
Lungo le antiche Vie dei Pellegrini in Emilia Romagna
L’Emilia Romagna è una terra ricca di testimonianze di fede. Sono racchiuse nella sua cultura e nei luoghi di preghiera da cui si è diffuso quel sentimento religioso che ha “lastricato” le strade degli itinerari storico-religiosi che la percorrono. Per i pellegrini, un tempo, questi percorsi erano fonte di spiritualità e il segno stesso della cultura dell’accoglienza.
Oggi sono anche i tesori di una mappa che conduce all’anima del territorio. Mete di turismo religioso attorno alle quali ruotano mondi riconducibili all’arte, all’esperienza sostenibile e slow, alla tradizione e alle eccellenze di una regione tutta da scoprire. In Emilia Romagna è possibile percorrere vari tipi di vie di pellegrinaggio:

Via degli Abati
La Via degli Abati, detta anche “Francigena di Montagna”, partendo da Pavia, attraversa l’Appennino Tosco-Emiliano nei territori di Piacenza, Parma, Massa Carrara e nei paesi di Bobbio, Coli, Farini, Bardi, Borgotaro, Pontremoli, in direzione di Lucca e di Roma. Il tracciato, lungo complessivamente circa 195 km e più impegnativo della ben nota Via Francigena, si snoda per sentieri, mulattiere e carrarecce attraversando valli, guadi e crinali per un dislivello complessivo di oltre 5000 metri. I tratti su strade asfaltate sono la minima parte e solo nei pressi dei centri più importanti. L’Associazione “Via degli Abati”, oltre a informazioni in merito all’itinerario, rilascia anche la Credenziale del Pellegrino.

Via Francigena
La Via Francigena, anticamente chiamata Via Francesca o Romea e detta talvolta anche Franchigena, è il percorso di un pellegrinaggio che da Canterbury portava a Roma e costituiva una delle più importanti vie di comunicazione europee in epoca medioevale. La storia narra che fu Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, recandosi a Roma in visita al Papa Giovanni XV, a segnare l’inizio del cammino, determinando la nascita di uno dei più importanti itinerari di pellegrinaggio.
Si sviluppa su di un percorso di 1.600 chilometri che parte da Canterbury, e arriva a Dover per attraversare la Manica; da Calais, passando per Reims, Besançon e Losanna si arriva alle Alpi che vengono passate al colle del Gran San Bernardo. Dalla Valle d’Aosta si scende a Vercelli, Pavia e si attraversano gli Appennini tra le province di Piacenza e Parma. Da Pontremoli si prosegue per Lucca, Porcari, Altopascio, San Gimignano, Poggibonsi, Siena, Viterbo per terminare a Roma.

Sentiero di Matilde
Il Sentiero di Matilde è una rete di itinerari lungo le antiche direttrici viarie del medioevo. Esse conducono ai castelli della Gran Contessa passando per antichi borghi incastonati in un incantevole paesaggio naturale e nel contempo collegano itinerari religiosi di antichissima tradizione. Il percorso unisce Mantova, ove si trova il sangue di Cristo nella Chiesa di Sant’Andrea, opera massima di Leon Battista Alberti, a Lucca, dove è ospitato il Volto Santo, attraverso Reggio Emilia e la via di San Pellegrino in Alpe, ospizio medievale e da sempre meta di pellegrinaggi.
La lentezza del cammino permetterà di scoprire il patrimonio artistico e storico lasciato dalla donna più importante del Medioevo, attraversando castelli, case a torre, antiche pievi e borghi in pietra arenaria. Questo significativo cammino è altresì la via di accesso “naturale” al Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano ed alla sua Area Mab-Unesco.
La Via Romea Nonantolana fa parte del progetto Cammini d’Europa: una rete europea di storia, cultura e turismo. Il percorso proposto, concepito anche per una fruizione cicloturistica, ha inizio a Nonantola, sede della monumentale abbazia regia benedettina. L’itinerario, lungo circa 105 km nel tratto emiliano-romagnolo, si snoda lungo la direttrice viaria utilizzata in epoca medievale per gli spostamenti dei mercanti e pellegrini, attraversando ed intercettando i principali castelli e monumenti religiosi del periodo medievale.
Fondata da Sant’Anselmo, originario di Cividale del Friuli, la Via Romea Longobarda attraversa, in oltre 300 km, territori di pianura dominati un tempo da ordini monastici e nobili casate e disseminati di antichi borghi e comuni medievali, dove ogni pietra racconta il passaggio di pellegrini, mercanti e ambasciatori. Da Badia Polesine fino alla vetta di Croce Arcana e Pistoia: un’immersione nei tesori artistici e ambientali per congiungersi con la Via Francigena a San Miniato. Seguendo le tracce dei monaci benedettini della Pianura Padana, la Romea Longobarda punta a sud-ovest verso Nonantola, abbazia regia voluta da Astolfo, re dei Longobardi nell’Ottavo secolo.

