
© 2013 Giovy Malfiori
No, non vi parlo di come raggiungere Stonehenge ma vi voglio spiegare un po’ Dicembre.
Questo è un mese davvero importante, sotto molti punti di vista.
Ai giorni nostri è normale pensare al Natale con tutti gli annessi e connessi del caso: cene, regali, il fatto di sentirsi buoni e di fare i buoni. La magia di Dicembre si percepisce nell’aria che respiriamo, nelle cose che leggiamo e in tutto il mondo attorno a noi.
Ho messo come copertina di questo post una foto del luogo più famoso al mondo per festeggiare le date cruciali dell’anno. Io stessa ero lì il giorno dell’Equinozio d’Autunno, quando ho fatto la foto che vedete.
Molti vanno da quelle parti per festeggiare l’estate come l’inizio di una nuova vita.
Mai ci fu credenza più errata (e forse troppo New Age) legata a Stonehenge.
Non è l’estate che dà la vita ma è l’inverno che, col suo torpore, ci permette di crescere e sbocciare a primavera.
Per questo il vero e proprio giorno da festeggiare sarebbe il 21 Dicembre, e non Giugno.
Viaggiando si possono scoprire tradizioni e miti vivi ancora oggi.
Momenti che ci fanno capire davvero quanto magico sia Dicembre.
Tutti pensano a questo mese come il periodo dell’oscurità, del freddo, dei momenti bui.
Molti si ripetono all’infinito che le giornate sono le più corte dell’anno ma non pensano mai al fatto che a Dicembre, proprio dopo il 21, le giornate ricominciano ad allungarsi.
Per le popolazioni antiche, l’inverno non è mai stato un periodo di morte, buio e decadenza.
Con l’Inverno tutto questo finiva perché tornava la luce, per il sole smetteva di calare all’orizzonte, perché si riguadagnava qualche minuto.
Pensate un po’ ai riti più conosciuti di questo periodo.
C’è Santa Lucia, che in tutta la pianura padana orientale porta la sua luce e i regali.
Non a caso essa è anche la Santa venerata in Svezia e viene rappresentata con delle candele in testa.
La sua festa è caratterizzata dall’entrata della “Lucia” di turno con le candele in testa in una chiesa buia.
Tornando in Italia e restando sulle Alpi, in tutta quella zona viene festeggiato San Nicola o San Nikolaus che, con il suo mantello chiaro, porta via i diavoli oscuri dalle valli dell’Alto Adige e non solo.
San Nikolaus è spesso contrapposto ai Krampus, che con il loro aspetto diabolico simboleggiano l’oscurità che durante il periodo autunnale si è mangiata le valli e le ha portate nell’oscurità.
Una festa unica e pazzesca alla quale si può assistere avviene nel piccolo paesino di Stelvio (BZ) il primo sabato di Dicembre e non ammette repliche: si tratta del corteo dei Klosen, durante il quale tre figure diverse rappresentati il buio scendono dai monti, facendo un gran casino con i campanacci. Si inchineranno poi al cospetto di San Nikolaus, vestito di luce.
Vi siete mai chiesti come mai ci sono tanti riti che vedono contrapposti luce e ombre proprio in questo periodo?
Non è un caso che il Natale cada il 25 Dicembre.
Fu Papa Giulio I che, circa nel 300 d.C., stabilì quella data per festeggiare la nascita di Gesù.
In questo modo avrebbe concesso alle popolazioni ancora pagane di mantenere salde le loro festività e tradizioni legate a questo periodo così importante.
Tutta la magia di Dicembre sta in questa lotta di luci ed ombre.
Sta nella voglia di celebrare la vita che rinasce… proprio d’inverno.
Avete mai provato ad osservare quanta vita c’è nell’inverno: i boccioli degli alberi, le piante che si preparano a germogliare, la terra che come una madre protegge i propri piccoli.