
Barcellona – Fonte: http://www.sheffield.es/it/
Barcellona è una delle mete più gettonate quando si decide di andare nella Penisola Iberica per un viaggio culturale. E’ la capitale di un mondo a sé stante, il capoluogo della comunità autonoma della Catalogna. Una regione è la suddivisione di un territorio, ma una comunità autonoma è molto di più: benché a livello puramente geografico faccia fisicamente parte di un territorio, ha un’identità totalmente diversa, dalla lingua, allo stile di vita, alle tradizioni culturali. Il sentimento campanilistico è molto sentito, per cui può capitare, a domanda in spagnolo, di sentirsi rispondere in inglese, anziché nella stessa lingua. Sforzarsi di usare frasi in catalano è invece molto apprezzato.
Attenzione a evitare qualsiasi luogo comune sulla tradizione spagnola, come ad esempio quello della Corrida, un argomento invece che potrebbe accendere discussioni.
Se dovessimo paragonare Barcellona a una città italiana, senz’altro il riferimento sarebbe a Milano: è una città funzionale, piena di servizi e la popolazione locale è molto industriosa, a differenza di altre aree in cui si predilige un atteggiamento più slow.
Fra le sue caratteristiche, quella che senza dubbio salta agli occhi è la vivacità del colore, è la città che Gaudí si sbizzarrì a ricoprire di mosaici e in cui creò un’architettura incredibile, in cui ogni dettaglio ha il suo simbolismo e nella maggior parte dei casi fa riferimento agli elementi naturali della flora e della fauna terrestre. Barcellona, rispetto ad altre mete europee, è di base una città lowcost, si possono infatti trovare alloggi a prezzi discretamente bassi, ma anche da mangiare, a seconda delle zone da esplorare.
Fra le destinazioni classiche, senza dubbio si inizia da Plaza Catalunya, la piazza al centro della città, dalla quale si diramano le Ramblas, uno stradone alberato affiancato da negozi, in cui spesso si esibiscono artisti di strada e mimi.
A metà del percorso, si trova il Mercado de la Boquería o de Sant Josep, un grande mercato alimentare in cui è possibile trovare un po’ di tutto, dai salumi ai frullati freschi.
Proseguendo fra le ultime stradine a sinistra prima del Mirador de Colom, la colonna dedicata a Cristoforo Colombo, si trova un vicolo che nasconde un piccolo bar molto particolare, in cui vale la pena sedersi anche solo per un caffè o un bicchiere di sangría, El Bosc de les Fades. Il contesto riproduce un mondo incantato, con una luce soffusa, a lume di lanterna, e alberi che “spuntano” fra i tavoli, mentre nei cunicoli piccole statue dalle sembianze di fate completano il tutto.
Proseguendo dritto, si arriva al lungomare, che si conclude con una passeggiata sul molo.
Poco più a Nord, si trova il Barri Gòtic, la parte più antica della città, al quale si può giungere anche a piedi tramite una delle stradine che lo collegano alle Ramblas. È il quartiere della Cattedrale di Barcellona (l’entrata gratuita, mentre la visita guidata e la salita sul tetto sono a pagamento), dedicata a Sant’Eulalia, la patrona della città. Nella stessa strada, è possibile trovare una facciata realizzata da Pablo Picasso su uno degli edifici. È comunque molto caratteristico perdersi per le sue stradine dalla pietra scura, che creano un’atmosfera ben distante dalla frenesia e dalla modernità di un grande centro urbano.
Vicino, il Museu de la Xocolata, un vero e proprio museo dedicato al cioccolato. Il biglietto d’entrata individuale costa € 6,00, ma sul sito si possono consultare le categorie che hanno diritto ad eventuali sconti. È un luogo unico nel suo genere, racconta la storia del cioccolato dalla fava di cacao fino alle sue espressioni più elaborate; sono esposte infatti immense sculture prodotte con quest’ingrediente. Una particolarità curiosa? Il biglietto è commestibile, trattandosi di una barretta di cioccolato!
La Basilica de Santa María del Mar, divenuta nota in seguito all’uscita del romanzo di Ildefonso Falcones, “La Catedral del Mar“, è anch’essa simbolo del gotico, ma ha delle caratteristiche che la contraddistinguono.
Ad esempio, i giochi di luce che in essa si creano. La costruzione di quest’edificio ha una storia particolare, infatti fu voluta dal popolo e in particolar modo, dagli scaricatori di porto, che si occuparono personalmente di trasportare i materiali necessari alla sua costruzione.
Barcellona ha molti punti verdi in cui trascorrere le giornate più soleggiate, fra questi, il Parc de la Ciutadella, che al suo interno ha una cascata monumentale, il cui progetto fu creato dal giovane Gaudí, il Castell dels tres Dragons, e una grande scultura raffigurante un mammut.
Non molto distante da qui, si trova la lunga costa della Barceloneta. La stagione estiva qui è molto lunga e le temperature consentono di fare il bagno anche d’autunno. La spiaggia ha accesso libero ed è molto ampia e non è raro trovare qualcuno che si cimenti in delle sontuose sculture di sabbia. Di sera, si trasforma nel centro della movida, dove molti, fra locali e turisti, si fermano a trascorrere le ore notturne. L’accesso alle piccole discoteche lungo la costa è per lo più gratuito.
Tornando verso l’entroterra, la Sagrada Família è uno dei simboli cardine di Barcellona. Voluta da Gaudí, che non riuscì a completarla nella sua immensità, c’è chi dice che a conclusione dei lavori potrebbe diventare la basilica più grande del mondo. In costruzione dal 1882, questo processo è stato affidato a numerosi architetti, fra questi Subirachs, che è il responsabile della facciata.
