Camminando e avvicinandosi alle cascate, si trova, lungo il sentiero, un abbeveratoio in pietra con acqua freschissima, dove è possibile dissetarsi. Proseguendo ancora un po’ lungo la carrareccia, sembra pian piano di entrare dentro una vallata che nasconde qualcosa, il tutto sovrastato da pareti a strapiombo, che scendono verso l’alveo del torrente.
Dopo pochi minuti si raggiunge un bivio: da una parte la cascata, dall’altro “Le Lacrime di Maria” e Petagna”. Le Lacrime di Maria è una nicchietta in cui si trova una statuetta della Vergine: dalla parte alta cadono delle gocce, che sembrano lacrime. Sulle montagne, fede e natura si stringono sempre in un forte legame.
La Petagna Gussonei è una pianta ed è considerata una specie in pericolo di estinzione (Endangered); è stata inserita dalla IUCN nella lista delle 50 specie botaniche più minacciate dell’area mediterranea. Può essere considerata una specie relitta dell’antica flora dell’era terziaria (giusto per capirci: quando ci fu il sollevamento della catena alpino-himalayana), che decine di milioni d’anni fa popolava la zona. A volte, il termine “relitto” viene usato anche come sinonimo di “fossile vivente”, per indicare specie, generi o famiglie che sono sopravvissuti all’estinzione della maggior parte degli organismi affini.
Tornando nella nostra era e sui nostri passi, scendiamo verso le Cascate del Catafurco, un salto di una decina di metri, che forma anche un piccolo laghetto. Lo scenario che si apre di fronte ai nostri occhi e che si fa scoprire un po’ alla volta è, a dir poco, stupendo!
Qui l’acqua è presente praticamente tutto l’anno e l’incessante azione di modellamento ha formato interessanti forme carsiche e di erosione, tra cui le “marmitte”. Sono inoltre da osservare le spettacolari pareti verticali della gola, che costituiscono delle “scarpate di faglia”, nei cui anfratti nidificano anche alcuni rapaci.
Al termine della nostra escursione abbiamo visitato il paese di Galati Mamertino, piccolo comune del Parco dei Nebrodi ma ricco di storia e di arte, che si perde nel tempo. Ma prima della visita storico-culturale, non potevamo non fare una visita enogastronomica, assaggiando i prodotti tipici dei Nebrodi come le provole o il salame e la salsiccia del Maiale Nero dei Nebrodi, gusti intensi e genuini, proposti dal sig. BRUNO.
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