Oggi desidero raccontarvi una delle tante meraviglie che la natura ci ha regalato; una magia che ogni anno, nel mese di settembre, incanta le migliaia di visitatori di Torre Salsa, Riserva Naturale Orientata della costa sicula: la schiusa delle uova di tartaruga.
Durante la notte, “mamma” tartaruga giunge sulla spiaggia dove lei stessa nacque e deposita, in quello che ritiene un luogo sicuro, centinaia di piccole uova. Da quel momento, diversi volontari sorvegliano il posto giorno e notte fino al giorno della schiusa, quando le tartarughine corrono verso il mare e verso la vita.
Questi animali esistono da moltissimi anni, tanto che si può immaginare viaggino attraverso il tempo mantenendo intatte le loro caratteristiche. Forse è proprio per questo che popoli diversi attribuiscono alle tartarughe innumerevoli miti e leggende, talvolta considerandole anche sacre.La tartaruga può infatti avere significati diversi: saggezza, protezione, longevità e immortalità, i cieli (il carapace) e la terra (il piastrone).
La mitologia greca fa risalire il simpatico rettile alla ninfa Chelone, la quale, avendo offeso Zeus ed Hera il giorno delle loro nozze, venne gettata in mare e condannata a recare per sempre sul dorso la propria casa.
In Europa, in un passato ormai lontano, la tartaruga era considerata il simbolo della fertilità, per le numerose uova che depone, mentre la sua lunga vita simboleggia la vitalità.
Nella mitologia messicana, le tartarughe marine erano le cavalcature di mitici antenati. Nella mitologia indù, viene invece raffigurata mentre sorregge sul dorso un elefante, che a sua volta sorregge il mondo. L’unione della tartaruga – che rappresenta il principio femminile – con l’elefante – simbolo del principio maschile – rappresenta l’unione di Yin e Yang, i due poteri creatori.
Nella mitologia giapponese, la tartaruga sorregge la dimora degli immortali e la montagna cosmica, punto d’incontro tra cielo e terra. Analogamente, anche la mitologia cinese crede che a sorreggere il mondo sia una testuggine gigante, che separa dal caos il cielo e la terra. Inoltre, si crede che costituisca la temporanea dimora delle anime durante le varie incarnazioni sulla via del Nirvana.
Nella tradizione polinesiana, si credeva che il disegno del carapace tracciasse il percorso dell’anima dopo la morte. Nella mitologia dei nativi americani, rappresenta il principio da cui hanno vita tutte le creature spinte a evolversi e migliorarsi.
In Africa è simbolo di protezione, oltre a costituire un antidoto contro i malefici e la magia nera. È interessante il rituale che praticano le donne del villaggio di Naumana, sull’isola di Kadavu: queste, intonando un canto, richiamano alla baia le tartarughe giganti. È un rito antico, che si tramanda verbalmente di padre in figlio.
Questo rituale dà vita a una leggenda: si narra che, molti anni fa, nel villaggio viveva Tinaicoboga, principessa e moglie del capo villaggio, che diede alla luce una bambina bellissima, Raudalice. Madre e figlia andavano spesso a pescare nei pressi del villaggio ma un giorno, assorte nella pesca, non si accorsero di essere arrivate vicino al villaggio di Nabukelevu. Le donne vennero rapite e portate al villaggio come vittime sacrificali ma gli dei del mare, sensibili alle suppliche delle due donne, scatenarono una tempesta, che fece affondare le canoe dei rapitori.
Mentre le canoe affondavano, gli uomini videro la magica trasformazione delle donne in tartarughe e capirono che l’unico modo per sopravvivere era liberarle. Così, le gettarono in mare e il mare si calmò. Ad oggi, solo il canto delle donne del villaggio di Naumana è in grado di richiamare e portare in superficie le tartarughe ma, se è presente anche un solo uomo del villaggio nemico di Nabukelevu, il canto non avrà effetto.
Dopo la schiusa, potrebbero passare anni prima che la tartaruga faccia ritorno. Ma poi, un giorno, troverà la strada: avvertendo il calore e la corrente delle onde, ricorderà il rumore e il sapore della sua spiaggia.
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