A Massa si respira già da giorni aria di Natale. In questo periodo dell’anno, la città – ultimo capoluogo di provincia toscano, prima di entrare in Liguria – si riempie di luminarie, di addobbi natalizi e di eventi che accompagnano verso le festività gli abitanti e i visitatori. Per immergersi in questa atmosfera in maniera… “culturale”, la prima cosa da fare, appena giunti in città, è recarsi al Museo Diocesano, per visitare la mostra “La Natività a lume di notte. Storia di un dipinto e della sua città“, inaugurata il 13 dicembre.
È una piccola mostra curata da uno studioso giovane e preparato: Andrea Ginocchi. L’esposizione ruota attorno a un capolavoro, la Natività, proveniente dalla collegiata di San Pietro, una chiesa che si trovava un tempo nei pressi del Palazzo Ducale e che fu purtroppo demolita in epoca napoleonica. L’opera fu dipinta attorno al 1630 per l’altare della Natività, patrocinato da un ricco cittadino massese, Baccio Farsetti, che fu probabilmente anche il committente della Natività. Non sappiamo con certezza chi l’abbia realizzata: sulla base di alcuni documenti, è stato formulato il nome di Domenico Fiasella, uno dei più grandi artisti liguri del Seicento. Potrebbe essere un’opera della sua bottega o della cerchia dei pittori che a lui si ispirarono. Ma poco importa, perché quando ci troviamo davanti a dipinti come questo, bisogna lasciarsi trasportare da quello che vediamo davanti ai nostri occhi.
Sulla sinistra abbiamo la figura di san Giuseppe, in piedi, con una candela in mano che – un po’ irrealisticamente – getta la sua luce su tutti i personaggi al centro della composizione. Il Bambino, biondo, bellissimo e paffutello, pare quasi brillare di luce propria e non dovremmo stupirci di questo, data la sua altissima funzione simbolica: è lui il personaggio più importante del dipinto. La Madonna, dal volto delicatissimo ma dalla languida bocca carnosa, lo presenta al pastorello accorso per adorarlo. In alto, alcuni angioletti svolazzano reggendo il cartiglio con la scritta Gloria in excelsis Deo, “gloria a Dio nel più alto dei cieli”. Possiamo facilmente notare che il cartiglio manca di una parte; allo stesso modo, sulla sinistra, manca una parte del manto di san Giuseppe e, sulla destra, il bue è privato della compagnia dell’asinello. La ragione di ciò è semplice: dopo la distruzione della collegiata di San Pietro, l’opera fu spostata nella chiesa dei Servi di Maria (dove fu ritrovata) e, per adattarla alla nuova collocazione, fu decurtata. La sensibilità artistica, nell’Ottocento, non era certo la stessa di oggi.
La mostra appassiona, per tante ragioni. Primo, perché la Natività è un dipinto di altissima qualità, emozionante, toccante, lirico, delicato. E, potremmo dire, decisamente natalizio: l’illuminazione soffusa dei faretti del museo, che ci accompagna nella lettura del dipinto, sa creare un’atmosfera suggestiva. Secondo, perché la storia del quadro è molto complicata e, in un percorso coerente che si sviluppa in ordine cronologico, la mostra ce la racconta attraverso tutti i documenti, che riguardano sia l’opera che i luoghi dove fu conservata. Infine, perché ripercorrere la storia di questo dipinto significa ripercorrere anche una parte di storia della città di Massa.
All’inaugurazione, abbiamo chiesto al curatore Andrea Ginocchi che cosa si provi a lavorare su un dipinto con una storia così travagliata ma di così elevata qualità artistica. “La prima risposta emotiva”, dice Andrea Ginocchi, “riguarda il fascino che l’opera suscita su di me e, penso, anche sui non addetti ai lavori: questo ha generato passione nella ricerca. E poi il fatto che la sua storia sia così concatenata con i momenti più importanti della città mi ha spinto a cercare sempre oltre e a dare anche delle risposte a ricerche che erano ancora ferme: questo è anche un augurio affinché le ricerche, anche mie, sul dipinto, possano proseguire nel tempo”.
Diamo un ultimo, intenso sguardo al dipinto, dopo aver visitato il percorso espositivo, prima di uscire e tornare a percorrere le vie della città addobbate a festa, con vetrine luccicanti e luci natalizie che ci accolgono gioiosamente. Prendiamo la direzione di piazza Aranci, che dista pochi passi dal Museo Diocesano: qui, nella piazza occupata per un lato dal Palazzo Ducale e su cui un tempo sorgeva la chiesa per cui la Natività fu realizzata, troviamo il mercatino di Natale. Piccole casette di legno circondano quasi tutta la piazza. Il mercatino di Massa espone solo prodotti tipici della zona, a differenza di altri mercatini che invece presentano anche prodotti provenienti da varie parti d’Italia e d’Europa. Troviamo artigianato locale: dalle decorazioni natalizie (amorevoli angioletti, alberelli in ceramica decorati a mano, suggestive palline con la neve, presepi in miniatura e ghirlande) all’oggettistica in legno che arriva dalla Lunigiana e ai ricami delle botteghe della città e delle zone circostanti. Abbiamo poi diverse casette che espongono gli ottimi prodotti della gastronomia apuana e lunigianese: il vino dei colli di Candia, il lardo di Colonnata, il miele della Lunigiana e molto altro. Non manca, per i golosi, un vasto assortimento di cioccolatini e dolcetti da gustare passeggiando per il mercatino.
Insomma: Massa non sarà forse una delle mete più usuali per trascorrere le feste ma vi consigliamo di farci un salto. La mostra merita una visita (anzi, come vi abbiamo detto, è la prima cosa da vedere appena arrivati… !), le atmosfere vi aiuteranno a farvi calare nello splendido clima natalizio, gli eventi organizzati in città terranno le vostre giornate impegnate e la buona gastronomia la farà da protagonista: gli ingredienti per un Natale all’insegna della cultura e di un turismo slow, a Massa non mancano!
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