“Ah che vita che stiamo facendo” mi ha detto un simpatico medico pediatra sardo in uno dei fantastici giorni trascorsi alla fine di marzo sulla sua isola ed in particolar modo all’Asinara.
Tante sono le immagini letterarie e musicali che mi sono venute alla mente durante il mio soggiorno in quei posti, trovandomi così a canticchiare in qualche momento …”e poi diritto al mattino, poi la strada la trovi da te, porta all’isola che non c’è” (ovviamente di Bennato) ma a ricordare anche una splendida canzone da me sentita recentemente ed eseguita dalle mitiche Celtic Woman, Tir na Nog, un’isola mitologica celtica in cui non ci sono malattie e conflitti e si rimane eternamente giovani…
Beh, ma torniamo con i piedi per terra o, per meglio dire, appoggiati sulle splendide sabbie o immersi nei cristallini mari di quel posto.
Ma come non pensare ad un luogo ‘fantastico’ quando poi vedi intorno a te uno smisurato numero di asini accoglienti, facili nel lasciarsi avvicinare e di una mitezza non dico proverbiale ma quasi ‘mitologica’ (guarda caso in questi giorni il cristianesimo festeggia proprio il giorno delle Palme in cui il nostro animale ha un fortissimo significato simbolico nella narrazione dei testi sacri di quanto avvenuto in quel giorno !).
Tanti sarebbero i luoghi con spiagge ‘da sogno’ da menzionare, da Fornelli a Cala Reale, da Punta Traboccato a Cala d’Oliva.
E in questo viaggio-soggiorno ho avuto la fortuna di incontrare, conoscere e parlare con persone e associazioni diverse, tutte accomunate da una grande passione per il proprio territorio: la prof.ssa Pintadu, Dirigente di un Istituto Scolastico del posto, l’Associazione Ass.o.asinara, Antonello Gadau e la Cooperativa Sinauria.
Tutti impegnati in vario modo nell’ambizioso progetto di valorizzazione dell’Isola nella direzione di un turismo responsabile e di una accurata Educazione Ambientale che si traducono, per esempio, in attività didattiche nelle scuole, escursioni tematiche, laboratori all’aperto, parchi diligentemente tenuti e curati da tutte le persone coinvolte.
Tutto questo mi viene raccontato mentre attraverso un territorio ricco di cespugli colorati di euphorbia e ferula, olivastro selvatico e fiori primaverili di una bellezza da lasciare il turista senza parole.
“Con i nostri Parchi vogliamo offrire una nuova chiave di lettura dando spazio alla fantasia ed al cuore trasformando così una semplice visita in una indimenticabile avventura” mi dice, pieno di entusiasmo, un operatore della Cooperativa.
A conferma e coronamento di questa grandissima attenzione e rispetto da parte di queste persone verso la natura e verso gli i animali visito anche un vero ‘ospedale per tartarughe’ gestito dal C.R.A.M.A. (Centro per il Recupero degli Animali Marini dell’Asinara), in cui le tartarughe Marzia, Giuliana ed Ambra vengono salvate da ami conficcatisi nella giugulare o nell’esofago o liberate da reti da pesca da tramaglio.
Sì, effettivamente la mia fantasia non ha esagerato poi troppo e non si è così allontanata dalla realtà in cui ho vissuto in questi giorni, pensavo durante il viaggio di ritorno ricordando la saggezza di quel detto sardo e pure alcune parole della canzone dell’isola celtica: “l’alba del giorno si rivolge a voi, anche se ci si sente come in una fiaba, tutto questo è vero”.
Info: assoasinara@gmail.com