Cosa c’è di più sostenibile di un viaggio dentro se stessi, che ha come meta la crescita personale, il miglioramento e perfino la felicità?
C’è chi sceglie questo viaggio immerso nella quotidianità dei suoi ritmi di lavoro e famiglia.
C’è chi sceglie, quasi preda di una folgorazione, di un istinto primordiale, di intraprendere questo viaggio in viaggio, scegliendo le sue vacanze in base a questo bisogno di ritrovarsi. Così percorre in lungo e in largo l’Italia (o forse pochi metri) per arrivare in Umbria, famoso cuore verde d’Italia, e attraversa colline e strade per approdare lì dove il verde è più intenso, dove il bosco è più fitto, in quello che ai tempi dell’Impero Romano era considerato un bosco sacro, in quanto dimora di dei e dee.
Qui la natura comanda.
Sì, per arrivarci occorre un’auto, che deve arrampicarsi, ridiscendere e salire di nuovo su stradine sterrate, ma tutto questo fa parte del viaggio. Quando mai un viaggio alla scoperta di se stessi inizia con una strada asfaltata in discesa? Ci vogliono impegno, determinazione, coraggio per attraversare boschi, nodi emozionali, passati ingombranti o inesistenti. Da qualunque parte proveniate, qui il bosco vi farà sentire a casa.
Al culmine di una stradaccia si arriva a una piccola radura, nel cui mezzo dimora placida una casa, che casa non è: si tratta del Centro Dorje LIng, meta di soggiorni brevi e intensivi, durante i quali centrarsi su se stessi. Potrebbe tranquillamente essere il luogo in cui ritornare a casa, dentro noi stessi, a contatto con la nostra vera identità. I mezzi con cui arrivare a destinazione sono yoga e meditazione.
La guida altri non è che un ex monaco buddista, che ha fatto la sua esperienza in solitaria e ha vissuto sulla sua pelle, fin dentro la sua anima, quello che è possibile esperire qui.
Laggiù, sullo sfondo, il Lago di Piediluco, a un passo dalla Cascata delle Marmore. Acqua, simbolo di vita…
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