«Bisogna essere intelligenti per venire a Ibla, una certa qualità d’animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia.» (Gesualdo Bufalino)
Ho sempre avuto a cuore la frase di Bufalino, perché sono convinta che non tutti riescano a cogliere determinati tipi di bellezza: mi riferisco alla bellezza non appariscente, a quella che traspare anche in mezzo al disordine, che solo un occhio attento può notare.
Ecco, Ragusa è come una bella donna ma priva dell’appariscenza di una modella; una donna segnata dal tempo, dal dolore, dalle esperienze; una donna ruvida, aspra ma proprio per questo ricca di scorci mozzafiato. Oggi vogliamo dedicarvi un breve reportage tra le sue atipiche virtù.
Eccola da lontano: sembra un presepe in attesa delle luci della sera…
Dei suoi quattro giardini, il più antico è l’ibleo, ricco di palme, panchine e colonne…
All’interno del giardino, si trovano tre chiese: San Vincenzo Ferreri, San Giacomo e la chiesa dei Cappuccini.
Costruita alla fine del XIII secolo, San Giacomo fu distrutta dal terribile terremoto del 1693 ma già tre anni dopo la confraternita da cui la chiesa prende il nome avviò i lavori di ricostruzione.
La chiesa dei Cappuccini, invece, fa parte di un complesso costruito nel ‘600, anch’esso gravemente danneggiato dal terremoto. Ecco quindi che le strutture che oggi si ergono dentro al giardino testimoniano la forza, il coraggio e la voglia di rinascita insito nell’anima dei ragusani (e dei siciliani in generale).
Non manca nulla a Ragusa, né dal punto di vista storico/artistico né dal punto di vista del paesaggio. Non è per questo che la città, dal 2002, è diventata Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO?
Certamente, il fatto che Ragusa Ibla si erga vittoriosa sulle rovine del famoso terremoto è un punto a favore di questa orgogliosa città.
Massima espressione di questa rinascita è il Duomo di San Giorgio, esplosione di quel Barocco in pietra calcarea locale che ha reso famosa in tutto il mondo la Sicilia sud orientale.
L’imponenza del Duomo è accentuata anche dalla sua posizione obliqua rispetto alla piazza sottostante. Riuscite a notarlo dalle fotografie?
Al di là dei luoghi più famosi, il centro storico è disseminato di chicche, come il Circolo di Conversazione, usato ancora oggi per questo scopo: conversare. Ovviamente in maniera signorile, per non contraddirne l’elegante architettura…
Ma non c’è angolo che non meriti appellativi lodevoli: dai tetti alle stradine, dagli scorci sul Duomo alle piazze.
Ragusa deve essere visitata, meglio se in bassa stagione, quando il caldo non è ancora soffocante e il sole non fa brillare il suo biancore, rendendolo accecante.
Ma, lo ripeto, alla città si avvicini solo chi osa, chi nella ricostruzione riesce a vedere maggiore bellezza che in città dalle vite più facili…
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