Alle pendici del Monte Velino (AQ), troneggiano i resti della città romana di Alba Fucens. Edificata come un tipico forte romano, la città si sviluppa secondo l’ordine urbanistico di cardi e decumani: passeggiando lungo il decumano massimo, si accede a una domus dai caratteristici mosaici, muri a secco e spazi votivi. Lungo la Via dei Pilastri, è possibile ammirare le taberne con pavimenti originari, perfettamente conservati.
Il Teatro, sul Colle Pettorino, FU edificato tra il II e il I secolo a.C. e la sua cavea fu ricavata dal colle che lo sovrasta. L’anfiteatro, risalente all’epoca di Tiberio, posto in asse con un decumano, ha l’ingresso che dà direttamente sulle mura: scavato nella roccia, ospitava le esibizioni dei gladiatori, tanto che oggi si possono ancora riconoscere i parapetti di protezione, posti lungo il perimetro dell’arena.
Sono conservati i resti del Tempio di Ercole, trasformato in chiesa cristiana e riadattato alla funzione in epoca medievale, prendendo il nome di San Pietro in Alba Fucens. Dell’antico tempio sono presenti due colonne, ora collocate nel campanile. San Pietro ha un impianto architettonico a tre navate, divise da colonne, pronao templare, abside, iconostasi e ambone con decorazioni cosmatesche. L’opera dei marmorari romani, visibile tutt’oggi, è uno dei gioielli dell’Abruzzo medievale: le loro firme lasciate sui monumenti accrescono il valore storico. Giovanni di Guittone realizzò l’ambone in collaborazione con il maestro marmoraro romano denominato Andrea, il quale, da solo, produsse l’iconostasi presbiteriale con i suoi plutei, colonnine tortili e capitelli. L’edificio venne gravemente danneggiato nel terremoto che distrusse la Marsica, nel 1915.
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di Valeria Fatato
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