Ripristinare la filiera industriale della canapa che, fino agli anni ’50, rendeva l’Italia il secondo produttore mondiale dopo la Russia. La canapa, in particolare la varietà “Carmagnola”, forniva infatti la miglior fibra tessile in assoluto e per secoli l’Italia ha esportato prodotti e tessuti in canapa, riconosciuti come eccellenza nel mondo.
Fino agli inizi del ‘900, la canapa era usata per produrre abiti, cordame, tessuto, carta: inoltre i semi venivano impiegati nella produzione di olio da combustione e l’uso farmaceutico dei prodotti per l’asma era largamente diffuso. Tutto ciò fino all’avvento del boom economico: l’industrializzazione progressiva e l’introduzione di fibre sintetiche provenienti dagli Stati Uniti, infatti, ne affossò la produzione tradizionale in pochi anni.
Un tentativo di avviare una produzione industriale ci fu: alla fine degli anni ’50 la sperimentazione di nuove varietà allo scopo di competere con le nuove fibre sintetiche era diffusa nei laboratori e nei centri di ricerca italiani.
Ma una legge del 1961, che sottoscriveva una convenzione internazionale chiamata Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti, dichiarò la fine dell’intera filiera della canapa: l’obiettivo della convenzione, seguita da altre due nel 1971 e nel 1988, era far sparire la canapa dal mondo entro 25 anni. Non arrestarne semplicemente la produzione: ma condannare un’intera specie all’estinzione.
Inoltre, la legge Cossiga del 1977 decreta lo stop alla coltivazione di canapa sativa, usata per le produzioni, accomunata alla canapa indica.
I movimenti politici degli anni ’70 e la capacità di alcuni laboratori di tenere viva la ricerca sulla canapa industriale, modificarono parzialmente la situazione: nel 1977 il nostro Paese ha infatti ricevuto un primo contributo dalla Comunità Europea per la produzione di carta dalla canapa, in modo da sostituirla a materiali più inquinanti.
Gli orientamenti politici del nostro Paese e i pregiudizi largamente diffusi sulla canapa, ne hanno arrestato la ripresa: recentemente solo l’ENEA, l’Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, ha avuto mandato per la sperimentazione e la ricerca sulla canapa, sotto stretto controllo delle forze dell’ordine.
Ma, negli ultimi anni, molti imprenditori hanno riscoperto questa pianta dalle mille potenzialità, complice forse anche la crisi: il suo impiego varia dalla carta al tessile, dagli oli alla farina, dai cosmetici alle medicine fino ai combustibili. Cresce rapidamente e con poche attenzioni, è molto resistente agli agenti atmosferici ma, soprattutto, è una delle piante più produttive: una coltivazione di canapa di tre mesi e mezzo produce una biomassa quattro volte maggiore di quella prodotta dalla qualsiasi altra pianta nel corso di un anno.
Inoltre, la canapa sativa ha anche caratteristiche che le permettono di essere usata per bonificare i terreni da agenti contaminanti come arsenico e rame, da metalli pesanti e da pesticidi e solventi.
La costruzione di una nuova filiera della canapa interessa parecchi agricoltori, riuniti nell’Assocanapa. Recentmente uno stimolo importante è arrivato dalla tavola rotonda di Pescia, Pistoia, organizzata da Legambiente Valdinievole, Assocanapa, Chimica Verde, dall’Associazione “Il chicco di grano” e dalla Confederazione Italiana Agricoltori (Cia).
Oltre 100 fra agricoltori e imprenditori si sono riuniti per discutere delle produzioni attuali e di come mettere in piedi una rete in grado di rilanciare la canapa. Gli organizzatori hanno spiegato:
“Il convegno ha destato un largo interesse anche nel mondo agricolo locale e diversi agricoltori si sono dichiarati disponibili a partecipare alla definizione del progetto di filiera, che intende, in questa prima fase, limitarsi alla canapa da seme, per poi, una volta consolidatosi, affrontare anche la coltivazione e la trasformazione della canapa da fibra”
E nel frattempo, qualche settimana fa, una proposta di legge per il rilancio della filiera è stata presentata in Parlamento dal Movimento 5 Stelle, per mano del deputato umbro Filippo Gallinella:
“Ho la certezza – ha spiegato Gallinella – che la nostra proposta di legge, che inizierà il suo iter in commissione agricoltura mercoledì 16 ottobre, possa concludersi quanto prima, in modo da poter partire subito con progetti pilota volti a realizzare una filiera completa a livello nazionale, da utilizzare anche come possibile rilancio di tutto il settore agricolo italiano”.
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