In una famosa trasmissione televisiva di parecchi anni fa Celentano si divertiva a catalogare il mondo e le persone in ‘rock’ o ‘lente’, dando naturalmente al primo termine una connotazione positiva contrapposta alla seconda.
E in effetti anche noi in qualche modo ci ritroviamo istintivamente in questo schema di valutazione un po’ sbrigativo. Eppure proviamo anche simpatia per termini come Slowfood o Slowtourism soprattutto se li contrapponiamo al poco amato ‘fastfood’ o al cosiddetto turismo ‘mordi e fuggi’.
Se è perciò utile essere ‘rock’ in tante situazioni della vita è altrettanto prezioso per noi riuscire a recuperare momenti slow, soprattutto se ci riferiamo ai due esempi sopra menzionati. Mangiare bene e con gusto così come muoverci senza fretta per apprezzare le realtà che andiamo a visitare danno sicuramente benessere al nostro corpo ed a tutta la nostra persona.
Incontriamo i soci del nuovo Gruppo Cuore d’Europa in provincia di Ferrara che cercano proprio di conciliare queste due dimensioni privilegiando la lentezza appunto nel cibo e nel viaggio.
Sono soci competenti, appassionati e attenti al dettaglio e per questo non amano fare le cose in qualche modo o di fretta. Amano anche incontrare e dialogare con le persone che incontrano nei vari luoghi visitati e confrontarsi con loro sui valori che li qualificano, le tradizioni ed i prodotti tipici che li caratterizzano.
In una parola preferiscono comportarsi da Viaggiatori (categoria questa presente in tantissima letteratura, nella musica e nell’arte di ogni Paese e in svariati periodi della storia, dal Medioevo al periodo Romantico, per esempio) piuttosto che da semplici Turisti per caso, tanto per citare il titolo di un film degli anni passati.
I soci del Gruppo prevedono di creare un ambiente favorevole per il turismo sociale nel territorio ferrarese coinvolte nel progetto, in particolare attraverso la creazione di una rete di operatori, pubblici – privato – profit – non profit, con competenze trasversali, ma soprattutto in grado di valorizzare la comunità locale in sintonia con il tema proposto quest’anno dal Centro Turistico Giovanile nazionale: “IL TURISMO E LO SVILUPPO DELLE COMUNITA’“.
Incontriamo una persona che, a parere nostro, sta validamente traducendo da 24 anni in maniera fattiva, concreta ed efficace l’obiettivo sopra indicato. Stiamo parlando di EDOARDO TOSCHI, Presidente della Proloco Bova-Marrara, piccolo centro ferrarese che ad ogni fine agosto (appunto da 24 anni) si anima di migliaia di presenze e di persone amanti del mangiare ‘bene’.
Ci si ritrova tutti qui per la particolare ed amata festa “Le rane nel piatto” a cui si sono nel tempo aggiunte lumache ed anguille, alimenti originariamente ‘poveri’ ed apprezzati oggi invece dai più noti gourmet di vari Paesi.
Il Presidente ci mostra con il suo stile svelto, intraprendente ed estremamente affabile i luoghi della festa, all’inizio un fazzoletto di terra, divenuti sempre più ampi col passare degli anni fino ad arrivare quest’anno ad una costruzione (ormai in fase di ultimazione) ‘intrisa’ di profumi assolutamente unici del ferrarese, quello delle salamine da sugo e dei salami all’aglio.
Il nuovo step che Edoardo si prefigge è molto semplice: arricchire ulteriormente la manifestazione coinvolgendo le Associazioni locali per proporre all’interno della festa e nel “Villaggio dei Sapori” momenti ‘intelligenti’ e condivisi di divertimento.
Ci viene mostrato anche lo spazio che verrà destinato alla sosta camper, ai campeggi ed al servizio di noleggio delle biciclette: tutti modi ed opportunità valide per avvicinare e fare incontrare in modo finalmente tranquillo persone di ogni provenienza.
I risultati prodotti da tanto lavoro (pensato con indiscussa abilità) e da una continuità così ampia nel tempo sono sotto gli occhi di tutti: consistenti contributi alla Proloco in grado così di realizzare preziose opere di pubblica utilità e addirittura anche la possibilità di finanziare il restauro di un prestigioso Immobile attualmente sede della Casa di Riposo per Anziani.
Qui si opera e si lavora cercando di ‘coinvolgere’ chi è disposto a collaborare, non di escluderlo. Per questo Edoardo offre anche al CTG Cuore d’Europa la preziosa opportunità di uno spazio per promuovere e far conoscere all’interno della festa la propria attività.
