Quando si pensa a Bari, le prime tre caratteristiche che vengono in mente sono: il lungomare, il curioso accento e le orecchiette con le cime di rapa.
Ma non tutti conoscono una peculiarità della città che la rende speciale, e di quanto sia importante per i fedeli ortodossi. Tutto iniziò nel 1087, quando un gruppo di marinai baresi decisero di trafugare alcune ossa di San Nicola in Turchia, per portarle via mare nel capoluogo pugliese.
L’episodio della traslazione viene riproposto ogni anno il 9 maggio, durante il quale la statua viene portata dal mare fino in città, su un grosso peschereccio che sia in grado di sopportarne il peso (il solo basamento, interamente in argento, è molto pesante). Dal mare, la processione di pellegrini accompagna la statua dov’è solitamente custodita, nella Basilica di San Nicola, per l’appunto. Il Santo è raffigurato con la pelle scura, come voluto dalla tradizione. Ricoprì infatti il ruolo di vescovo della città di Myra, all’epoca dell’Impero Bizantino.

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Pare che la scelta di far sorgere l’edificio qui sia dovuta ai buoi che trasportavano le reliquie che, secondo la tradizione, decisero di fermarsi esattamente in questo punto della città.

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La costruzione è molto caratteristica, la pietra chiara dà un senso di pulizia e consente che l’interno risulti luminoso. La semplicità del Romanico pugliese contrasta con il soffitto, aggiunto a metà Seicento, il quale, adornato con dipinti dalle cornici dorate, attira il visitatore che avverte la necessità di alzare lo sguardo verso l’alto per poterlo ammirare.

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Le reliquie del Santo sono invece custodite nella cripta sottostante all’altare. Tutto ciò ha indotto a far sì che negli anni Bari diventasse meta di pellegrinaggi religiosi dall’Europa dell’Est. È uno dei luoghi in cui si celebra il doppio rito, sia cattolico che ortodosso, e non di rado ci si può imbattere in quest’ultimo. Le donne, con il capo coperto, intonano canti in russo insieme al celebrante.

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Lontano dal centro storico, quella parte di Bari antica racchiusa nella cinta muraria, si trova un’altra realtà simile ma molto più moderna: è la Chiesa Russa, realizzata ai primi del Novecento. È impossibile non notare la cupola a cipolla che spicca dall’alto con le sue tegole di ceramica verde. All’interno è ben diversa, qui il culto ortodosso è nettamente predominante, con la sua iconografia. Dal 2012, dopo anni di trattative, la Chiesa è stata riconsegnata alla Russia.

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San Nicola riunisce più culture, spazia da quella greco-ortodossa, a quella romano-cristiana; mentre, al di là del piano religioso, è noto in tutto il mondo come Santa Claus, pseudonimo di Babbo Natale. La sua vicinanza con il mondo dei bambini, si può riassumere in alcuni episodi che lo hanno coinvolto e lo hanno visto come protagonista.
Con il tempo, il suo culto si è trasformato in un’icona globale, altro bellissimo aspetto dell’incontro e del confronto fra le culture.
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