
romapolitica.it
Quando si pensa a Roma, spesso si finisce per pensare a quella zona “da cartolina turistica” compresa tra il Campidoglio e il Circo Massimo, in cui le imponenti vestigia di età romana ne segnano l’aspetto in maniera indelebile. La chiameremo, per brevità, la Roma classica.
Molti altri, invece, pensano a quella parte della città, altrettanto famosa, dove sono stati gli artisti del Rinascimento e del Barocco a cambiare profondamente la percezione dell’Urbe nell’immaginario collettivo. Si parta da Ponte Sant’Angelo – con gli angeli del Bernini sul parapetto, a dare idealmente il benvenuto al pellegrino di un tempo e al turista di oggi – e si procede fino al tempio della cristianità e dell’arte, la Basilica Vaticana, preannunciata da un’altra teatrale scenografia berniniana: – il colonnato, in forma forma di braccia umane – e incoronata dalla più fulgida delle creazioni architettoniche di epoca moderna, la cupola di Michelangelo. Questa, con qualche semplificazione, è definibile come la Roma cristiana.
Esistono poi tante altre città nel perimetro della Città Eterna: l’EUR diventa allora, in questo atlante storico immaginario, la Roma Contemporanea. Il Quartiere Coppedè e la Via Nomentana potremmo consacrarli come la Roma Liberty, il Gianicolo come la Roma del Risorgimento e Trastevere come la Roma Popolare (in dialetto romanesco, “de’ Noantri”).
Se, però, si potesse intervistare un viaggiatore straniero dei secoli passati e chiedergli quale fosse il primo luogo di Roma da dover visitare, c’è da scommettere che, nove volte su dieci, la risposta sarebbe stata Monte Mario. Risposta decisamente spiazzante per il turista d’oggi armato di selfie stick e forgiato dalla lettura compulsiva di TripAdvisor. In effetti, la Riserva Naturale di Monte Mario (una delle 1.471 “cose da fare”, ovvero una delle migliaia di attrazioni turistiche della capitale) vanta sul portale di viaggi più cliccato del pianeta appena 7 recensioni in tutto.
Eppure, a ben guardare, Monte Mario non è solo l’ennesima zona caratteristica di Roma che merita di essere visitata e conosciuta. Di più: è, per sua natura, una summa di tutte le Rome che si possono ammirare. Accontenta tutti i gusti, dunque, come dovevano avere ben presente quei viaggiatori dell’era pre-industriale che, provenienti da nord, percorrendo la Cassia oppure la Flaminia, giunti in prossimità di Roma pagavano profumatamente guide e facchini per farsi scortare fin qui.
Per capire il motivo per cui questo luogo ha affascinato così tanto i turisti d’antan, bisogna intanto specificare che Monte Mario, come lascia intuire il toponimo, è un’altura, posta sul lato destro del fiume Tevere. Non solo, con i suoi 139 metri d’altezza è il maggior rilievo della città, superando di gran lunga i tradizionali Sette colli su cui si ritiene Romolo abbia fondato Roma (il Quirinale, il più alto, raggiunge a malapena i 57 mt). Altezza massima, ergo visuale migliore: da Monte Mario, in effetti, è assicurata la più riuscita delle sorprese romantiche che vorrete organizzare al vostro partner, con una vista mozzafiato sulla città che, per di più, non richiede nemmeno biglietto d’ingresso.
Forse Sorrentino, avesse visto qualcuno delle migliaia di disegni, dipinti, fotografie che in passato furono realizzati qui, en-plein-air, da artisti – affermati o dilettanti che fossero e che magari in ben altro trovarono affermazione, come Goethe, Stendhal, Hans Christian Andersen, Henry James -, non avrebbe esitato a iniziare le riprese de “La grande bellezza” da uno di quei sentieri boschivi che si inerpicano verso la sommità del monte e da cui, come un’apparizione divina, ci si trova tutt’a un tratto di fronte al cupolone di San Pietro.
Non sarà un caso che, già dal 1975, questo Municipio (distretto amministrativo XIX “Monte Mario”, che ha avuto esistenza fino agli accorpamenti stabiliti con la riorganizzazione di Roma Capitale del 2013) istitutì un gemellagio simbolico con un altro quartiere del mondo, suggestivo sia per il panorama che, come Monte Mario, per il suo sottobosco culturale: Montmartre.
Montmartre ha tante analogie con la collina romana; intanto è un’altura, anch’essa situata fuori dai confini urbani di Parigi fino al 1860. Anche dopo, ha continuato a serbare ancora per un po’ l’aspetto di un villaggio, circondato da vigne, orti e boschi. Quindi diventò dimora preferita di numerosi pittori (Toulouse-Lautrec, Renoir, Picasso), che ne fecero un luogo vivace e ricco di fascino.
Si dirà che forse Monte Mario non è paragonabile in questo al colle parigino? Eppure, tra coloro che l’hanno frequentata, vi sono artisti del calibro di Cozens, Turner e Corot, i più grandi paesaggisti di sempre, senza i quali non sarebbe stato possibile nemmeno concepire la pittura impressionista. Tra gli artisti che hanno scelto le sue viuzze in salita per ammirare scorci di panorama mozzafiato, ci sono stati il cosmopolita Ippolito Caffi, il poeta della campagna romana Onorato Carlandi e un grandissimo artista d’avanguardia come Giacomo Balla, che qui ha vissuto, installandovi il proprio atelier. Ancora oggi Monte Mario accoglie le abitazioni di molti artisti e creativi.
L’ Osservatorio Astronomico, fondato nel 1938 e operativo fino al 2000 – quando l’attività di osservazione venne spostata a Monte Porzio Catone -, ospita oggi il Museo Copernicano, la Torre Solare e il telescopio novecentesco, installato sulla cupola. Alle pendici del Monte, inoltre, si trovano il “Centro di documentazione e memoria”, all’interno dei da poco recuperati Casali Mellini, e la strepitosa Villa Madama, delizia di campagna – all’epoca della sua costruzione era una villa suburbana -, realizzata su progetto di Raffaello da Antonio da Sangallo il Giovane, con le decorazioni interne di Giulio Romano, Baldassarre Peruzzi, Giovan Francesco Penni e ancora Giovanni da Udine – che si occupò degli stucchi – e Baccio Bandinelli per le sculture.
Allora, non manca assolutamente nulla, a Monte Mario per diventare una delle maggiori attrazioni turistiche di Roma. Per di più, rispetto alla collina francese, non ha perso neanche un centimetro quadrato della sua autentica e rigogliosa chioma di pini marittimi secolari. E con tutti gli strumenti di tutela paesaggistica di cui ci siamo finalmente dotati nel XXI secolo, non si riempirà di fast-food e negozi di souvenir kitsch e lascerà invece ai suoi appagati visitatori la sensazione di aver davvero afferrato, in un battito di ciglia, tutta la storia millenaria di Roma.
Tag:La grande bellezza, Monte Mario, osservatorio astronomico, Roma, villa madama