli studenti del periodo medievale?
Bibit hera, bibit herus, Beve la signora, beve il signore,
bibit miles, bibit clerus, beve il soldato, beve il prete,
bibit ille, bibit illa, beve quello, beve quella,
bibit servus cum ancilla, beve il servo con l’ancella,
bibit ista, bibit ille, beve questa, beve quello
bibunt centum, bibunt mille. Bevono in cento, bevono in mille.
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