Il Molise. Una regione di cui si sente parlare pochissimo, quasi non esistesse e non facesse parte di una nazione chiamata Italia. Sarà per via delle sue dimensioni? Non è credibile. Sarà per le politiche territoriali o per il suo non essere non inserita a pieno ritmo nell’economia del paese? Le domande sono tante, le risposte finora a nostra disposizione poche.
Eppure il Molise c’è, lavora e si rinnova. Lo dimostrano realtà come “La Dimora del Sergente”, B&B di Carovilli (IS). Una chiacchierata con Avio, il proprietario e, a mano a mano, le cose prendono forma: “È una fortuna che il Molise sia poco conosciuto, perché così siamo nella condizione di fare un turismo di qualità”.
Basta dare un’occhiata alle fotografie per capire che si tratta di un luogo destinato agli amanti delle tradizioni contadine e del turismo slow: “Quello che voglio fare, infatti, è offrire agli ospiti la possibilità di usufruire del territorio e dei suoi prodotti, rispettandone il ciclo naturale e la stagionalità. Garantire loro tranquillità e rimi naturali anche nell’uso della struttura”.
Una struttura che rispecchia la vita del proprietario, basata sulla sostenibilità, che per lui significa “Rispettare ciò che l’ambiente offre, senza cercare prodotti che vengano da altri paesi, dato che in Molise di certo non mancano! Siamo una regione ricchissima di funghi, frutti di bosco e colture autoctone, come pere e mele cotogne. Finora, purtroppo, siamo andati tutti dietro alla grande distribuzione, mentre gli antichi Romani facevano incetta di olio a Venafro”.
La sostenibilità è visibile anche nell’uso dei materiali: “per riempire le fessure ho usato la biocalce. I monumenti antichi arrivati fino ai nostri giorni si devono infatti proprio all’uso della calce pozzolanica. Nel mio B&B non c’è nulla di chimico e a maggior tutela ho messo qualche pianta, come l’edera, per purificare l’aria”.
Come sempre, le parole di chi gestisce strutture del genere sono intrise di passione, motore fondamentale. Avio ci racconta di aver convertito a B&B quella che era una casa troppo grande per ospitare solo lui. E di necessità ha fatto virtù: “Quando ho iniziato questo lavoro, mi sono accorto delle potenzialità enormi della nostra zona e ho capito che bisogna credere in queste potenzialità. Ma la serietà non basta: occorrono amore e costanza. Chi viene, infatti, vuole conoscere e non gli si possono vendere quattro chiacchiere come quelle delle guide turistiche, basate sul copia e incolla”.
Del resto, “La Dimora del Sergente” si trova nella riserva MAB di Collemeluccio-Montedimezzo Alto Molise: con il recentissimo riconiscimento dell’UNESCO, che risale proprio a giugno, questa zona è entrata a far parte a pieno titolo del Network Mondiale delle Riserve della Biosfera. E “se l’UNESCO si è scomodata per noi, qualcosa deve pur significare”.
Carovilli si trova nel Sannio, regione abitata dal popolo dei Sanniti tra i VII e il VI secolo a.C. Anni e anni di storia si accavallano quindi tra gli alberi e le mura di edifici silenziosi. Anni di tradizioni, sconosciute ai più: “Voglio ricordare Agnone, che ha l’azienda familiare più longeva al mondo, fabbrica di campane per il Vaticano; il ritrovamento dell’Homo Aeserniensis e quello del corpo di un bambino, risalenti al Paleolitico; il vicino insediamento miceneo; i castelli: pur piccolo che sia, il Molise ne è pieno; i tratturi! La nostra è infatti terra di transumanza, arricchita dalle storie e dalle tesimonianze dei nostri paesi. Pensate che già all’epoca erano previste strade carrabili e taverne-autogrill!”
Il Molise ha candidato anche i propri tratturi all’Unesco, consapevole che non verranno mai riutilizzati in quanto tali, bensì come itinerari per gli amanti del trekking.
E a proposito di questo, annessa al B&B c’è l’Osteria dei Tratturi, basata sulla cosiddetta cucina della transumanza e quindi sul recupero di piatti della Puglia, dell’Abruzzo e del Molise. Naturalmente, ci racconta Avio, “la cucina dei pastori non è una cucina codificata, dato che loro mischiavano quello che c’era e che alle volte rubacchiavano dai campi (pastori e agricoltori si sono sempre fatti la guerra…). Per esempio, elementi pugliesi come la borragine sono stati pienamente integrati nella cucina molisana”.
Per quanto riguarda gli itinerari, Avio consiglia, in particolare, Capracotta, il comune più alto dell’Appennino (qui si può visitare il giardino della flora appenninica), Pietrabbondante e, naturalmente, Carovilli.
Un’ultima domanda al proprietario è d’obbligo: da dove deriva il nome del suo B&B? “Tutti i clienti me lo chiedono. Da piccolo mi chiamavano sergente per via della mia erre moscia. E pensare che non ho nemmeno fatto il militare! In compenso, alcuni militari sono arrivati qui da me attratti proprio dal nome”.
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