La storia non è solo tradizione e cultura, ma gli avvenimenti entrano a far parte del suo schema segnando profondamente la popolazione e i luoghi. Il Friuli è stato teatro di innumerevoli eventi e quest’anno ricorre il 40° anniversario del Terremoto che colpì per la prima volta la regione alle ore 21 del 6 maggio 1976, con una scossa di magnitudo 6.4 della Scala Richter, ripetendosi anche l’11 e 15 settembre dello stesso anno con altre scosse significative.
Pochi giorni prima della sua chiusura sono riuscita ad andare a visitare la mostra Memorie a Villa Manin. Ci tenevo moltissimo, sapevo che era l’occasione per poter vedere documenti originali e la mia speranza non è stata disattesa, anzi.
L’allestimento e le proposte accompagnavano il visitatore nei luoghi e nel tempo senza infierire e gravare sull’aspetto drammatico e triste. La prima cosa che ho visto è stato un reportage di Gianni Minà l’indomani della prima scossa. E per me, che non c’ero, non ero ancora nata, vedere il giovane giornalista intervistare chi fuori dalle proprie case guardava le macerie cercando di capire, mi ha subito portata lì. Sapevo quanto la popolazione aveva duramente lavorato, nonostante il terrore delle continue scosse, per cercare di tornare alla normalità il prima possibile, l’organizzazione dei volontari, le leggi che demandavano alla Regione e ai Comuni grandi poteri, e trovarmi tutto insieme condensato e spiegato per filo e per segno è stato emozionante, ma soprattutto mi ha aiutato a capire meglio.
La mia zona di origine non è tra quelle che furono colpite, per fortuna, ma ricordo sin da piccola la strana sensazione che dava passare in macchina dove il terremoto aveva lasciato il segno, sia che ci fossero ancora edifici danneggiati, sia che la ricostruzione fosse già avvenuta.
Non è possibile visitare il Friuli e viverlo senza vedere e percepire la presenza e la memoria di quanto avvenuto. L’Orcolat (così chiamavano in dialetto il terremoto) ha marcato una svolta nella vita, nella mentalità e nel rapporto con la nostra terra.
Mi auguro di riuscire a visitare, anche, presso la sede di Confindustria una fotografica dal titolo “Prima le fabbriche…la ricostruzione del sistema industriale dopo il sisma del 1976”.
Consiglio di ascoltare gli Speciali di Radio 3 per capire cosa siano stati i mesi della tarda primavera, inizio estate fino a settembre del ’76 per chi c’era (http://www.radio3glispeciali.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-54b6105b-b211-439f-974e-6d4a5c9a7aba.html) e di leggere: 1976 Il terremoto del Friuli, Una cronaca a fumetti di Paolo Cossi, Becco Giallo, Tv ’05.
Per tutti gli appuntamenti del territorio e gli eventi organizzati, consiglio di visitare il sito: http://www.regione.fvg.it/rafvg/cms/RAFVG/GEN/terremoto/argomento.html?mese=8&anno=2016#calendario
[immagini: www.protezionecivile.trieste.it, www.touringclub.it, www.gruppoalpinisalce.it]
Tag:Friuli Venezia Giulia, memoria, terremoto