La pietra lavica tipica dell’Etna viene esportata in tutta l’isola per essere lavorata. Nei centri del Catanese ci sono molte piccole e medie imprese che si occupano di ottenere prodotti finiti dal basalto lavico.
Per esempio, vengono creati piani per i tavoli (poi ricoperti da maioliche), lastre per pavimenti, lavandini, e pietre per abbellire con naturalezza gli esterni di case e palazzi. Ma anche oggetti d’arte e pezzi d’architettura o edilizia in generale vengono prodotti con questo materiale tipico.
Le pietre più rozze venivano usate un tempo per fare le case. Ancora oggi, nelle zone rurali, vengono utilizzare, soprattutto per una questione di sostenibilità ambientale. Le lastre provengono dalle più selezionate cave delle pendici dell’Etna, “conservate” in natura da almeno 200 mila anni.
In questa parte di Sicilia orientale esiste ancora il mestiere del “pirriaturi”, ovvero colui che estrae e lavora con fatica i blocchi di basalto nelle cave di pietra, che sono denominate in dialetto “pirrere”. Anche se la pietra lavica viene estratta utilizzando oggi pale meccaniche e ruspe, fino a raggiungere strati profondi dove la lava è più compatta, dura e di colore più chiaro, questi esperti sono utilissimi per seguire i procedimenti.
Con il basalto ricoperto di ceramica dipinta a mano e smaltata, si possono fare mattonelle per pavimenti, piastrelle per cucine, pannelli murali, sedili e panchine, piani per bagni e cucine di ogni colore e fantasia. Tutto questo dimostra che si tratta di un materiale unico e versatile, resistente agli agenti atmosferici, alle basse temperature e all’usura e questo è una fortuna per l’economia locale.
Sono state addirittura inventate delle piastre rivestite di pietra lavica per cuocere gli alimenti: antiaderenti e naturali, non producono fumi tossici.
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