E a riprova che non siamo in presenza di una ‘sagra’ tra le tante, lo stesso Edoardo si premura di farci conoscere il ricco e particolare contesto che circonda la festa.
Ci spostiamo perciò a San Bartolomeo in Bosco al Centro di documentazione del Mondo Agricolo Ferrarese. Con oltre 30.000 oggetti esposti, offre alle giovani generazioni una panoramica particolareggiata sul lavoro e la vita nelle campagne dalla fine dell’800 alla prima metà del ‘900. Soprattutto un museo delle tradizioni e dei costumi del passato ferrarese e ancora di più oggi, luogo di incontro culturale tra generazioni diverse. Proprio durante la visita incontriamo attori e registi all’opera.
Ci spostiamo un paio di km per scoprire le risorse del territorio della “campagna ferrarese” ricordando una frase di Cesare Pavese “Quando il popolo non ha più senso del suo passato vitale, si spegne”.
A due passi dal Centro la squisita Locanda della-Zucca,ci offre il piatto principe della tradizione ferrarese: i cappellacci con la zucca.
Proseguiamo poi in direzione S. Egidio, una frazione di Ferrara, in antichità un piccolo borgo di cui si hanno notizie già dal 1300. In esso troviamo il Santuario del Poggetto. Il santuario della Beata Vergine Maria detta del Poggetto si trova su di un piccolo poggio a 2,40 metri al di sopra del terreno circostante ed è da sempre meta di pellegrinaggi e luogo di meditazione. Antiche storie riportano che già negli anni intorno al 1000 fosse diffuso il culto della Vergine raffigurata in un’antica immagine. Il Santuario ha anche una sua curiosa peculiarità nata dall’idea, maturata alla fine dell’800, di “punteggiare la strada campestre che porta al luogo di devozione con 15 capitelli, tanti quanti sono i misteri del Rosario”. Vennero così creati tre percorsi corrispondenti rispettivamente ai Misteri Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi, lungo i quali si incontrano i capitelli ciascuno con l’immagine del Mistero del Rosario evocato. Le quindici rappresentazioni accompagnano dunque il Pellegrino lungo i sentieri immersi in ettari di natura in parte ancora incontaminata.
Di seguito visitiamo la maestosa chiesa di Marrara, quasi una Cattedrale, già Parrocchia dal XV secolo alle dipendenze del Monastero di San Bartolo di Ferrara (Edoardo ci racconta che le colonne della chiesa, originariamente appartenenti a S. Giorgio, furono trasportate lì da Ferrara con le famose ‘batane’).
Arriviamo infine a Montesanto, a due passi dal Castello del Belriguardo (sito Unesco). Proprio qui, a Montesanto, intorno al 1450 Borso d’Este fece costruire una villa affidando l’incarico all’architetto ducale Benvenuto degli Ordini. Sorse così la Delizia di Montesanto divenuta nel corso della storia proprietà dei marchesi Bevilacqua e poi dei conti Gulinelli. Negli anni 1940-45 fu sede del comando tedesco del generale Kesserling e per questo poi, individuata dagli alleati, venne bombardata e rasa al suolo.
Ci rechiamo nell’ex fienile di questo piccolo centro abitativo ricco tuttavia di tanta storia (grazie anche alla stretta vicinanza con il Castello del Belriguardo) e subito ci accorgiamo di essere in un posto ‘speciale’. Questo spazio è diventato infatti la sede della società di vini Pettyrosso (da poco presentata al Vinitaly 2014 di Verona) che, con molta attenzione alla ristrutturazione del luogo, sta riuscendo a creare un punto non solo di promozione del prodotto ma anche di ritrovo per quanto concerne le attività agroalimentari del territorio.
Passo dopo passo l’ex fienile sta diventando un centro artistico-culturale e museale grazie anche alla disponibilità di ampi spazi al piano superiore (circa 400 mq). Si sta così traducendo nella realtà l’idea di creare un punto di festa dove – con il coinvolgimento della Comunità, di Associazioni, Scuole, volontari, ristoratori, albergatori e produttori – i vari soggetti si incontrano, si conoscono e si confrontano sulle realtà enogastronomiche locali. Tutto ciò contribuirà ad attrarre turisti, operatori e visitatori indirizzandoli verso un felice apprezzamento della bellezza dei luoghi in cui si recano unito ad una piacevole degustazione delle ‘delizie’ che tali luoghi riservano loro.
Proprio in questi giorni è stata inaugurata una mostra pittorica di un particolare artista francese: Jacques Brianti, assolutamente da visitare (l’esposizione fino al 30 giugno).
Pensando all’EXPO 2015 ci piacerebbe partecipare e portare a conoscenza queste testimonianze e le opportunità turistiche di un territorio veramente unico.
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