Sta per finire l’abbuffata di vacanze, comprese quelle che accessibili lo sono, che dovrebbero esserlo e che accessibili preferirebbero quasi no e “mal gliene incolse”.
In chiusura delle nostre “non proprio news n. 15” segnalavamo da “Tripadvisor” la risposta di Selvaggia Lucarelli a tale “cico33” che lamentava la presenza di invalidi che avrebbero “turbato” la vacanza sua e della sua famiglia. Nei giorni successivi anche Iacopo Melio, noto per la campagna #vorreiprendereiltreno, ha postato sui social “Caro testa a pinolo, io in vacanza ci vado“ e non solo. Iacopo, studente di scienze politiche e freelance nel mondo del giornalismo e della comunicazione digitale, dalla vicenda ha ricavato una tshirt che a sua volta ha dato origini alla campagna “io in vacanza ci vado”.
Ma per “andare in vacanza” la buona volontà non basta, certo è buona cosa l’empatia e la capacità di accogliere e relazionarsi, ma occorre che i luoghi siano progettati, realizzati e gestiti per essere in grado di offrire a tutti uguali opportunità, per oltrepassare un soglia o un marciapiede, raggiungere il mare, orientarsi in una struttura alberghiera attraverso indicazioni tattili, in un luogo attraverso audiodescrizioni, poter ascoltare un messaggio audio attraverso la traduzione in LIS (lingua italiana dei segni) o una corrispondente segnalazione visiva, ma anche in CAA (comunicazione aumentativa alternativa).
E poi in vacanza occorre arrivarci, come dire mobilità accessibile a tutti, treni, stazioni, arei, porti e aeroporti e magari anche auto “accessibili” che non costino il doppio di quelle comuni, solo così sarebbe avere davvero tutti uguali diritti.
Lontano da noi, a Otago, una delle 16 regioni della Nuova Zelanda, preso atto dell’invecchiamento della popolazione, piuttosto che spostare l’età pensionabile hanno stabilito di costruire almeno 420 abitazioni “amiche di tutte le età”, ovvero, se non direttamente costruite secondo i principi dell’universal design, quantomeno strutturate perché successivi adattamenti possano essere di facile realizzazione e non onerosi, “adottare questi standard almeno nel 30% delle abitazioni rappresenterebbe una significativa differenza per la comunità”.
In attesa delle “case amiche” a Rovigo diventa “friendly” il Centro unico di prenotazione dell’ospedale cittadino: la precedenza nei servizi riservata a donne in gravidanza, disabili con handicap motorie e accompagnatori non sarà più affidata ad un cartello esposto al muro, ma sancita e formalizzata dal totem “eliminacode” (nell’immagine un sistema simile al comune di Teramo).
E a Milano (ma non solo) “essere felici non è un regalo”. Lo afferma e lo pratica l’avvocato Lisa Noia, a cui il primo cittadino, Giuseppe Sala, ha dato le deleghe alle Politiche per l’accessibilità.
E sempre a Milano “grazie a video e pannelli multisensoriali 15 chiese saranno accessibili a tutti”.
…e tra le 15 anche “Santa Maria presso San Satiro” una piccola (emozionante) chiesa a 300 mt. dal Duomo.
A dispetto dello spazio angusto in cui la trovate, entrate e vi trovate di fronte una navata che termina in un coro davvero imponente, salvo poi, via via avanzando tra le navate rendervi conto che l’intero coro è in realtà la sua stessa riproduzione prospettica riprodotta in un basso rilievo policromo di 97 centimetri di profondità.
In pratica, fatte le dovute proporzioni, una gigantesca riproduzione tattile (e grafica) di un transetto che “avrebbe voluto” poco meno di dieci metri di profondità.
…e mi ritrovo a sorridere immaginando cosa potrebbe pensarne Bramante all’idea che ora qualcuno ridurrà ancora quel transetto e l’intero edificio ad uno spessore di un millimetro decimo più, decimo meno, e non già per farlo sembrare vero a chi lo vede, ma per mostrarlo a chi diversamente non può vederlo.
Tag:esperienze accessibili, vacanze accessibili, viaggiare disabili