Un progetto non pianificato, portato avanti a fini elettorali, ignorando le condizioni del quartiere e le necessità dei residenti: è l’accusa dei comitati dell’Esquilino-Monti e di via Labicana-Celio alla pedonalizzazione dei Fori Imperiali, la cui sperimentazione è partita da quasi due mesi per volere del sindaco Ignazio Marino. Un progetto contestato da più parti, non solo da chi risiede nelle vie limitrofe o ha un’attività nel cuore del quartiere.
Da un lato c’è chi chiede una “pedonalizzazione vera”, cioè la chiusura totale dei Fori Imperiali e non solo del tratto fra Largo Ricci e Piazza del Colosseo, vietando l’entrata anche agli autobus pubblici e ai taxi. I comitati ambientalisti e i ciclisti romani chiedono inoltre piste ciclabili in periferia e progetti di mobilità alternativa anche fuori dal centro storico. Dall’altro lato ci sono residenti e commercianti, che parlano di “disastro”, sia per quanto riguarda la vivibilità del quartiere, che per l’aspetto commerciale.
Ed è per protestare contro l’abbandono del resto del quartiere, che residenti e commercianti si sono dati appuntamento, giovedì 24 ottobre, su via Merulana: l’obiettivo è ottenere una serie di modifiche al piano di viabilità messo in campo, per decongestionare le vie limitrofe ed evitare ai commercianti la perdita dei clienti che non possono parcheggiare né sostare su quelle strade.
Le richieste dei residenti. I cittadini delle vie limitrofe sono da venti giorni sul piede di guerra: gli interventi sulla viabilità dei quartieri Esquilino, Celio e Monti sono ritenuti insufficienti e inefficaci. Alla manifestazione spiccano le cartoline da inviare al sindaco, con alcune domande sull’effettivo miglioramento che la pedonalizzazione ha portato.
“Noi non siamo contro la pedonalizzazione – racconta Cecilia – noi saremmo contenti se tutto il centro storico fosse pedonalizzato, libero dalle automobili e dallo smog. Il problema è fare le cose senza pianificarle e senza tenere in conto le necessità di chi vive questi quartieri: non si può chiudere semplicemente una strada, riversando tutto il carico di automobilisti sulle vie adiacenti”
Via Merulana, via Labicana, via Claudia: tutte strade adiacenti ai Fori, su cui sono state fatte modifiche per consentire la chiusura del tratto fra Largo Ricci e Piazza del Colosseo, a detta dei residenti, sono “notevolmente peggiorate. Si parte da via Labicana, ora a senso unico: insieme a via Merulana, secondo i cittadini dei comitati, è diventata una strada a scorrimento veloce.
“Ma qui ci abitano famiglie con bambini –spiegano i residenti- anziani, persone esposte a pericoli e non tutelate: diventa una questione di sicurezza”. All’angolo di via Mecenate, ricorda Cecilia, due settimane fa “è morta una donna che attraversava sulle strisce, ma nessuno l’ha detto”.
I commercianti sono altrettanto arrabbiati: “Hanno tolto di colpo oltre 300 parcheggi, è impossibile venire a fare spese su queste strade”. Una strada la cui bellezza è avere il Colosseo a vista “è stata dedicata al senso unico di marcia, con le spalle a uno dei monumenti più belli al mondo –spiegano- diteci che senso ha chiudere delle vie del Centro Storico senza pensare al commercio e al turismo”
Ripristino del doppio senso di marcia non solo su via Labicana, ma anche sul nodo via Nicola Salvi/ via degli Annibaldi: questo, secondo i residenti, permetterebbe di decongestionare le altre vie, rendendo davvero pedonale il tratto dei Fori Imperiali in questione.
“Non c’è pianificazione, non c’è lungimiranza e non c’è visione globale – spiega Cecilia – con i lavori a piazza Dante per la costruzione della nuova caserma tutto è congestionato: è segno che queste decisioni sono state prese senza nessuna analisi della viabilità generale dell’area, riversando semplicemente tutto il traffico nei quartieri vicini”
Le proteste delle associazioni. Ma le decisioni del sindaco Marino non sono contestate solo dai residenti del quartiere: dall’altro lato, infatti, ci sono ambientalisti, ciclisti e associazioni di vario tipo, che da anni chiedono pedonalizzazioni e piste ciclabili, e che lamentano esattamente l’opposto: una “finta” pedonalizzazione, che non ha inciso per nulla su traffico e inquinamento.
Alberto Fiorillo, presidente della rete Mobilità Nuova e giornalista, ha spiegato al Daily Slow:
“E’ una sperimentazione un po’ bizzarra: lascia il passaggio a centinaia di veicoli al giorno. Non è solo una questione di viabilità: via dei Fori è una delle aree archeologiche più importanti al mondo, non puoi trattare semplicemente il problema viabilità ignorando l’aspetto archeologico, artistico e culturale”
Il riassetto della mobilità, sarebbe dunque una diretta conseguenza di un piano che doveva essere più ampio: “manca una visione complessiva che consideri gli aspetti turistici e culturali, mancano i tempi di realizzazione, non si vedono obiettivi concreti se non quelli di torvare consenso nell’immediato”. E sull’atteggiamento dei comitati di quartiere il giudizio è chiaro:
“E’ una protesta piena di contraddizioni- racconta Fiorillo al Daily Slow- da un lato c’è chi è favorevole alla completa pedonalizzazione, dall’altro chi è contrario a qualsiasi tipo di intervento”.
Serve, secondo Fiorillo, un generale ripensamento della vita di quei quartieri: “I negozianti dovrebbero incentivare i propri clienti ad andare a fare la spesa a piedi”.
Secondo le associazioni che sostengono la necessità di pedonalizzare tutto il centro storico, i corridoi della viabilità verde da realizzare sono due: “Il primo che abbraccia tutta via dei Fori, il teatro di Marcello, raggiungendo l’Appia Antica con un corridoio ciclabile”. Mentre il secondo “dovrebbe partire da piazza Venezia e andare verso Nord, verso via del Corso e piazza del Popolo”.
Un ripensamento della mobilità di buona parte del Centro e dei quartieri limitrofi, che sia radicale ma lungimirante. “In questo modo – ha concluso Fiorillo – rischiamo di arrivare a fine mandato con dei progetti di facciata, inutili e magari anche costosi: le idee così si bruciano: sarebbe invece opportuno fare un intervento di riassetto più profondo, che abbracci più aspetti del problema”.
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