Dopo anni di torpore, Carrara si riscopre finalmente città d’arte e lo fa con alcuni appuntamenti da non perdere. Dopo le interessanti collettive di artisti contemporanei, che si sono aperte nel mese di giugno nell’ambito delle iniziative di “Carrara si fa bella” (una serie di eventi coordinati da un gruppo di cittadini afferenti all’Assemblea Permanente, il presidio spontaneo di carraresi che da novembre ha saputo dare nuova linfa culturale alla città), continuano le principali mostre allestite nei più bei palazzi del centro. A cominciare dalle due mostre d’arte antica: Canova e i maestri del marmo e Pittura tra Toscana e Liguria nel ’600. Due esposizioni d’arte antica di grande qualità, come non se ne vedevano da anni a Carrara. La prima, che si tiene nei locali del recentemente restaurato Palazzo Cucchiari, è aperta fino al 4 ottobre ed espone una selezione di capolavori di Antonio Canova e di grandi artisti, locali e non, che hanno costituito le premesse per la nascita della scuola locale nel Seicento, oppure che hanno lavorato in città o per la città, sul solco dell’arte neoclassica di Canova e di quella purista di Lorenzo Bartolini, altro grande nome presente in mostra.
Di Canova sono presenti due opere: un marmo giovanile, l’Orfeo, proveniente dall’Hermitage di San Pietroburgo, così come quasi tutte le altre opere della mostra, nata proprio in seguito a una collaborazione con l’importante museo russo, e un gesso della celeberrima Maddalena penitente, il cui prototipo in marmo è conservato ed esposto a Genova, a Palazzo Tursi. Accompagnano il visitatore in questo percorso opere di Giovanni Antonio Cybei, Christian Daniel Rauch, Pietro Tenerani (eccezionale la sua Psiche svenuta), Carlo Finelli (da non perdere la Venere che esce dalla conchiglia), il già citato Lorenzo Bartolini con ben tre versioni della Fiducia in Dio, e Luigi Bienaimé con, tra le altre opere, una meravigliosa Pastorella.
La mostra su Canova è organizzata da privati (la Fondazione Giorgio Conti), così come Pittura tra Toscana e Liguria nel ’600, un’iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, allestita nelle sale di Palazzo Binelli. Con una selezione di opere d’arte provenienti da collezioni di istituti bancari, la mostra intende ripercorrere i rapporti tra Toscana e Liguria tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Settecento. Possiamo quindi seguire le tappe principali di questi fecondi scambi culturali attraverso capolavori di diverse scuole, a cominciare da quella ligure-genovese: ecco quindi Domenico Fiasella, a cui è dedicata un’intera sala, oppure il maestro di quest’ultimo, Giovanni Battista Paggi, e ancora Bernardo Strozzi (si segnala una sua originale Madonna col Bambino e san Giovannino), Giovanni Raffaele Badaracco e tre pittori fondamentali come Valerio Castello, forse il massimo esponente del Barocco ligure, Gregorio De Ferrari, che fu invece tra gli anticipatori dell’arte Rococò, e infine il grande Alessandro Magnasco, di cui si può eccezionalmente ammirare, per la prima volta a Carrara, una “frateria”, ovvero un dipinto che illustra la vita quotidiana dei frati del tempo (siamo a cavallo tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento). La scuola lucchese e pisana è invece rappresentata da artisti come Pietro Ricchi, Girolamo Scaglia e soprattutto Girolamo Riminaldi, un particolare pittore-mercante di cui non si conoscono opere note e a cui la mostra vuol riferire un Dedalo e Icaro di proprietà della Cassa di Risparmio di Carrara. Spazio anche alla feconda scuola senese del Seicento con opere di Bernardino Mei, Rutilio Manetti e Niccolò Tornioli. Un’esposizione eccezionale anche perché sono presenti opere che difficilmente possono essere viste dal pubblico: peccato solo che occorra affrettarsi per visitarla, perché chiuderà il 31 luglio.
La Galleria Duomo, in collaborazione con l’amministrazione comunale, risponde invece con una mostra d’arte contemporanea dedicata allo scultore cubano Agustín Cárdenas: si tratta di Carrara, Cárdenas e la negritudine, un’antologica che vuole ripercorrere la vicenda biografica e artistica di questo artista, con particolare riferimento ai suoi rapporti con Carrara, dove lavorò a lungo a partire dal 1964, e con l’Africa, la cui presenza è costante nella sua scultura, con continui richiami a elementi tipici dell’arte africana. La monografica su questo importante artista del XX secolo si svolge presso il museo d’arte cittadino, il Centro Arti Plastiche, e durerà fino al 13 settembre. Vale la pena evidenziare come tutte e tre le mostre abbiano prolungate aperture serali: fino alle 23:30 quelle su Canova e sui pittori liguri e toscani, fino alle 24 quella su Cárdenas. Potete quindi venire a Carrara, passare un bel pomeriggio in spiaggia e una serata all’insegna della cultura!
L’estate culturale carrarese non finisce qui: quest’anno c’è particolare fermento e le mostre sono spesso accompagnate da presentazioni di libri, proiezioni cinematografiche, piccoli concerti di gruppi locali. E magari si possono anticipare con una buona cena in uno dei ristoranti sul lungomare.
A Carrara torna quindi la grande arte: ce n’è abbastanza per una vacanza slow all’insegna di sole, mare, buon cibo, arte e cultura? Secondo noi sì…
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