Essendo l’attrazione più visitata della città, è abituale dover fare lunghe code all’entrata. È bene ricordare che l’ingresso è a pagamento (ridotto con alcune card cumulative) e che all’interno è ancora un cantiere. La salita è consentita unicamente con l’ascensore ed è anch’essa a pagamento, mentre, una volta in alto, la discesa dalle scale è libera. Per i viaggi brevi, in cui l’attesa potrebbe essere fatale, è comunque un’occasione deliziarsi con tutti i dettagli che ne decorano l’esterno, ognuno con il suo significato nascosto.
L’emblema del colore di Gaudí è senz’altro Parc Güell, un luogo in cui ogni angolo è stato studiato, tutto si fonde con la natura e gli spazi si alternano, da quelli che simulano la roccia viva, a delle costruzioni che sembrano di marzapane, alle decorazioni create con scarti di ceramica e di vetro colorati. La grande protagonista del parco è senza dubbio la Font del Drac, con il grande lucertolone colorato.
Più a Sud, troviamo invece il Raval, il quartiere multietnico in cui si trovano negozi e ristoranti delle più svariate nazionalità. Il simbolo del quartiere è El Gat, una grande scultura opera di Fernando Botero, raffigurante un felino sornione dalla coda dritta e dalle linee morbide, nello stile dell’autore.
Qualsiasi sia il vostro tempo di permanenza a Barcellona, una serata dev’essere dedicata alla Font Màgica de Montjuïc, una fontana in cui la sincronizzazione fra musica, movimento dell’acqua e luci crea uno spettacolo a cui vale la pena assistere. L’attrazione è totalmente gratuita e gli orari possono cambiare a seconda del periodo dell’anno, per cui è consigliabile consultare il sito ufficiale.
Spostandosi verso la periferia, ma comunque utilizzando i bus pubblici, è possibile raggiungere due attrazioni meno battute dai turisti, ma molto particolari: il Laberint d’Horta e il Cementiri de Montjuïc.
Il primo è un ampio parco con una bellissima caratteristica: un vero e proprio labirinto di siepi nel quale perdersi per poi ritrovare l’uscita. Un modo alternativo per trascorrere un pomeriggio.
L’altra proposta, invece è quella del Cimitero, un’enorme struttura monumentale in collina in cui sono stati sepolti alcuni fra i personaggi più illustri della cultura catalana, fra cui Joan Miró. Al suo interno è possibile visitare il Museo di Carrozze Funebri. La relazione con il momento della morte può dire molto di una cultura, e visitare questo luogo può rivelare anche quest’aspetto. Per questo motivo, dal 2003 sono nati dei percorsi culturali proprio in quest’ambito, descritti nel sito dedicato.
Dove alloggiare:
Barcellona è attiva tutto l’anno, per cui non esiste una vera e propria bassa stagione. Offre però, varie alternative low cost. Si trovano infatti ostelli in centro e alloggi in affitto a prezzi accettabili. Se necessario, anche alloggiare poco fuori la città non è una cattiva idea, contando sulla fitta rete di trasporti.
Dove mangiare:
Se contate di assaggiare una paella, ricordate che è un piatto tipico della Comunità Valenciana e che in Catalogna è presente un’altra versione. La zona offre altre tipologie di piatti: la coca, una focaccia condita; i panellets, dei dolci fatti con una specie di patata dal colore acceso e dal sapore molto dolce, il pan tomàquet, simile alla bruschetta, gli spinaci con pinoli e uvetta; le patatas bravas e, ovviamente, la crema catalana.
Come spostarsi:
Sono molti i voli che collegano le città italiane all’Aeroporto de El Prat, e da lì, si trovano collegamenti diretti con la città. Anche arrivando all’Aeroporto di Girona, tramite un bus, si può tranquillamente raggiungere la città.
Il sistema dei trasporti funziona molto bene, per questo è possibile anche visitare i centri vicini, dalle caratteristiche altrettanto interessanti. Fra questi, Figueres, noto per uno dei musei che Dalí volle fossero realizzati dopo la sua morte (fra le attrazioni principali, la Sala Mae West e quella dei gioielli, con il cuore di rubini che sembra realmente pulsare).
Per i trasporti, ci si può affidare alla rete della Renfe, o alle tratte ferroviarie servite dalla Generalitat. In città, i posti non raggiungibili facilmente attraverso la fitta rete della metropolitana, sono comunque serviti dai bus.
Consigli spiccioli:
Sono molte le tradizioni a partecipazione libera che durante l’anno si alternano in questi luoghi. Fra queste, va menzionata La Mercè, il 24 settembre, durante la quale, oltre ai numerosi spettacoli, si possono visitare molti musei gratuitamente e molti edifici solitamente chiusi al pubblico.
Durante questo evento, fra le tradizioni più importanti, c’è quella dei Correfocs, in cui, gli abitanti travestiti da demoni, cantano e ballano fra i fuochi d’artificio. Ma anche i Castells, vere e proprie torri umane in cui i vari gruppi cercano di arrivare sempre più in alto. Altra attrazione, sono i Gegants, delle enormi sculture di cartapesta che rappresentano i reali, che sfilano per la città.
A ridosso delle festività natalizie, invece, si svolge la Fira de Santa Llúcia, nei pressi della Cattedrale. Qui si vendono oltre alle classiche statuine, anche i cosiddetti Caganer, delle figure di buon auspicio da aggiungere al presepe e i Cagatío o Tío de Nadal, ossia dei tronchetti di legno che, se scossi dai bambini il giorno di Natale, regalano dolciumi.
Tag:arte, Barcellona, itinerari slow