Era da molto che volevamo ritrovarci, lui con i suoi simpatici amici di Roma e soci della TURISAC (Turismo Ambiente Cultura) e io, socia slow di Ferrara.
L’occasione si è finalmente creata. Ricevo infatti la telefonata del Presidente, che mi informa di essere in viaggio per ‘risalire’ l’Appennino, con destinazione LIZZANO IN BELVEDERE-VIDICIATICO – in territorio bolognese -, per la locale festa del tartufo.
Uno dei motivi dell’incontro è anche quello di essere da loro aggiornata sugli importanti progetti ultimamente in opera per allargare e rendere fruibile da un numero di soci sempre più vasto la loro proposta associativa, quella di sviluppare attività turistiche ecosostenibili, con attenzione rinnovata al variegato patrimonio paesaggistico, ambientale, artistico, enogastronomico e folkloristico del nostro ‘variopinto’ paese italiano. Indovinatissimo risulta il luogo dell’ incontro e del soggiorno, un hotel storico costruito nel 1920 con una denominazione ovvia per quel tempo: Hotel Appennino appunto.
Vengo accolta con grande familiarità da due albergatrici che ci guidano subito a prendere visione degli oggetti che testimoniano la lunga storia di questi spazi: vecchi strumenti da cucina in rame, una macchina da cucire particolarmente cara alla bisnonna, una radio di quel primo decennio di vita dell’albergo (non dimentichiamo che proprio in questi giorni vengono festeggiati con grande solennità dalla radio italiana i 90 anni dall’inizio, proprio nel mese di ottobre, delle prime trasmissioni radiofoniche).
Mentre consumiamo cibi del tutto consoni alla prestigiosa tradizione dell’albergo, vengo dunque informata di come l’associazione Turisac si stia particolarmente attivando per promuovere in questa zona, in collaborazione con il GAIPE (Gruppo Acquisti Interassociativo Prodotti Eccellenze alimentari) opportunità del tutto vantaggiose sia per i fruitori che per i produttori.
Si vuole infatti:
a) offrire la possibilità di acquistare prodotti di alta qualità, corrispondenti a precisi requisiti, attraverso la vendita diretta (tra produttore e consumatore), con il vantaggio di un potenziale bacino di domanda molto vasto, addirittura qualche migliaio di acquirenti ove si consideri la sommatoria dei numerosi soci diffusi su tutto il territorio nazionale.
b) Promuovere un turismo che dia l’opportunità di incontrare le eccellenze enogastronomiche dell’Appennino, proprio come stiamo facendo noi in questa occasione.
Dalla tavola ci spostiamo poi per una passeggiata panoramica a MONTEACUTO NELLE ALPI, dove ammiriamo la Chiesa di San Nicolò e l’intero borgo costruito in sasso. In questa cornice così particolare facciamo anche un imprevisto ma gradito incontro. Ci imbattiamo infatti in un simpatico abitante del posto che tiene in una mano un enorme fungo appena raccolto e nell’altra un cestino di vimini colmo di funghi porcini!
È questo il benvenuto che ci viene dato al paese in festa di Lizzano in Belvedere. Passiamo in mezzo a bancarelle tipiche di montagna con birre artigianali di castagne e di farro, farine biologiche, tartufi, parmigiano reggiano di montagna, dolci da forno. Musicisti in costume intonano musiche e canzonette. La sera ci viene offerta al “Il Fondaccio” una splendida cena, costituita dalle eccellenze alimentari della zona, tra cui un ottimo antipasto con cipolle su un letto di parmigiano, impreziosito e decorato con aceto balsamico.
Durante la consumazione, Massimo, veterinario e marito di Linda – una delle due albergatrici -, ci propone di seguirlo, il mattino successivo, nel suo giro di lavoro, che ci offrirà l’opportunità di visitare alcune aziende del posto. In una ci vengono mostrati prodotti di nicchia come la mora romagnola e possiamo anche entrare nelle celle dove stazionano prosciutti e salami di ogni tipo, richiesti ed acquistati da grandi nomi della moda milanese, che provvede poi a farli conoscere in ogni parte del mondo. La domanda e la committenza superano inevitabilmente l’offerta, considerate la qualità e la cura con cui i prodotti vengono preparati. È poi la volta di un’azienda di pollame biologico.
I colori della stagione, qui così vari ed intensi, lo sfondo delle cime appenniniche e tutto il contesto mi fanno sembrare di essere quasi in un quadro paesaggistico di altri tempi, ben diverso dal nostro consueto habitat cittadino o addirittura metropolitano.
Da lì ci muoviamo infine verso il modenese per raggiungere CASTELVETRO, dove ci inebrieremo con il famoso Lambrusco, non prima di avere effettuato una sosta a FANANO, degustando tigelle con pesto di lardo e rosmarino.
Il tempo è volato. Saluto con particolare simpatia gli amici romani, sempre così cordiali e positivi, e lascio questi spazi da sogno, conservando il sapore dell’accoglienza e dei cibi locali degustati. Rientro a Ferrara, portando con me tutto questo benessere, di cui ho potuto beneficiare in così poco tempo.
MANUELA FABBRI
Ottobre 2014
Tag:appennino, Emilia Romagna. Lambrusco, Lizzano in Belvedere, porcini, tartufo, Turisac