
Parco del Valentino
I parchi cittadini hanno un ruolo molto importante nelle abitudini e nella geografia delle grandi città: non sono solo il loro polmone verde, sono anche il loro rifugio, un luogo dov’è possibile riposarsi e riprendere fiato dai ritmi frenetici che la metropoli impone. Una bolla verde incantata, dove si può respirare bellezza e, mentre lo si fa, lasciare che pensieri ed emozioni fluiscano liberi.
L’incantata bolla verde di Torino si chiama Parco del Valentino ed è fatta di 42 ettari di verde coricati sulle sponde del fiume Po.
Il Valentino è indubbiamente il parco di Torino: anche se – quando vaghi per i suoi viali alberati e i suoi saliscendi collinosi – ti puoi forse dimenticare di essere in città, sei sempre accompagnato dalla sensazione di trovarti nel capoluogo sabaudo, con la sua eleganza sobria e regolare.
Per esempio, nel Parco del Valentino c’è un castello: oggi è sede della Facoltà di Architettura ma qualche secolo fa era tre volte più grande e, mentre gli si passa accanto, per qualche istante si ha l’impressione che i Savoia regnino ancora su questa città e che si stia passeggiando nel loro giardino privato.
Il castello è stato costruito per volere di Madama Reale, soprannome di Maria Cristina di Savoia, reggente del trono sabaudo durante il XVII secolo, figura controversa di cui molto si può dire ma non che non avesse buon gusto: a lei si deve il look simil-parigino del centro storico e anche lo stile francesizzante di questo palazzo, dove – si mormora – lei si comportava come una mantide religiosa, facendo costruire una botola sopra un pozzo, in cui faceva terminare in maniera drastica e cruenta alcuni dei suoi rendez-vous amorosi.

Castello del Valentino
Dopo il castello, ci si imbatte nel cosiddetto Borgo Medioevale, che in realtà risale a un’epoca molto più recente. Esso è infatti frutto dell’Esposizione Generale Italiana, che si tenne a Torino nel 1884, e fu progettato da un gruppo di artisti e intellettuali coordinati dall’architetto D’Andrade, con obiettivi didattico-museali: il Borgo racchiude infatti un’insieme di riproduzioni fedelissime di palazzi, chiese, torri e piazze presi fra gli elementi più interessanti dell’architettura medievale piemontese e valdostana.

Borgo Medioevale

Borgo Medioevale
La successiva Esposizione, quella del 1898, fece al Valentino un altro regalo: l’imponente Fontana dei Dodici Mesi, una grande vasca abbracciata in semicerchio da dodici figure che fungono da allegoria dei mesi dell’anno. Questo è un tesoro messo un po’ in disparte all’interno del parco, ma proprio per questo è un angolo a suo modo intimo e raccolto, in cui si ha un po’ l’impressione che il tempo si sia fermato.
Passeggiando per le aiuole e le cascatelle del Giardino Roccioso, rimane un unico dubbio: come mai questo parco si chiama così? E in realtà una risposta non c’è.

Fontana dei Dodici Mesi
Qualcuno sostiene che derivi da un omaggio fatto alla moglie Valentina da parte di uno dei più generosi contributori al restauro del parco, voluto dai Savoia nel XVI secolo; qualcun altro dice invece che sia perché secoli addietro vi sorgesse una cappella dedicata a San Valentino.
Ma sono ipotesi che si perdono nella leggenda e sfumano nella fantasia, per cui accontentiamoci di godere della serenità e del verde del parco. E ognuno scelga la storia che preferisce.
Fiume Po dal Parco
E poi, quando capita di poter ammirare fra le fronde degli alberi un Po così blu e luminoso, non si può fare a meno di pensare a un’altra leggenda: quella del dio del sole Fetonte, che – quando era ancora giovane e inesperto – perse il controllo del suo cocchio dorato e finì a mollo proprio qui, decidendo di fondare il primo nucleo della città.
Forse quel giorno il Po era di questo colore…
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