Sto leggendo in questi giorni delle splendide riflessioni di James Hillman – il più grande psicanalista del XX secolo sulla scia di Freud e soprattutto di Jung – che ha aperto spazi grandissimi in questa disciplina insistendo sulla necessità di lavorare non solo sulla ‘psiche’ dell’individuo ma anche, letteralmente, “sulla psiche dell’ambiente in cui viviamo, del mondo in cui siamo immersi”.
Ecco, queste sue riflessioni mi sono sembrate perfettamente chiare quando sono stata nel Trentino, dove non è solo la natura – splendidamente accudita – a farla da padrona ma anche dove tutto ciò che vi è immerso, le case, gli edifici, gli spazi e tutti gli oggetti ivi contenuti parlano di una sana ‘psiche ambientale’, per dirla appunto alla Hillman.
Ho ricevuto un accattivante invito da parte di “Visitvalsugana” ed ho immediatamente accolto la proposta accettando di buon grado l’ospitalità dell’Hotel & Tourism Campus Villa Waiz di Roncegno Terme. Raggiungo la località di Roncegno in soli 20 minuti da Trento dopo aver superato i laghi alpini di Caldonazzo e Levico.
Roncegno è un centro climatico e termale di antica tradizione e grande fascino naturale. Il Comune, che si estende su una superficie molto vasta (circa 39 km) con strutture turistiche, ristoranti, agriturismi, rifugi e spazi mussali, si trova su un territorio che va dai 535 metri fino a circa 2000 metri di altitudine. Fanno da contorno alla località ed alle abitazioni boschi di conifere, castagni, fertili orti e frutteti coltivati con passione ed intelligenza.
Molti illustri ospiti vi sono passati, da Puccini a Verga, senza poi dimenticare che uno dei pochi grandi statisti politici italiani del dopoguerra, Alcide de Gasperi, è nato, forse non a caso, proprio in queste valli. Ed eccolo il paese situato in una posizione panoramica e soleggiata: uno scrigno abbracciato da alte montagne che lo mettono al riparo dai venti offrendo in questo inizio di primavera un clima particolarmente asciutto.
Con le sue acque ferruginose scoperte nel 1856 dal contadino Domenico Zen la località diventa famosa appena un anno dopo con l’inaugurazione del Grand Hotel che accoglie da subito 80 ospiti. Nel 1877 Roncegno migliora la sua accoglienza grazie all’attività dei fratelli Girolamo e Francesco Waiz, i quali apportano sostanziali migliorie alle nuove strutture alberghiere e all’intero borgo che diventa da subito meta privilegiata di Ufficiali dell’Impero Austro-Ungarico e dell’Aristocrazia Austriaca.
In centro paese domina un importante edificio di pregio storico-artistico di fine ‘800, circondato da un ampio parco . A fianco la splendida Villa Waiz, dove sarò fortunata ospite per il week-end. Costruita a fine 1800 a completamento di un palazzetto cinquecentesco (Villa Pola) venne successivamente acquistata dalla stessa famiglia Waiz. Restaurata nel 1923 a seguito dei danni subiti dai bombardamenti della prima Guerra Mondiale entrò a far parte a pieno titolo del complesso termale e ad essere abitata per molti anni da famiglie facoltose fino a diventare oggi proprietà del Comune di Roncegno con mansione Garnì.
Si tratta di un hotel “didattico” che aderisce all’Association Europeen des Ecoles d’hotellerie et de tourisme, una nuova concezione di scuola alberghiera in Trentino. Al mio arrivo vengo cordialmente accolta dal Direttore del Campus che mi presenta subito i suoi giovani allievi: Alice mi porge il benvenuto con mele del Trentino e la speciale Birra Lagorai.
Il Direttore stesso mi informa che questo complesso vanta il privilegio di essere il primo hotel didattico del Trentino. Oggi Alice è la responsabile del mio soggiorno e mi consegna un utilissimo “abbecedario” completo di tutte le informazioni utili per il mio soggiorno a Roncegno e in tutta la Valsugana.
