A Siena, l’idea di realizzare un edificio a risparmio energetico ha trovato casa, grazie all ‘architetto Carlo Nepi, il quale sostiene che questa struttura rappresenta in realtà un “non edificio”, ovvero un organismo architettonico basato sui percorsi, sugli spazi aperti e sulla costruzione di un’integrazione con presenza di attività e funzioni.
La nuova struttura ospita la sede di Siena Ambiente e società di carattere pubblico, residenze speciali per non residenti (studenti iscritti all’Università di Siena, persone che vi lavorano provvisoriamente), uffici privati e commerciali. L’edificio è accessibile da molti punti, intervallato da percorsi vari, piccole “piazze”, e qualche zona verde. Non un dormitorio ma una città in miniatura, dotata di spazi aperti al pubblico e punti d’incontro.
La particolarità consiste proprio nei materiali usati per la realizzazione: il primo è il grès porcellanato, rivestimento delle pareti ventilate. Quest’ultime sono molto importanti per il contenimento energetico, poiché aiutano l’involucro interno a non surriscaldarsi e a non raffreddarsi troppo. Le pareti degli altri edifici del complesso sono in vetro ad alta prestazione, per ottimizzare il passaggio all’interno dei raggi UV e infrarossi, in modo da consentire maggiore comfort e un sostanziale abbassamento del consumo di energia. Per quanto riguarda le coperture, vi sono pannelli solari per la produzione di acqua calda e pannelli fotovoltaici che possono portare a zero il costo dell’illuminazione notturna.
Purtroppo la facciata progettata da Nepi è stata molto criticata: “troppo fuori dal contesto architettonico senese” è l’obiezione estetica più frequente. D’altra parte, una parete nera, quasi metallica, non poteva che suscitare scalpore, se poi ad aggiungersi ad essa ci sono delle finestre super colorate. “La struttura deve reggere alla prova del tempo, l’immagine non può essere accettata ma l’architettura non è un’immagine: l’architettura si vive. Qui le persone lavoreranno, s’incontreranno e quella sarà la vera prova. Se il luogo funzionerà, sarà da considerarsi una scommessa vinta, altrimenti ne prenderemo atto ma non dipenderà certo dalle finestre colorate”. Queste le parole dell’architetto in risposta alle molteplici critiche rivolte verso la sua opera, a sottolineare il fatto che ciò che conta veramente è la funzionalità dell’edificio.
Per quanto riguarda noi slower, ci auguriamo solo che la struttura sia efficiente come dichiarato da Nepi e che possa non solo facilitare il lavoro del personale all’interno di essa ma agevolare e incoraggiare i non residenti a usufruire di questa struttura, sapendo di avere a carico costi di gran lunga minori di quelli che avrebbero dovuto sostenere in un classico edificio. Se la qualità del materiale utilizzato per questa struttura è davvero in grado di far risparmiare soldi, acqua e luce, non credo che sarà poi così difficile andare d’accordo con delle finestre colorate.
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