Dominato da un maestoso scenario montuoso, il paese di Arquata è situato in una posizione strategica, su uno sperone di roccia al confine tra quattro regioni del centro Italia: Marche, Lazio, Abruzzo e Umbria.
Sorge a circa 30 Km da Ascoli Piceno e non è difficile da raggiungere, partendo proprio dal capoluogo e inoltrandosi poi nella natura dell’entroterra marchigiano. Arquata è l’unico comune europeo a essere racchiuso in due aree naturali protette: il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Il territorio è chiuso a nord dal Monte Vettore (2.478 metri) e a sud dal Monte Pizzo di Sevo (2.419 metri). Per arrivare ad Arquata seguite questo splendido link, che vi consiglia esattamente come raggiungere queste zone partendo da tutte le principali città italiane!
IL TERMINE ARQUATA E LA STORIA DI QUESTO PAESE
La parola Arquata deriva dal latino arx, ovvero fortezza. Non per niente, da qualsiasi punto si ammiri il paese, si vedrà sempre la rocca in posizione predominante. Fu solo nel 1862 che venne assunto il nome ufficiale di Arquata. In seguito, venne aggiunto “del Tronto”, in relazione all’omonimo fiume che scorre vicino alla località.
Si suppone che Arquata fosse abitata dai Sabini. A partire da quell’epoca – e specialmente dopo, in epoca romana – quest’area veniva sfruttata per la sua posizione strategica, che permetteva il controllo sulla strada Salaria, la quale conduceva dal Mar Tirreno al Mar Adriatico. Con la caduta dell’ Impero Romano d’Occidente, il territorio venne conteso tra le città di Norcia, Ascoli e Spoleto.
Arquata venne anche invasa dai Longobardi e raggiunta dal mitico Carlo Magno che, nell’800, attraversò queste terre diretto a Roma. Intorno al 1200 venne costruita la fortezza. Nel 1215, invece, Francesco d’Assisi visitò questa zona per una missione di apostolato. Le guerre per avere il “dominio su Arquata” si protrassero per secoli, fino al 1832, quando essa venne incorporata ad Ascoli Piceno.
Uno degli eventi più importanti fu il pernottamento di Garibaldi, di cui siamo a conoscenza grazie alla testimonianza degli scritti del fermano Candido Augusto Vecchi. Il generale giunse qui il 26 Gennaio del 1849 dopo aver lasciato Ascoli Piceno. Ripartì il giorno successivo con quattro libbre di tartufi regalati dall’allora governatore di Arquata: «(…) ed io per le via di Ascoli e la valle del Tronto, con tre compagni per percorrere ed osservare la frontiera napoletana. Valicammo gli Appennini, per le scoscese alture della Sibilla, la neve imperversava, mi assalirono i dolori reumatici che scemarono tutto il pittoresco del mio viaggio. Vidi le robuste popolazioni della montagna, e fummo ben accolti, festeggiati dovunque, e scortati da loro con entusiasmo»
I MUST DA VEDERE AD ARQUATA
A proposito di Garibaldi: è interessante notare la presenza di una via a lui dedicata e la lapide affissa – con datazione errata – sulla parete esterna della casa in cui soggiornò. L’iscrizione recita: «QUI – NEL 19 FEBBRAIO 1849 – TRAENDO ALLA VOLTA DI ROMA – FU – GIUSEPPE GARIBALDI – IL SUO NOME E UNA STORIA E UN’EPOCA – A PERPETUA RICORDANZA – MUNICIPIO E POPOLO D’ARQUATA – POSERO – NEL 20 AGOSTO 1882»
Tra le bellezze da vedere, ricordiamo la Chiesa della Santissima Annunziata, che si trova lungo la via che conduce alla rocca. La chiesa si presenta con una facciata semplice e un portale scolpito in pietra arenaria, mentre all’interno si trova una tela dell’Annunciazione risalente al XVI secolo.
Altra chiesa è quella di San Francesco, che fa parte dell’omonimo convento e si trova nella frazione Borgo di Arquata. Stile romanico e portale del ‘500, la chiesa, suddivisa in due navate con colonne a base quadrata, è dotata della famosa “Sindone di Arquata”, copia della Sacra Sindone. Si tratta di una fedelissima riproduzione caratterizzata da un panno tessuto in filo di lino, rinvenuta durante i lavori di restauro della chiesa nel 1980. Probabilmente venne custodita qui per avere una “copia di sicurezza”.
Per quanto riguarda le architetture civili, ricordatevi di visitare la Porta di S. Agata, unico varco del borgo di Arquata, circondato in passato da una cinta muraria. La porta può essere raggiunta tramite una scalinata ed è ancora oggi ben conservata, con due stabili di semplice architettura e di altezza differenta.
LA CILIEGINA SULLA TORTA
Arquata è un bellissimo borgo, che merita assolutamente di essere visitato, sopratutto per la splendida rocca! Possente castello fortificato, questo edificio venne costruito con blocchi di pietra arenaria tra l’XI ed il XV secolo nella zona più alta del paese.
Prossimamente parleremo in maniera ancora più dettagliata della rocca, delle leggende e degli itinerari da non perdere ad Arquata. Intanto, speriamo di avervi un po’ incuriositi!
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