Poi non siete mica scesi per il sentiero 1, come avevate deciso nella prima seduta di acqua terapia.
Lo rimandate a domani o a un altro giorno: adesso avete a che fare con voi stessi e non vi va affatto di lasciarvi andare.
Scoprite che a pochi chilometri da qui avete la possibilità di scendere in acqua e toccare l’acqua e fendere l’acqua come il suono della sirena e i colori dell’arcobaleno hanno fatto con voi nella prima seduta di acqua terapia. Questa possibilità si chiama “Slow Lake Kajak”.
Così risalite i gradini, attraversate il parco Campacci, il cui nome insolito è già un altro viaggio, uscite dal parco intitolato a Libero Liberati – il campione mondiale di motociclismo del dopoguerra -, costeggiate la statale in direzione Piediluco, nome di paesino e di lago che va assolutamente tenuto a mente, e poi finalmente arrivate in quel luogo che qui chiamano “lungocanale”.
Già è una terapia in sé.
Il canale artificiale che vi trovate sulla destra è dato dalla somma del fiume Velino (il fiume “vecchio”) e delle acque del lago di Piediluco, e costeggia una strada sterrata accarezzata da una fila di pini.
Sembra un quadro appena dipinto… ha ancora il colore fresco, avete paura di toccare per non rovinare la tempera.
Fate alcuni passi e sentite i sassi e vi accorgete della rima e sorridete perché in effetti, oltre che un quadro, sembra una poesia.
Siete fortunati: l’erba è stata tagliata da poco e i passeggianti coi loro cani hanno la premura di raccogliere le necessità canine.
Laggiù vedete un uomo col salvagente e una piccola collezione di canoe e kajak: vi sta aspettando.
Molto bene, vi trovate immersi in una dettagliata ma semplice spiegazione di strumenti e tecniche. Voi vi perdete un po’, non perché il giovane uomo non sia bravo ma perché questo cielo e quest’acqua vi chiamano, vi distraggono.
Avete la possibilità di imparare ad usare il kayak e remare con le vostre mani e scegliere da voi la linea del fiume da solcare, scegliete voi se andare a scoprire il nido di folaghe dentro un cespuglio e navigare a vista, senza pretese, solo con la voglia di scoprire la magia di questi luoghi.
La Cascata e il sentiero 1 possono aspettare, domani è tempo di lezioni di kayak, oggi è tempo di un giro in canoa, lasciandosi trasportare, immersi nella beatitudine di un silenzio costruito dall’uomo, visitare questo luogo famoso a bordo di una sorta di barca a remi, che vi offrirà una visuale unica, che tra i quattrocentomila turisti che ogni anno visitano la Cascata, nessuno avrà catturato con gli occhi e il cuore.
Un’esperienza unica.
Si sale, in sicurezza, salvagente, semplici nozioni indispensabili, e via, in acqua.
Vi è stato dato un remo, una pagaia, ma non siete voi a decidere il solco del fiume, chi comanda è il giovane uomo che però voi non vedete, è dietro di voi, così come sono dietro di voi altri due passeggeri, silenziosi anche loro, oggi è il vostro giorno fortunato.
Quest’acqua domata tra poco diventerà Cascata, ma adesso è pace, linea dritta e gentile. Immergete dolcemente il remo in acqua e provate a spingere, l’acqua fa resistenza, sentite una leggera fatica, qualche schizzo dal fiume viene a rinfrescarvi e non sapete decidere se il verde intorno è solo uno sfondo, o l’attore protagonista.
Ma ecco, ora avete la risposta: una struttura di ferro si pone ferma e impetuosa davanti a voi: la diga Stoney, risalente agli anni venti,regola l’apertura e la chiusura della Cascata. Essa, senza far rumore vi fa sentire piccoli piccoli.
È lei l’attrice protagonista da premio Oscar di questo film.
Il canale che guadate da una riva all’altra, e poi dall’altra all’una, dal dentro dell’acqua conserva persino alcune pareti dello scavo voluto dai Romani tre secoli prima della nascita di Cristo. Non ieri o l’altro ieri.
Siete immersi nella Storia, tutto il vostro corpo sulla superficie di acque tranquille a ripercorrere più di duemila anni; ciò vi dà radicamento, anche se siete in acqua; ciò vi riporta a voi stessi, al senso dell’esistenza, alla prospettiva giusta per osservare le insignificanze quotidiane.
Questo viaggio in canoa vi fa sentire molto potenti e non smette certo di affascinarvi. In effetti, sempre con un po’ di fatica che cresce, cambiate direzione e vi dirigete verso il lago di Piediluco.
E questo è ancora un altro viaggio.
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