I sentieri dello sviluppo turistico nei territori lenti della Majella
Il territorio montano della Majella rappresenta – per i popoli che lo hanno vissuto e che lo vivono – una vera fonte di vita, l’espressione concreta della leggendaria Majella Madre, realizzazione del simbolo che è procreazione e protezione, sostentamento e identità: il forte legame che unisce la Madre Terra ai suoi figli.
“I sentieri dello sviluppo turistico nei territori lenti della Majella”, convegno organizzato dall’associazione di promozione sociale OCRES, ha voluto dare spazio e voce a questa montagna, per farne conoscere gli aspetti di unicità, ripercorrendo itinerari, luoghi e culture che l’attraversano e l’hanno attraversata, tuttavia proponendoli in una connotazione diversa dai soliti schemi.
All’interno del progetto dell’a.p.s. OCRES – denominato Lontano dai Luoghi Comuni -, l’incontro ha voluto proporre punti di vista e itinerari fuori dalle consuetudini sia nei luoghi che nell’approccio; tante sfaccettature che, messe insieme, possano dare una dignità diversa a un gioiello poliedrico della natura, tanto decantato ma non sempre proposto in maniera adeguata.
Un insieme di immagini che vanno dai sentieri alla roccia, sino a modalità e tecniche per viverli in sicurezza; dal sacro al mitologico; dalla cultura pastorale e popolare alle moderne tecnologie per conoscere questi meravigliosi territori abruzzesi. Tutti sentieri che conducono a concetti tanto cari ai “montanari”: la calma del vivere, la tranquillità del passo, il silenzio degli ascolti. In sintesi il concetto di slow, accostato però alla modernità. Il tutto accompagnato a un turismo qualificato e di qualità.
Una giornata dedicata alle genti di montagna – quella organizzata dalla OCRES, dal Comune di Roccamorice e dall’Associazione Editori Abruzzesi -, iniziata in una soleggiata mattina, con il raduno delle greggi accolte dalle “genti di montagna” con lo spirito di chi vuole riconoscersi come popolo e come comunità della Maiella: “Su le vestigia degli antichi padri” (Gabriele D’Annunzio, n.d.r.).
L’editore e presidente dell’Associazione Editori Abruzzesi Marco Solfanelli, moderatore dell’incontro tenutosi nel pomeriggio su un prato (per non “lasciare fuori” la protagonista), ha gestito, con l’amore per la cultura non convenzionale che lo contraddistingue, gli interventi dei relatori, che hanno proposto analisi storiche, politiche, sociologiche e tecniche inerenti il turismo di montagna.
I lavori sono iniziati con l’intervento del sindaco di Roccamorice Alessandro D’Ascanio, che si propone, tra le varie iniziative da lui intraprese (se ne cita una a mo’ d’esempio: il Premio dell’Editoria Abruzzese – Città di Roccamorice), di ricostruire l’identità del suo paese, puntando sulla riscoperta, tra le altre, delle tradizioni pastorali, seppur tra le mille difficoltà che un piccolo comune deve affrontare dal punto di vista economico. Gli ha fatto eco il sindaco di Pretoro, paese sul versante opposto della Majella ma confinante con Roccamorice proprio a Fonte Tettone (quota 1650 metri), luogo della manifestazione.
“I piccoli comuni oramai vivono veramente grosse difficoltà – ha spiegato Sabrina Simone – e solo condividendo iniziative con i paesi limitrofi, che vivono e capiscono la montagna, si possono mitigare queste problematiche e si può puntare su un turismo più accorto”.
La parte istituzionale del convegno ha lasciato spazio all’analisi di un’attività sempre più frequentata: l’escursionismo. Si è voluto dimostrare come possa diventare un modo slow di vivere la montagna, adottandolo, però, in massima sicurezza.
La relazione di David Ferrante, sociologo e coordinatore scientifico dell’evento, ha puntato proprio a proporre un approccio alla montagna basato sulla lentezza:
“I territori lenti come quelli della Maiella, ovvero a bassa densità, di cui il patrimonio paesaggistico e storico-culturale è poco noto, – ha affermato – sono luoghi che offrono un’alta qualità della vita, solide tradizioni e culture popolari, sapori unici e paesaggi meritevoli di quella sana e totale fruizione, che solo un approccio slow può donare.
