Nel Catanese e nel Ragusano c’è un primo piatto molto gustoso e nutriente, che ha origini antiche: la pasta co maccu, ovvero la pasta con purè di fave e fave a pezzetti. Un piatto che può essere preparato sia con fave fresche che secche e che, grazie all’aggiunta del finocchietto selvatico, si può gustare anche in estate. Maccu vuol dire, dal dialetto, poltiglia.
Molto semplice la preparazione di questa “minestra”, che lascia in bocca un sapore dolce, grazie al legume e alla cipolla aggiunta in cottura. È buona calda, appena preparata e messa nel piatto, ma anche fredda. Da riproporre poi in caso di avanzi, fritta in padella.
Per fare la zuppa, occorrono tagliolini spezzettati o i maltagliati fatti con farina e acqua. In passato, infatti, si utilizzavano gli scarti della pasta fatta in casa, dato che questo era il piatto dei poveri, fatto con materie prime a bassissimo costo. Poi occorrono le fave, la cipolla, l’olio EVO dei Monti Iblei , sale e pepe. Le fave vanno sbucciate e lessate con la cipolla, fino a che non si riducono a una gustosa crema. La pasta va cotta nelle fave, così assorbe tutto il sapore del legume ed è più gustosa.
A Ragusa si usa fare anche il Macco di San Giuseppe (o Maccu ri San Giuseppi), a cui vanno aggiunti anche ceci, lenticchie, piselli, castagne secche e pomodori secchi. Ma se ne conoscono anche altre varianti, con più verdure, in base ai gusti di chi lo prepara.
Ottima la versione della “Pasta co maccu” proposta a Modica dall’Osteria dei Sapori Perduti, in Corso Umberto I, 228.
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