
Cortile rinascimentale di Palazzo Altemps
Passeggiando nel centro storico di Roma, si incontrano numerosi siti archeologici, fontane, piazze, monumenti di vario tipo e dimensione; ci si imbatte in scorci mozzafiato e in tanti musei che racchiudono le memorie tangibili di un passato glorioso. Roma può essere di una bellezza struggente e sfacciata e, al tempo stesso, di una profonda e ritrosa chiusura.
Quando poi ci si trova immersi in luoghi come piazza Navona, lo splendore è tale da velare il contorno: ci si focalizza sul centro e non sui margini; è come se si perdesse il rapporto tra il tutto e le parti. E i veri tesori non si trovano facilmente: bisogna inoltrarsi lungo strade a volte impervie per arrivarvi. Posso dire che non è così per Palazzo Altemps: basta attraversare la strada che da piazza Navona porta al lungotevere e ci si ritrova in un punto di Roma estremamente denso di storia e arte. Il Palazzo, gioiello di architettura rinascimentale, sorge in una zona dove in antichità si trovavano le officine del marmo: siamo a pochi passi dal Ponte Elio e in una zona del Campo Marzio che è stata abitata ininterrottamente dall’antichità fino a oggi.
Noto inizialmente come Palazzo Riario – perché costruito, a fine Quattrocento, su progetto di Melozzo da Forlì per Girolamo Riario, nipote di papa Sisto IV -, dopo alcuni passaggi ereditari, nel 1568 viene acquistato dal cardinale austriaco Marco Sittico Altemps. Come figlio di Clara de’ Medici – sorella di papa Pio IV – e cugino di Carlo Borromeo, Marco Sittico gode di grandi privilegi e partecipa alla vita culturale della città; è anche il fondatore della Biblioteca Altempsiana (che in seguito confluisce nella Biblioteca Vaticana) e del primo nucleo di sculture antiche conservate nel Palazzo. Tra l’altro, qui viene fondata nel 1690 l’Accademia d’Arcadia, il circolo letterario costituito dai poeti formatisi nella Reale Accademia della Regina Cristina di Svezia, che si pone in netto contrasto con il cattivo gusto del Barocco.

Loggiato affrescato
Nel corso del Settecento, vi risiedono i diplomatici francesi. Sede di grande modernità e lusso, vi recita Metastasio e Mozart suona qui durante il suo soggiorno romano. In seguito, il palazzo passa nei possedimenti della Santa Sede e poi di privati. Viene infine acquistato dallo Stato, che nel 1997 lo trasforma parzialmente in museo.
Palazzo Altemps è attualmente una delle sedi del Museo Nazionale Romano, insieme a Palazzo Massimo alle Terme, alla Crypta Balbi, alle Terme di Diocleziano e al Museo del Palatino; si tratta di cinque istituti museali che ospitano varie collezioni antiche, tra cui quella del Museo Kircheriano, fondato nel 1651 dal padre gesuita Athanasius Kircher. Il Museo Kircheriano è inizialmente collocato all’interno del Collegio Romano. A fine Ottocento – nel corso di uno smembramento delle collezioni e di una loro nuova sistemazione -, i reperti antichi vengono trasferiti nel convento cinquecentesco delle Terme di Diocleziano.
Oltre alle opere di Kircher, il Museo Nazionale Romano ospita numerosi reperti, scoperti in seguito alle trasformazioni urbanistiche di Roma determinate dal suo ruolo di capitale del Regno d’Italia. In realtà, l’allestimento del museo è completato solo nel 1930, ma è nel 1990 che si rende necessaria una profonda trasformazione, dalla quale discende la suddivisione nelle cinque sedi citate.

Ares Ludovisi
Per quanto riguarda le opere esposte a Palazzo Altemps, il nucleo più rilevante è la collezione Ludovisi, che include alcuni capolavori dell’arte classica quali il Trono Ludovisi con la nascita di Venere (ritenuto un originale greco del V sec. a.C.), il gruppo di Oreste ed Elettra e l’Ares Ludovisi, a detta di Winckelmann “il più bel Marte dell’antichità”. Il Salone delle Feste ospita anche il gruppo del Galata suicida (che fa da contraltare al Galata morente dei Musei Capitolini), l’Athena Parthenos (copia da Fidia) e l’Eracle (copia da Lisippo).
Queste sculture rappresentano per secoli il modello ideale di bellezza antica, il canone di armonia e perfezione delle forme. Per garantire una lettura ottimale delle forme e dello stile, esse subiscono pesanti interventi di restauro, anche a opera di artisti molto noti come Bernini.
Sebbene si tratti di una collezione illustre, lo Stato acquista a suo tempo solo 96 delle 460 statue che la compongono. La collezione viene così parcellizzata in numerosi musei, tra cui il Louvre di Parigi e il Pushkin di Mosca.

Galata suicida
Alle collezioni Altemps e Boncompagni Ludovisi, si aggiunge il piccolo nucleo collezionistico dei fratelli Asdrubale e Ciriaco Mattei, considerati patroni delle arti e dell’architettura. Nel loro palazzo di famiglia, Mattei di Giove (in via Caetani), si può ancora percepire quel gusto per l’antico che è leit motiv del Rinascimento. Ancora oggi si può attraversare il cortile interno del Palazzo Caetani e ritrovarsi catapultati in un mondo in cui i rilievi, le statue, i busti antichi conversano con i busti moderni, in un’alternanza di voci sapientemente equilibrate.
In conclusione, una visita a Palazzo Altemps è un’immersione nella storia del collezionismo romano, un viaggio nel tempo tra amanti dell’arte e manufatti di straodinaria eleganza.
È un viaggio nella Roma delle famiglie nobiliari che hanno determinato il volto della città da un punto di vista culturale e artistico, un esempio di accostamento tra l’equilibrio del Rinascimento e l’armonia del mondo antico.
È un modo per ridare la giusta attenzione a un angolo sfocato che, come spesso accade nei centri di antica fondazione, risulta poco visibile a chi si lasci affascinare dall’insieme senza soffermarsi sul dettaglio.
Un luogo che può raccontare storie di inaspettata modernità, dal significato intricato e complesso; può sembrare un groviglio di personaggi e fatti ma, una volta districata la matassa, si resta affascinati da un incantevole dialogo tra la città e il suo passato.
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