Vengo poi preceduta da Ricard , che si preoccupa gentilmente di ripararmi la cerniera del giubbotto incastrata nel tessuto e mi accompagna nella stanza. Federica e Cristian hanno preparato la mia camera: trovo a disposizione il bollitore con caffè, tè e tisane. Sul comodino bottigliette di vetro con acqua minerale di Levico (piccolo dettaglio, finalmente un oggetto – la bottiglietta di vetro – ecologico e non inquinante: è tutto riciclabile al 100% e mi consente di bere dell’ottima acqua senza alcuna contaminazione chimica).
È sorprendente osservare nella sala ristorante “Latte e Miele” Alessandra mentre prepara il buffet della colazione con i migliori prodotti del Trentino aiutata ed istruita, davanti al mio tavolo, dall’insegnante che le mostra come preparare sul momento un uovo all’occhio di bue o come miscelare sapientemente un cocktail prima di cena.
Questi giovani allievi, grazie al corso di formazione della durata di 3000 ore, stanno diventando delle qualificate figure professionali ‘a tutto tondo’ capaci di rispondere al meglio alle richieste del nuovo mercato turistico. Al termine della formazione verrà loro conferito il titolo di Tecnico Superiore Assistente alla direzione di unità ricettiva.
Si dimostrano tutti giovani fortemente disponibili e motivati, oltre che particolarmente bravi: sono stati infatti selezionati attraverso un bando regionale, www.afp-mt.it. Tutto questo mi conferma come il Trentino, la Valsugana e Lagorai si rivelino terre dalle radici antiche ma piene di vitalità ed ingegno per raccogliere al meglio le sfide per il futuro del territorio e dei suoi giovani abitanti.
Mi raggiungono per l’aperitivo Cristina e Patrizio, responsabili comunicazione ed eventi di Visitvalsugan : comincio ad avere la sensazione di trovarmi su un’altalena che mi sta offrendo una straordinaria varietà di emozioni e di gusti tra succhi vegetali di mela, mirtilli, strudel, strozzapreti, polenta e parampampoli-digestivi.
Passeggiando per le strade ho anche l’opportunità di incontri ‘speciali’ prima con Mario Baldessari (il Babbo Natale storico del paese) e successivamente con “il Walter”, titolare dell’agriturismo-Agricampeggio Montibeller.
Il mio viaggio prosegue poi con la visita davvero suggestiva (sapientemente guidata da Marta Baldessari) al Museo degli Strumenti Musicali Popolari, un museo da vedere…e da suonare. Vi sono conservati infatti oltre 500 strumenti che consentono di viaggiare attraverso l’arte, la cultura e l’artigianato dei cinque Continenti.
www.museodellamusicaroncegno.it
Gabriele Bertacchini mi introduce poi al “Mulino Angeli” dove si trova la Casa degli Spaventapasseri a Marter di RoncegnoTerme www.lacasadeglispaventapasseri.net
Un autentico gioiello in questa terra felice è sicuramente la mostra internazionale di arte contemporanea all’aperto nei boschi della Val di Sella – ArteSella – che mi viene illustrata da Giacomo Bianchi. www.artesella.it
Il mio soggiorno si conclude l’ultima mattina al Centro Casa Raphael, qualificato oltre che panoramico ambiente dove vengono praticate tecniche di benessere ispirate ai princîpi antroposofici.
Sto per partire ma ho già in mente il mio ritorno sicuro tra non molti mesi, ad ottobre, per la 37^ Festa della Castagna. Per quell’occasione mi è stata suggerita anche un’ottima oltre che originale proposta: adottare una mucca! (per la cronaca, si può fare anche on-line andando sul sito www.visitvalsugana.iy/adottaunamucca
Sono convinta che lo stesso grande James Hillman avrebbe particolarmente apprezzato questa proposta e quindi anche la mia futura decisione…
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