
Rievocazione pasquale a Gubbio

La rievocazione del Cristo morto
Anche la cittadina di Gubbio si prepara alla Pasqua e lo fa a suo modo, consapevole della propria identità e tradizione. La Sacra rievocazione pasquale del Cristo morto è lontana dall’essere una semplice attrazione turistica, creata per attirare curiosi da ogni dove. Al contrario, la sera del Venerdì Santo acquista un significato centrale all’interno della comunità eugubina, la quale partecipa attivamente e spiritualmente alla Processione.
Verso le sette di sera, le strade si riempiono di gente e, tutti si ritrovano ad assistere a uno degli eventi più sentiti dalla popolazione, cogliendo l’occasione di salutare amici e parenti, anche loro accorsi a vedere la storica Processione. Un evento che va avanti da secoli e precisamente dal Medioevo. Gli anziani accorrono, ricordando i tempi passati e pian piano le strade si fanno affollate, mentre il sole sta per scomparire.
Il signor Pietro, ormai anziano, racconta di come questo evento sia irrinunciabile: “Non vado alla messa de’ Pasqua, ma tal Miserere non se po’ mancà!”
Ed è così che inizia la Processione, accompagnata dall’incessante canto del Miserere e dal suono delle battistrangole lungo le vie della città di pietra. Il silenzio è scandito dal canto degli uomini o dal coro delle donne addolorate. Il Miserere è una tradizione che risale alle Laudi della Confraternita dei Disciplinati Umbri del 1200 e ancora oggi risulta essere particolarmente viva. Il dolore viene espresso tramite il canto partecipato di uomini e ragazzi di ogni età, ai quali le parole vengono tramandate oralmente di anno in anno. Eccone alcune, di parole: “Miserere mei, Deus, secundum magnam misericordiam tuam (Pietà di me, o Dio, secondo la tua grande misericordia)“; Et secundum multitudinem miserationum tuarum, dele iniquitatem meam (Nella tua grande bontà cancella il mio peccato)
Il canto si dirama tramite due gruppi: uno segue la statua del Cristo morto, mentre l’altro si raccoglie intorno alla statua della Madonna Addolorata. Al dolore si accompagna la richiesta di perdono e purificazione, la quale viene amplificata dalla luce dei falò sparsi per le vie della città, rendendo ancora più suggestiva l’intera Processione.
I simboli della Passione aprono il corteo, seguiti dai cantori del Miserere – i Sacconi – e dalle donne addolorate. I bambini, spaventati e incuriositi dal luttuoso canto, stringono in mano delle piccole lanterne, quasi a voler imitare le fiaccole portate in mano dai partecipanti alla Processione.
Tutto procede lentamente. Per ore il rumore dei passi sulla pietra è accompagnato da quel canto che la città ascolta da quasi mille anni.
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– L’agriturismo Le Rondini di Francesco di Assisi, Cannara (PG)
– L’agriturismo Abbazia Sette Frati – Agriturismo Fratres, Pietrafitta (PG)
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Tag:gubbio, Pasqua, Sacra Rievocazione del Cristo Morto, tradizioni, Umbria