Via degli Dei
Il Cammino Via degli Dei coinvolge due regioni, Toscana ed Emilia-Romagna, per un totale di circa 120 km. Il percorso è un viaggio indimenticabile fra luoghi tra i più suggestivi dell’Appennino che ripercorre le tracce degli antichi popoli che qui erano insediati. Sul crinale tra Setta e Savena, gli Etruschi percorsero per almeno 4 secoli (VII-IV sec. a.C.) un’antica strada che congiungeva Fiesole con Felsina, al fine di sviluppare i loro traffici e favorire il loro dominio sulla Pianura Padana.
Poi i Romani, avendo fondato nel 189 a.C. la colonia di Bononia sui resti dell’antica Felsina, sentirono la necessità di garantire un collegamento con Arezzo e Roma attraverso gli Appennini: sul precedente tracciato etrusco costruirono nel 187 a.C., grazie al console Caio Flaminio, una vera e propria strada romana transappenninica denominata Flaminia Militare.
Il Cammino Lungo di Sant’Antonio è un cammino a ritroso perché la traiettoria della vita del Santo fu all’inverso: dal nascondimento nell’eremo di Montepaolo, dimora iniziale di frate Antonio in Italia, prima di venire scoperto come predicatore preparato ed infuocato, definitivamente inviato sulle strade dell’Italia settentrionale e del sud della Francia come evangelizzatore, maestro di sacra Scrittura e persino superiore provinciale (per tre anni) sino ai giorni di Padova e Camposampiero.
Il Cammino di Assisi ha origini antiche: sorge quasi spontaneamente, cioè dall’opportunità di concatenare i tanti pellegrinaggi tradizionali che già esistono da secoli in ambito locale, legati ad antiche e peculiari devozioni e che rivissuti in questa dimensione possano ridare un nuovo slancio alla ricerca interiore rinverdendo l’essenzialità della dottrina di San Francesco; anche perché non siano soltanto le pietre a testificare al forestiero il Suo Magistero, ma si rinnovi lungo il cammino e nella stessa comunità assiate l’originale fraternità francescana.
Verso la fine del XII sec. Nacque Alberto che, nel 1232, divenne Abate del Monastero Benedettino della Santa Vergine Maria di Stade, allora importante città anseatica portuale situata alla foce del fiume Elba, in Germania. Egli scrisse un dialogo,sotto forma di racconto, come spesso si faceva nel medioevo, fornendo diversi itinerari con dati precisi su luoghi e distanze da attraversare, sulle condizioni della strada e indicazioni esatte sulla lunghezza delle singole tappe in miglia tedesche; il tracciato indicato dall’Abate Alberto come la “Melior Via” per congiungere la Germania a Roma, corrisponde oggi al percorso ufficiale della via Romea Germanica. Il manoscritto originale si trova nella biblioteca Herzog August di Wolfenbuttel, in Germania.
Con il termine Romei si indicavano in età medievale i pellegrini cristiani che si recavano a Roma da ogni parte d’Europa per venerare la tomba dell’apostolo Pietro. Il pellegrinaggio a Roma era nel medioevo una delle tre peregrinationes maiores insieme alla Terra Santa e a Santiago di Compostela, ma conobbe il suo massimo impulso a partire dal 1300, anno del primo Giubileo cristiano.

Cammino di San Vicinio
Il Cammino di San Vicinio conta 14 tappe per un totale di 400 chilometri che si snodano lungo Emilia-Romagna e Toscana, attraversando 14 comuni nelle provincie di Arezzo, Rimini e Forlì-Cesena. Grazie al percorso circolare, è consentito scegliere da quale luogo partire, così come sceglierne solo alcune tappe.
Dedicato al primo vescovo di Sarsina, il Cammino di San Vicino offre l’opportunità di vivere intere giornate a contatto con la natura, dove nessun segno o rumore ricorda le pur vicine città: completamente segnalato, sia con la segnaletica orizzontale, sia con quella verticale, e dotato di una dettagliata guida cartacea e di un sito web, è percorribile in sicurezza a piedi, in bicicletta e anche a cavallo. La peculiarità del Cammino di San Vicinio è quella di essere stato tracciato recuperando vecchie mulattiere e sentieri, piuttosto che strade asfaltate. Questa scelta rende evidente la sua principale caratteristica: quella di esaltare la spiritualità, anche laica, propria del camminare all’interno della natura, all’interno di un territorio che porta ancora i segni e le testimonianze della spiritualità di coloro che l’hanno abitata.
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