Un meraviglioso mondo sotterraneo. Solo gli speleologi possono visitarlo nella sua interezza, con attrezzature particolari e non senza difficoltà. Gradi fissi a 14 e umidità prossima al 100%. Percorrendo i 200 metri di galleria artificiale sembra di entrare nel ventre della terra. La magia di un luogo rimasto intatto e inaccessibile per migliaia di anni si svela all’occhio umano come un universo sotterraneo composto da fantastiche forme calcaree, cristalli, drappeggi e volte di alabastro.
Oggi si contano percorsi sotterranei esplorati per oltre 20 chilometri, intrecci di cunicoli e caverne su varie profondità, considerate uniche per la loro spettacolarità. Il percorso turistico principale attraversa cinque sale, coprendo 1,5 chilometri e prevede una passeggiata geologica indimenticabile tra le gigantesche stalattiti e stalagmiti. Ma indossando casco e lanterna si possono scegliere percorsi studiati per i più temerari e curiosi. Piccoli gruppi di visitatori vengono equipaggiati delle attrezzature necessarie e accompagnati da guide specializzate tra i cunicoli, le strettoie e gli scivoli delle Grotte per ammirare le sale nascoste. I visitatori si calano alla scoperta delle viscere della grotta, come dei veri speleologi. I percorsi speleo – avventura sono di diversa difficoltà, si può scegliere tra il percorso azzurro e il percorso rosso. Il primo presenta poche difficoltà da affrontare, il secondo invece della durata di circa 3 ore presenta un grado di difficoltà superiore da consigliare quindi a chi ha già effettuato l’azzurro e a coloro che amano l’avventura.
Le Grotte, oltre dai pipistrelli, sono popolate anche da altri esseri viventi. Dopo oltre 10 anni di ricerche scientifiche sull’ecosistema acquatico delle Grotte di Frasassi da parte di numerosi specialisti coordinati dal geologo Alessandro Montanari e dalla Federazione Speleologica Marchigiana è possibile osservare gli esseri viventi presenti nell’ecosistema delle grotte. All’interno di una sorgente sulfurea e di un acquario, detto mesocosmo, si ritrovano molte delle faune che abitano le acque sotterranee del complesso carsico, oltre ai organismi microscopici, ci sono alcune specie di animali grandi abbastanza per essere visti ad occhio nudo, come i copepodi, crostacei di dimensioni millimetriche che vivono sospesi nell’acqua muovendosi a piccoli scatti, oppure gli anfipodi, simili a gamberetti, che nuotano a pancia in su oppure pascolano sul fondo in cerca di cibo batterico.
Frasassi è anche famosa per le sue sorgenti solfuree che all’interno delle Grotte si stratificano con quelle carbonatiche della falda acquifera e formano i grandi laghi ipogei. Il contatto dell’idrogeno solforato con l’ossigeno della falda acquifera carbonatica porta alla formazione di acido solforico. L’energia chimica prodotta da questa reazione di ossidazione viene utilizzata da dei batteri che la sfruttano per il loro metabolismo, aumentando sensibilmente la produzione dell’acido solforico. Ed è proprio questo acido solforico di origine biologica che causa la corrosione del calcare e la formazione delle cavità carsiche all’interno della montagna.
Insomma, sono proprio questi batteri che hanno scavato la grotta. E non solo. Essi costruiscono colonie e tappeti riconoscibili come filamenti e piumaggi bianchi anche di grandi dimensioni, costituendo così una biomassa nelle acque della falda freatica, che può essere paragonata alla vegetazione del mondo esterno che costituisce la base energetica, e quindi il cibo, per tutti gli animali che vivono sul nostro pianeta.
Un po’ di storia
Una prima sistematica ricerca da parte di speleologi e geologi nella zona di Frasassi ha avuto inizio nel 1948, grazie all’attività del Gruppo Speleologico marchigiano di Ancona. Ma fu il 1971 l’anno più fortunato, alcuni giovani speleologi jesini si trovarono di fronte ad una stretta apertura da cui fuoriusciva una notevole corrente d’aria. Lavorano circa un mese per ampliare lo stretto passaggio finchè oltrepassarono quella che sarà definita la Strettoria del tarlo. Si aprirono così circa cinque chilometri di nuove cavità, con un insieme di cunicoli, pozzi e imponenti gallerie, all’interno delle quali furono trovate tracce animali conservate attraverso i millenni. Nello stesso anno avvenne la scoperta più rilevante, quella della Grotta Grande del Vento, quando Rolando Silvestri del Gruppo Speleologico Marchigiano Club Alpino Italiano di Ancona, attraversando le pendici nord del monte Vallemontagnana, scoprì un piccolo imbocco. Con l’aiuto di alcuni amici riuscì ad aprire un varco in una piccola sala. Alla delusione per la piccola scoperta si accompagnò quasi subito la speranza che ci fosse in vista qualcosa di ben più grande. S’inoltrarono in una strettoia e scivolarono in direzione del ciglio di un vuoto. Gettarono un sasso nel vuoto e si resero conto dell’ampiezza e della profondità della grotta, oltre cento metri.
Le Grotte di Frasassi e il territorio
Immersi nella natura del Parco Gola della Rossa è possibile fare climbing, trekking, tour in mountain bike ed equitazione. Nel territorio circostante sono a disposizione dei camper ampie aree attrezzate completamente gratuite. La presenza di acque sulfuree per godersi gli effetti delle cure termali e la rinomata tradizione enogastronomica della zona contribuiscono a rendere indimenticabili tutti i momenti passati alle Grotte di Frasassi.
Strutture affiliate Slow Tourism:
– B&B Villa Censi Mancia (sconto del 10% con Passaporto Slow Tourism, richiedilo gratuitamente)
Evento segnalato:
– Summer Jumboree Festival (fino all’11 agosto, Senigallia)
Tag:caverne, cunicoli, grotte di Frasassi, sotterranei, speleologi, stalagmiti, stalattiti