L’unico sentiero da intraprendere è quello – ha proseguito – della qualità e delle varietà. Indirizzarsi verso un approccio lento, non solo nel percorrere sentieri naturalistici ma anche all’interno dei piccoli borghi, perdendosi tra i loro vicoli, annusando l’odore di legna bruciata che fuoriesce dai comignoli, vivendo le parole e le usanze dei suoi abitanti; ascoltandone rispettosamente la cultura, senza imporre il frastuono del vacanziere; meravigliandosi di ogni piccola scoperta non dovuta e segnalata. Vivendo i prati, i boschi, respirandoli; avendo il tempo di contemplare un albero, un’alba, una vetta, di accorgersi del passaggio di uno scoiattolo. Sedendosi, dimenticando il tempo, la fretta, il consumo, disponendosi a ritrovare l’Altro, gli altri, la comunità, l’ambiente, la natura: se stessi.
Tale approccio, però – ha precisato e sottolineato David Ferrante – non può prescindere da una contropartita, che è accoglienza rispettosa dell’ospite, il quale merita un trattamento consono all’amico fraterno. Puntare verso un turismo sostenibile in una rete di piccole realtà, dove ognuna accoglie pochi ospiti per volta, dimentichi della massa e dello sterile lucro. Piccoli B&B, agriturismi, case vacanze, noleggi di bici e di piccole imbarcazioni, guide, maneggi, trattorie e altre attività turistiche diffuse sul territorio, capaci di offrire le proprie unicità, accogliere nell’identità locale ed essere guida nella scoperta del territorio. L’atteggiamento quasi infastidito o – peggio – quello da “spremitore di limoni”, è poco etico, fallimentare e nocivo anche per gli imprenditori, per i luoghi e per le comunità locali”.
Vivere la montagna significa anche conoscerla, fare affidamento su esperti e tecnologie che ne permettano una fruizione senza pericoli. L’Ente Parco Nazionale della Majella ha creato delle app che aiutano il turista a scoprire il Parco: “Abbiamo studiato delle app che mostrano e spiegano i sentieri delle nostre montagne” – racconta Dino D’Alessandro – “ma anche dei paesi pedemontani, mettendo a portata di smartphone tutte le nostre bellezze”.
Gli aspetti tecnici per la preparazione di un’escursione e il primo soccorso in montagna sono stati curati rispettivamente da Daniele Berardi, guida ambientale ed escursionistica, e dallo scrivente Fabio Ferrante, in veste di esperto di soccorso, perché l’esperienza tra i monti sia affrontata in scienza e coscienza, preparando al meglio la giornata e conoscendo i comportamenti da adottare nel malaugurato caso di infortunio.
L’imprenditore Francesco Iubatti, titolare di Majelletta WE, è stato molto critico nei confronti dell’attuale organizzazione turistica abruzzese, dove chi investe non trova il sostegno delle istituzioni.
Silvia Scorrano, docente universitario e autrice del saggio “Le Acque Sacre in Abruzzo. Dal Culto allo Sviluppo Territorio” (D’Abruzzo – Menabò, 2012), ha fatto conoscere – non senza critiche a chi gestisce questi territori – alcuni di quei luoghi in cui l’acqua, fonte e origine di vita, ha assunto carattere purificatorio e terapeutico nella ritualità cristiana, pagana e magica.
“Tra Mito, Storia e Folclore” è la ricerca – proposta dall’antropologa Nicoletta Travaglini – delle possibili tracce del Graal nelle terre d’Abruzzo, che ripropone le tesi del suo libro, “Il Graal in Abruzzo. La Cerca Archeo-Antropologica” (Tabula fati, 2013).
Francesco Palumbo, consigliere comunale di Roccamorice, ha rimarcato l’importanza e il valore turistico della tradizione agro-pastorale di Roccamorice e delle zone limitrofe.
Giampiero Di Federico, guida alpina e guru abruzzese della montagna, ha fornito infine un’analisi attenta, puntuale e non ovvia, di come lo sviluppo turistico possa passare anche attraverso la promozione di eventi sportivi che leghino una crescente fetta di viaggiatori ai territori abruzzesi.
In sintesi: il territorio della Majella offre un range di possibilità turistiche enormi. Da qualsiasi angolazione la si voglia guardare, si trovano le bellezze, gli spazi, le idee ma anche le enormi difficoltà che gli imprenditori, i comuni montani, gli operatori di settore incontrano nel tentativo di creare virtuosismo turistico. Perché il sistema turistico non crea rete, non promuove alleanze, non trova il suo “manifesto”, non progetta ma lascia all’iniziativa dei pochi e alla magra consolazione che “anche quest’anno è andata”.
* Slow Tourism consiglia tre agriturismi nei pressi del Parco Nazionale della Majella:
1) Laperegina, Corvara (PE)
2) La Capezzagna, Ripa Teatina (CH)
3) Persichitti, Torricella Peligna (CH)
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