Dopo la spinta del Green Drop Award, al via un tavolo tecnico per la conversione green dell’industria del settore, che vede già alcuni operatori impegnati
Guardare un capolavoro al cinema è sempre una gioia. Ma sapere che girando quel film sono state risparmiate tonnellate di CO2 lo è ancora di più. È quello che potrà accadere presto, quando verranno elaborate le “Linee guida per la produzione di film sostenibili”, con la definizione di un disciplinare ad hoc. Il ministero dei Beni e delle Attività Culturali ha infatti risposto positivamente all’interrogazione di Ermete Realacci, in cui l’onorevole chiedeva incentivi per ridurre l’impatto ambientale delle produzioni cinematografiche. E ha promesso un tavolo tecnico congiunto con il ministero dell’Ambiente.
«La risposta del Mibact ci fa ben sperare per l’affermazione di buone pratiche “green” nell’industria cinematografica – dichiara il presidente di Green Cross Italia Elio Pacilio -. Con il Green Drop Award, premio collaterale alla Mostra del Cinema di Venezia, da tempo ci battiamo perché le pellicole trattino tematiche ambientali ma anche perché la produzione dei film assuma maggiore consapevolezza della pressione che esercita direttamente sull’ambiente e, soprattutto, adotti comportamenti e misure che consentono di ridurne gli effetti più negativi».
Per questo Green Cross torna a insistere sul connubio tra cinema e green economy e rilancia con un convegno sulla produzione verde di pellicole che riunirà gli operatori del settore. «Ogni anno, in occasione del nostro premio, organizziamo nei giorni della Mostra di Venezia una conferenza sul tema – aggiunge il direttore del Green Drop Award Marco Gisotti -. In attesa della costituzione del tavolo ministeriale, credo che produttori, artisti e tecnici della sostenibilità possano già mettersi al lavoro per spianare e velocizzare questa strada. Come Green Cross saremo felici di dare una mano con un nuovo incontro sulla green economy del cinema proprio a Roma, a due passi dal Parlamento».
Tra i protagonisti del convegno, la casa di produzione Tempesta, impegnata da tempo su questo fronte con la creazione di EcoMuvi, il primo disciplinare europeo di sostenibilità ambientale certificato per la produzione audiovisiva. «Si tratta di un reale ripensamento del processo produttivo che permette di analizzare e soprattutto ridurre sensibilmente l’impatto ambientale delle produzioni attraverso l’uso di tecnologie moderne ed efficienti e una logica di risparmio, rispetto e uso intelligente delle risorse», spiega Carlo Cresto-Dina, produttore cinematografico di Tempesta e ideatore del protocollo EcoMuvi.
Nel caso di Le Meraviglie di Alice Rohrwacher, Grand Prix della Giuria al Festival di Cannes 2014 e prima produzione internazionale ad adottare un disciplinare certificato, in fase di preparazione e riprese con EcoMuvi si sono potute risparmiare 5 tonnellate di CO2, l’equivalente del consumo di gas di 12.000 famiglie in un anno.
«L’idea di convocare a gennaio tutti gli operatori del settore per accelerare la conversione del settore non può che trovarci d’accordo e noi lavoreremo perché questo accada» ha concluso Cresto-Dina.
Tag:cinema, green cross, mibac, sostenibilità