Quale modo migliore per festeggiare l’arrivo della primavera se non quello di vedere arrivare le tanto attese rondini? Quest’uccello – il più famoso dei nostri visitatori estivi – giunge in Europa dal Sudafrica intorno alla metà di marzo, dopo un viaggio di una-due settimane.
Gli esemplari maschi hanno un piumaggio più colorato rispetto a quello delle femmine e presentano una coda più lunga. Le rondini sono insettivore: catturano le loro prede in volo e bevono passando a volo radente sopra una fonte d’acqua, senza mai posarvisi. Non hanno un habitat particolare, in quanto sono uccelli estremamente adattabili, che si stabiliscono ovunque, purchè ci siano le risorse per nutrirsi.
Dopo l’arrivo nei luoghi di nidificazione, i maschi attirano le femmine allargando la coda ed emettendo dei suoni caratteristici. In seguito si formeranno le coppie, che rimarranno insieme per tutta la stagione riproduttiva (non è infrequente che ogni anno si riformino le medesime coppie).
All’inizio di maggio, la maggior parte delle rondini inizia a riprodursi, facendo così due nidiate per stagione. Prima della deposizione delle uova, la coppia di rondini si occupa della costruzione del nido, creando una struttura molto solida dall’unione di vari materiali di origine vegetale amalgamati con il fango e rivestendola internamente con soffici piume.
Può capitare che vi siano esemplari maschi che, non avendo trovato rondini femmine con le quali accoppiarsi, si uniscano a una coppia, contribuendo alla costruzione del nido e alla cova delle uova, incubate per quindici giorni da entrambi i genitori. Le uova deposte variano da tre a sette: le rondini più giovani ne depongono meno rispetto quelle più anziane.
I pulcini rimangono nel nido per circa venti giorni prima di spiccare il primo volo. In seguito, i genitori continuano ad accudirli ancora per una settimana, prima di involarsi definitivamente.
All’inizio di settembre, le rondini migrano volando in grandi stormi. Purtroppo, in Europa il numero di rondini è diminuito – negli ultimi venti anni – dal 40 al 60%, come viene riportato da un recente studio del “Birdlife International”. Fra le cause di questa riduzione drastica, l’innalzamento della temperatura, la scomparsa di luoghi adatti alla nidificazione e la carenza di insetti di cui nutrirsi.
Per favorire la nidificazione, in quel periodo bisognerebbe evitare di restaurare gli edifici, così da godere ancora per molti anni della presenza di questi meravigliosi esemplari, che solcano i nostri cieli portando allegria e annunciando il dolce arrivo della bella stagione.
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