Ma allora si può!
A Pompei, sito archeologico per antonomasia, hanno realizzato ed aperto al pubblico un percorso accessibile (alle carrozzine e a tutti)… tre chilometri tre!
Dunque può essere che belle arti e sopraintendenze forse non siano quello spauracchio dell’accessibilità che tante volte ci è stato fatto credere.
Del resto chi scrive già al tempo delle nuove pavimentazioni della città di Foligno ebbe modo di registrare la disponibilità della dott.ssa Valeriana Mazzasette soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell’Umbria a prendere in esame qualsiasi soluzione che potesse risultasse rispettosa della globalità dell’intervento (mail del 25.10.2012).
Uguale testimonianza nel corso del dibattito alla seconda edizione del Festival dove fu un altro sopraintendente a lanciare l’appello ad essere affiancato da chi, come lui per gli aspetti storico artistici, avesse sensibilità e competenza per gli aspetti, ugualmente dovuti, dell’accessibilità. E infine al convegno “europe without barriers”, 21 e 22 marzo 2016 a Lucignano ancora un sopraintendente illustrando diverse e articolati interventi per l’accessibilità di alcuni siti archeologici romani, affermò che l’accessibilità è sempre possibile, servono solo competenze e risorse e anche quest’ultime ci sono e ci possono essere, attivandole, dando le giuste priorità e infine coinvolgendo tecnici competenti.
Al convegno “Parchi per tutti” a San Rossore 24 giugno 2016 abbiamo invece avuto modo di raggiungere il mare superando le caratteristiche dune di sabbia
percorrendo un fantastico camminamento in legno che assolve la duplice funzione di rendere visitabile e salvaguardare quello straordinario ambiente naturale. (A ben vedere entrambe azioni in favore di tutte le persone).
Ma sempre a San Rossore dalle relazioni emergeva che quella nostra passeggiata potesse essere tra ultime perchè le risorse economiche del parco non garantirebbero la necessaria e impegnativa manutenzione di quel percorso.
E certamente ci saranno tanto a Pompei che a S. Rossore, ma una rampa e un percorso in piano non sono l’accessibilità ma ne sono solo una piccola parte. Accessibilità è, insieme al percorso senza barriere architettoniche, anche mappe e guide tattili, audio-descrizioni, guide e front office con conoscenza della LIS, indicazioni e materiale divulgativo in CAA, formazione adeguata del personale perché sia consapevole che l’esigenza di una persona disabile non è la richiesta di un “optional” personale, ma la possibilità di avere pari opportunità rispetto ad ogni altra persona.
Proprio a proposito dell’inaugurazione del percorso a Pompei, in qualche intervista ho ascoltato “…si cammina meglio qui che in molte strade delle nostre città…”
E così non vorremmo che risolto il problema dei siti archeologici e museali, la cui accessibilità se non altro di tanto in tanto solleva l’interesse e l’attenzione dei media, resti il problema dell’accessibilità di… tutto il resto.
Ai siti occorre arrivarci, percorrere un marciapiede qualunque, magari anche salire su di un treno, un pullman o un taxi, prendere qualcosa in un bar, o comprare qualcosa in un alimentari e avere una casa accessibile dove mangiare e fare la valigia prima di partire o disfarla di ritorno da quel luogo.
Nella mia biblioteca un piccolo scaffale è riservato ai “Fantozzi”. Il più vecchio tra quei volumi lo leggevo quando iniziavo il viaggio di una vita insieme alla mia rotodeambulante compagna, “Il secondo tragico Fantozzi” quando nasceva nostro figlio Baires. Del primo non ho più l’originale ma una ristampa (comunque consumata pure lei), dell’84. Mi fa piacere sapere, e far sapere, che oggi quel primo volume è un libro “accessibile”. La versione in audiolibro è prodotta da Volume Audiobooks.
Il libro è uno dei bestseller italiani di tutti i tempi e nella nuova edizione si potrà ascoltare (come per le nostre “non solo favole”
di e lette da Isabella Capolaretti, magari un’idea per i prossimi regali, ne abbiamo ancora qualche copia, chiedetecela) dalla voce del suo autore Paolo Villaggio. Qui un estratto con l’inevitabile contessa Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare.
L’architetto Elisabetta Schiavone in un post del giorno 4 riferendosi al diritto al voto ribadiva il vincolo dell’accessibilità dei luoghi rispetto all’esigibilità dei diritti “…Il Governo ci propone di cambiare una Costituzione che non é ancora riuscito a rispettare. Con quale fiducia dovremmo assecondare questo invito? …la realtà é che questo (come quelli che lo hanno preceduto…) é il governo di pochi. Attendiamo fiduciosi il giorno in cui a ciascun cittadino vengano riconosciute le tanto sbandierate PARI OPPORTUNITÀ”.
E anticipandoci sul natale il fragoroso “no” appena pronunciato è il regalo che ci siamo fatti per una nuova stagione dove l’attenzione di chi progetta leggi e norme, come luoghi e servizi, parta dall’attenzione alle persone più fragili, perché solo questa è la strada attraverso cui persone diverse davvero possono avere davvero uguali diritti, ed è il solo “buon governo” che conosco.
Queste le non proprio news n. 23, per gli auguri di buone feste, gli auspici per un prossimo nuovo anno (accessibile) e le ultime di questo 2016, appuntamento a mercoledì 21.