Oggi voglio portavi alla ricerca di una bellezza e vi porto con me a Volpago. Nel tempo si sono susseguite diverse ipotesi sull’origine del nome di questa cittadina veneta, definita terra rossa, perché storicamente il nome avrebbe il significato di paese della terra rossa e la conformazione geologica del terreno lo conferma innegabilmente.
La città nonostante si sia contraddistinta nei decenni per i flussi migratori della popolazione presente, verso altri paesi, è senza dubbio: culla di cultura e ingegno. Ed è proprio nella provincia di Treviso che parte il viaggio.
E’ qui che incontro Angelo, architetto che ha dato nuova vita ad una struttura che poi è divenuta l’attuale casa vacanze Casa Kaletheia. Il nome mi colpisce particolarmente, mi chiedo quale origine abbia e Angelo mi spiega che: “Casa Kaletheia nasce coniando un neologismo “kalétheia” dal greco antico kàllos (bellezza) e alétheia (verità). E’ così che nel 2016 inizia la vita della nostra casa vacanza e apriamo la struttura all’ospitalità convinti che ci sia sempre più bisogno di luoghi ricchi di memoria e di bellezza dove ristorarsi nel corpo e nell’anima”.
La base di partenza mi piace, perché mi fa capire la cura dei dettagli che di questa struttura è stata fatta, soprattutto quando si parla di bellezza. E infatti Angelo mi racconta che: “nel 2014 terminano i lavori di recupero di un corpo di fabbrica facente parte del complesso del maglio e mulino Camerini (del 1845 circa) a Volpago del Montello. L’intervento di restauro radicale, curato da me, ha comportato una nuova struttura interna antisismica in acciaio, con solaio e copertura di nuova costruzione, che è stato realizzato facendo una sintesi armonica tra contemporaneità e tradizione con l’obiettivo di creare un ambiente a misura d’uomo, radicato nella storia del luogo. Da qui l’idea di fare dell’abitazione, oltre ad un luogo di vacanza per la famiglia dei proprietari, un contenitore per attività culturali e poi una casa per l’ospitalità”.
Il soggiorno deve essere davvero particolare ma quali sono gli aspetti che accompagnano un viaggiatore che soggiorna presso Casa Kaletheia?
“Gli elementi di arredo della zona giorno: i diaframmi in noce, il tavolo e la seduta del camino in ciliegio provengono da alberi del giardino attiguo tagliati e fatti essicare anni fa (a km 0). Molti sono i sapori che si gustano entrando nella casa: le travi, il tavolato sono stati bruciati e spazzolati per rievocare il carattere del luogo (in origine la stalla col fienile dell’abitazione del mugnaio), il pavimento del piano terra in calce e sabbia gialla locale ricorda la terra battuta d’un tempo, il pavimento in legno delle camere è con faggio a taglio sega del vicino Cansiglio. All’esterno lo scorrere dell’acqua accompagna l’ospite con il suo suono cadenzato e rilassante – spiega Angelo – e’ quindi il luogo ideale per assaporare in lentezza e dolcezza un indimenticabile viaggio sensoriale ed emozionale. Qui si può passeggiare nel frutteto, attraversato il piccolo ponte di legno e per chi vuole ci sono delle bici a disposizione. Infine si può praticare il nordic walking”.
La bellezza mi sembra essere un aspetto che torna in ogni forma di lavoro di recupero che è stato realizzato, una ricerca minuziosa del bello per non perdere il gusto delle cose semplice, ricercate e piacevoli. Ma Casa Kaletheia è anche luogo di cultura, dove sono organizzati incontri e laboratori curati dall’Associazione Kaletheia, cui possono partecipare gli ospiti della casa e chiunque abbia piacere di esserci.
Volpago, terra di confine – tra i luoghi che si trovarono in prima linea durante la 1° guerra mondiale, essendo in prossimità del Fronte del Piave – si caratterizzò per i forti flussi migratori verso altri paesi. E’ una città di cambiamenti, ma anche di recupero e rinascita. Recupero in effetti è una della altre parole che ben si sposano con il viaggio di oggi e dove farlo se non in casa di un architetto?
Tra le varie mi chiedo cos’è possibile visitare nel territorio e Angelo mi racconta che: “situata ai piedi del Montello, una singolare collina morenica lambita a nord dal Piave, dalla casa si può partire per diverse passeggiate. Il bosco regala un’atmosfera unica, lontano dalla frenesia e dal chiasso della vita moderna; ideale da esplorare con tranquille passeggiate alla scoperta di ambienti e panorami suggestivi, o per i buongustai alla ricerca dei prodotti del sottobosco a seconda della stagione: erbe spontanee, castagne e soprattutto funghi come porcini e chiodini, famosi per il loro profumo. Non dimentichiamo nemmeno le grotte e le doline del Montello e tutti i luoghi della memoria della Grande Guerra. Inoltre – prosegue Angelo – la struttura è in ottima posizione, vicina ad Asolo, uno dei più bei borghi d’Italia, alle più importanti ville del Palladio, alla Gipsoteca del Canova presso Possagno e ai celebri itinerari del prosecco a Valdobbiadene e dintorni. Vogliamo segnalare infine che la casa è proprio sulla ciclovia Monaco-Venezia e rappresenta un ottimo punto dove sostare durante il viaggio in bici”.
Ogni terra di passaggio, di migrazione è terra di cambiamenti, mutazioni forti che sembrano destabilizzare l’anima di un territorio, mentre in realtà ne amplificano le potenzialità e la ricchezza che in esso sono custoditi. L’appuntamento a Casa Kaletheia è una tappa di sosta che raccoglie la cultura del territorio nel quale si trova.
Angelo mi ha accompagnato in questo racconto, attraverso la sua dedizione e cura dei dettagli che si ritrovano nella semplice, quanto ricercata architettura rinnovata e così mi prometto di tornare. Sì, tornare presto.
[immagini: sito Casa Kaletheia; www.comune.volpago-del-montello.tv.it]
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